Libano (Beirut), 4 agosto 2020 – Una forte esplosione avvenuta questo pomeriggio all’interno del porto di Beirut ha coinvolto un team della missione UNIFIL. Un militare italiano del contingente ha riportato lievi ferite.
È stato lo stesso militare a informare direttamente i familiari sul suo stato di salute.
Sul posto, in stretto coordinamento con le forze di sicurezza libanesi, sono intervenuti i soccorsi del Sector West di UNIFIL che stanno provvedendo all’evacuazione del personale.
Sono in corso gli accertamenti da parte di UNIFIL e delle forze di sicurezza libanesi per accertare la dinamica dell’accaduto.
Shama, 26 luglio 2020 – L’obiettivo delle forze UNIFIL impegnate nel sud del Libano è mantenere la pace e la sicurezza nell’area di operazione. Per i caschi blu questo si traduce concretamente nel controllo della Blue Line, la linea di demarcazione tra il territorio israeliano e quello libanese, sancita e realizzata dalle UN con lo scopo di riportare la stabilità nell’area.
L’attività dei peacekeeper sulla Blue Line è cospicua e costante e il 50% dei tanti pattugliamenti avviene nelle ore notturne. Per aumentare l’efficacia di questo controllo la Joint Task Force Lebanon Sector West ha incrementato ulteriormente la propria presenza conducendo, negli ultimi mesi, sessanta operazioni Jackpot.
La Jackpot operation è caratterizzata da 36 ore di presenza costante sulla Blue Line in cui le pattuglie provenienti dai dipendenti battaglioni italiano, ghanese e irlandese con il supporto di coreani e malesi si muovono e si coordinano mettendo in atto posti di osservazione e pattuglie appiedate che aumentano l’efficacia del controllo dell’area.
Questo modus operandi ha fatto registrare più di 2000 ore di presenza continuativa sulla linea blu migliorando qualità e quantità dei report informativi provenienti dalle attività di pattugliamento.
Uno sforzo notevole ma che ha portato ad un ulteriore periodi di stabilità, come ha ricordato il generale di brigata Diego Filippo Fulco, comandante del Sector West parlando ai suoi uomini: “Avete assicurato ulteriori otto mesi di pace in questa zona. Un risultato che, se oggi può sembrare facile, negli anni passati non appariva per nulla scontato. La nostra presenza, il nostro lavoro permette una stabilità rara in questa area geografica. ne dovete essere orgogliosi”
Nonostante l’emergenza sanitaria, i caschi blu del Sector West, attualmente su base brigata “Granatieri di Sardegna” sono riusciti a mantenere invariate numero e frequenza delle attività operative.
Le unità, per operare in sicurezza, si sono adeguate all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale previsti non permettendo flessioni della capacità operativa dimostrando di aver compreso appieno l’importanza del proprio ruolo di peacekeeper nella terra dei cedri.
Shama, 26 luglio 2020 – E’ giunto a conclusione quello che è stato il mandato continuativo più lungo per un contingente italiano in UNIFIL nella quarantennale storia della partecipazione italiana alla missione di pace: 254 infatti sono stati i giorni di intenso lavoro in una zona di operazione di 650 kmq nella quale operano cinque battaglioni lavorando giorno e notte con i colleghi delle 15 nazioni che formano la Joint Task Force – Lebanon Sector West.
Il passaggio di mano della Bandiera delle Nazioni Unite ha sancito il cambio del contingente italiano in UNIFIL: il generale di brigata Diego Filippo Fulco, comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna” ha ceduto il comando al generale di brigata Andrea Di Stasio, comandante della Brigata “Sassari”. A sancire il trasferimento d’autorità il generale di divisione Stefano Del Col, Force Commander e Head of Mission della missione UNIFIL nel Sud del Libano.
Presente alla cerimonia l’ambasciatore d’Italia in Libano S.E. Nicoletta Bombardiere.
La Leonte XXVII si è chiusa con oltre 60.000 attività svolte, di cui 29.000 attività notturne scaturite dalla volontà di incrementare la presenza sul territorio anche in quell’arco temporale.
In oltre mesi 8 mesi di lavoro, 12.500 pattuglie circa hanno presenziato e controllato la Blue Line, la linea di demarcazione tra Israele e Libano che percorre per 55 km l’area di operazioni sotto guida italiana. Un impegno che non ha subito flessioni ed è stato riarticolato dopo il 21 febbraio, data del primo caso ufficiale di COVID in Libano.
I peacekeeper hanno infatti adottato una serie di misure precauzionali necessarie per salvaguardare se stessi e la popolazione locale dal contagio, continuando però ad assolvere al proprio compito. E così i 3.800 soldati sotto la guida del generale di brigata Diego Filippo Fulco hanno proseguito le loro attività operative con una media di 250 attività al giorno.
