Roma, 25 gennaio 2020 – Nella mattinata, presso l’aula magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, dei Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, della Giustizia, Alfonso Bonafede, della Difesa, Lorenzo Guerini, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2019 – 2020.
Fra le tante personalità presenti, autorità parlamentari, di governo e diplomatiche, esponenti delle magistrature, delle Forze armate, delle Forze di polizia, delle agenzie di informazione e sicurezza, il presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al V.M., i presidenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali in congedo ed esponenti degli organismi di rappresentanza dell’Arma.
La cerimonia è stata aperta dal comandante della scuola, generale di divisione Riccardo Galletta, che ha indirizzato il proprio saluto ai presenti illustrando le attività didattiche svolte dall’Istituto.
Ha quindi preso la parola il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Giovanni Nistri. Tra i temi trattati, la necessità, nonostante il 2019 abbia segnato il più basso tasso di reati degli ultimi 10 anni, di accrescere la sicurezza percepita anche attraverso la rassicurazione dei singoli, minacciati dall’ansia, acuita dalle crescenti fragilità sociali. Il modello di prossimità dell’Arma, capillarmente diffuso sul territorio, che coniuga efficienza operativa e qualità delle relazioni umane risponde a questa esigenza. Tenenze e Stazioni rappresentano infatti per 7.416 Comuni d’Italia l’unico presidio di polizia e a questo presidio nel 2019 sono stati destinati oltre 2.600 carabinieri. I reparti dell’Arma nel loro complesso hanno perseguito il 73% di tutti i reati denunciati, scoprendo il 63% dei casi risolti da tutte le Forze dell’Ordine.
Un impegno, ha ricordato il generale Nistri, che sovente mette a repentaglio l’incolumità dei Carabinieri, come dimostrano i tre morti e 2.033 feriti e contusi, vittime di resistenze e aggressioni, oltre il 28% in più rispetto al 2018. Un dato che preoccupa perché frutto di un clima che vede l’autorità costituita comunque espressa associata a riferimenti negativi. Da qui la riflessione sul bisogno di misura anche nella formazione dell’opinione pubblica.
Il modello di prossimità è “l’anima” che l’Arma apporta al sistema della sicurezza interna. Un sistema equilibrato nel quale l’espressione formale della pubblica sicurezza procede “verticalmente” dalle autorità provinciali – prefetti e questori – a quella nazionale del Ministro dell’Interno, ma trova il suo completamento nella responsabilità “orizzontale”, propria nella maggior parte dei casi dei Reparti Carabinieri, unici presidi sul territorio.
La cerimonia è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio della riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma: a 3 anni dall’adozione dei provvedimenti i risultati operativi si sono moltiplicati, con controlli che hanno registrato un incremento progressivo, del 31% nei primi due anni e di un ulteriore 6% nel 2019, anche grazie all’assegnazione di 790 militari ai reparti forestali e all’acquisizione di mezzi ed equipaggiamenti. Le misure organizzative adottate hanno inoltre consentito di conseguire economie di esercizio per 35 milioni di euro, superando l’obiettivo di 32 milioni fissato per legge.
Si è parlato inoltre di innovazione tecnologica, con importanti investimenti sia nell’area operativa che in quella concorsuale, e di benessere del personale. Il generale Nistri ha auspicato tra l’altro provvedimenti che possano compensare la riduzione del trattamento pensionistico a seguito dell’introduzione del sistema contributivo
Parlando di diritti del personale il comandante generale ha affrontato il tema dell’associazionismo militare di natura sindacale. Un argomento a cui l’Istituzione guarda con estremo interesse e con il vivo auspicio che una legge sia approvata a breve, nella convinzione che “l’innesto delle relazioni sindacali non è un aspetto neutro nella regolazione della vita di un’Istituzione, talché risulterebbero assai semplicistiche soluzioni che, aderenti a realtà organizzative affatto differenti, non tengano nella dovuta considerazione le necessità operative e di impiego di migliaia di presidi diffusi sul territorio nazionale”.
Infine, rivolgendosi ai giovani ufficiali allievi, il generale Nistri ha ricordato che la militarità, requisito irrinunciabile per l’Arma, è condizione particolare, riconosciuta dalla Costituzione a presidio delle Istituzione democratiche e comporta dei limiti di continenza. Ha citato Giuseppe Mazzini che scriveva: “La questione vitale che si agita nel nostro secolo è una questione di educazione. Educazione ad un principio: il dovere. Attraverso l’educazione al dovere si può arrivare a comprendere che lo scopo della vita non è quello di essere più o meno felici, ma di rendere sé stessi e gli altri migliori. Questo non vuol dire rinunciare ai diritti, bensì arrivare al loro raggiungimento attraverso la pratica dei doveri”. “La pratica dei doveri – ha proseguito il Comandante Generale – è la grammatica etica della nostra formazione e la pietra d’angolo della nostra funzione. Una funzione da esercitare con «disciplina ed onore», come recita la Costituzione. E non ci può essere onore senza servizio. Servire la Patria e i cittadini. Servire i Carabinieri che vi verranno affidati. Servirli con la competenza delle conoscenze, l’umiltà dell’ascolto, la responsabilità delle decisioni, il coraggio delle rinunce”.
Ha preso dunque la parola il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini il quale, dopo aver ribadito ai giovani ufficiali allievi “che se l’arma dei carabinieri, da oltre due secoli, è un pilastro insostituibile per la nostra collettività, lo deve anche e soprattutto alla capacità che ha dimostrato di saper trasmettere alle sue nuove generazioni tutto il suo inestimabile patrimonio di tradizioni, di identità, di valori, di conoscenza, di procedure, di tecnologia”, ha dichiarato aperto l’anno accademico 2019 – 2020.
In chiusura ha preso la parola il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte che ha fatto una attenta disamina delle innumerevoli attività che vedono impegnati i carabinieri sul territorio nazionale e all’estero. “Siete una risorsa del Paese” – ha detto il massimo esponente del Governo – “che sa ispirarsi alle regole democratiche, divenendo veicolo di promozione di quell’umanesimo che deve porre l’individuo al centro della società. Una forza sana, che sa affrontare anche le vicende più dolorose, andando ben oltre le normali mansioni d’istituto e rinunciando, talvolta, anche al calore degli affetti più cari, ricompensati tuttavia, da attestazioni di riconoscenza e piena umanità da parte del cittadino. Ed è così che il sistema della pubblica sicurezza trova il suo necessario completamento nella responsabilità, aderente e concreta, dell’azione di polizia delle comunità, risalente, nella maggior parte dei casi, proprio ai Reparti dei Carabinieri”.
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