“Gli ottimi risultati che sono davanti agli occhi di tutti sono stati costruiti giorno dopo giorno con dedizione, attenzione, sacrificio – ha ricordato il generale di brigata Diego Filippo Fulco parlando ai propri uomini – il vostro lavoro la vostra preparazione la vostra capacità e la vostra abnegazione sono state un ingrediente indispensabile per ottenere il risultato raggiunto, aggiungere altri otto mesi di pace alla storia recente di questo paese. Avete operato come ci si aspetta da un “basco Blu” delle Nazioni Unite”.
Al generale Diego Filippo Fulco medaglia d’argento al merito dell’Esercito libanese
L’operato del Sector West, della Brigata Granatieri di Sardegna e del suo comandante è stato riconosciuto all’unanimità ed il Presidente del Libano Michel Aoun ha concesso al generale Fulco la medaglia d’argento al merito dell’Esercito libanese.
“Non posso che essere orgoglioso del lavoro che avete svolto con attenzione, dedizione e professionalità in condizioni di crescente difficoltà – ha sottolineato il generale Del Col, quarto italiano a comandare UNIFIL una delle missioni delle UN più grandi con i suoi oltre 10.000 uomini sul terreno – ai colleghi della Sassari ed al loro comandante il Generale Di Stasio non posso che augurare un altrettanto importante impegno, sicuro che la loro esperienza anche nell’operare in Libano ne farà da subito degli ottimi peacekeeper”.
La cerimonia, si è svolta, in tono minore a causa delle restrizioni legate alla pandemia, all’interno della base “Millevoi”; a seguirne lo svolgimento, da lontano, anche gli oltre 400 militari da poco arrivati che, seguendo i dettami internazionali, sono stati sottoposti ad un periodo di quarantena.
Shama (Libano), 11 luglio 2020 – Oltre 250 le UN Medal consegnate l’8 luglio ai caschi blu italiani del Sector West. Una rappresentanza degli oltre 1000 peacekeeper dell’Esercito Italiano e dei quasi 3000 colleghi delle 15 nazioni impegnate nel sud del Libano sotto comando italiano.
La Medal Parade è la cerimonia che sancisce l’impegno di uomini e donne, il loro servizio sotto egida delle Nazioni Unite, la loro competenza e professionalità a favore della collettività.
“Il conferimento della UN Medal si arricchisce oggi di significato – ha ricordato il comandante del Sector West, generale di brigata Diego Filippo Fulco – voi avete dimostrato spirito di sacrificio, flessibilità e capacità di adattamento, caratteristiche che vi hanno permesso, ci hanno permesso di tener fede al nostro mandato nonostante le difficoltà dettate dall’emergenza sanitaria che ci ha posto a confronto con problematiche nuove e imprevedibili.”
La UN Medal racchiude simbolicamente le oltre 250 attività quotidiane, le 50 pattuglie sulla Blue Line, i più di 1300 progetti di cooperazione civile-militare, il supporto alle Lebanese Armed Forces ma anche le tante esercitazioni multinazionali, l’aiuto alla popolazione, la salvaguarda della stabilità, l’impegno per la sicurezza, in una parola il peacekeeping.
Shama, 5 maggio 2020 – Il generale Stefano Del Col, capo della missione e comandante UNIFIL dei caschi blu in Libano, in una campagna di sensibilizzazione rivolta agli oltre 11000 uomini e donne di UNIFIL avvenuta a fine marzo, ha sottolineato in un suo discorso che “L’emergenza sanitaria non deve distoglierci dai nostri compiti primari: la sicurezza nella zona sud del Libano e il controllo della Blue Line” e rivolgendosi ai peacekeepers ha ricordato che “La prevenzione è la migliore arma”.
Nella sede del Sector West comandato dal generale di brigata Diego Fulco, proseguono i pattugliamenti sulla Blue Line, non si arresta né il supporto né le attività in stretto coordinamento con le LAF (Lebanese Armed Forces) chiamate in questo momento ad un controllo capillare del territorio.
I peacekeeper di UNIFIL continuano la propria missione mettendo in atto tutte le accortezze che mirano a prevenire la diffusione del virus.
Misure d’igiene, utilizzo di dispositivi di protezione individuale, rispetto costante e attento delle disposizioni sanitarie non fermano lo spirito di servizio che anima non solo i militari italiani, ma tutti i soldati dei 45 paesi contribuenti.
I caschi blu italiani del Sector West con il loro servizio onorano il mandato ricevuto dalle Nazioni Unite, un modo anche questo per essere vicini ai colleghi, in Italia, chiamati a far fronte all’emergenza pandemica.
Nella quotidianità del proprio servizio i nostri soldati hanno incrementato la propria sicurezza con l’uso di mascherine, guanti e gel igienizzante. All’entrata delle United Nation Positions, le basi di UNIFIL, viene rilevata la temperatura corporea di tutto il personale, civile e militare, primo screening per evidenziare eventuali contagiati. Vengono evitati gli assembramenti e rispettate con attenzione le norme igieniche.
Anche in Libano l’emergenza COVID-19 ha cambiato il modo di affrontare ogni singolo giorno, ma questo non intacca il senso del dovere e di servizio dei militari.
Shama, 9 marzo 2020 – Nella giornata internazionale della Donna, le donne in divisa del Sector West in Libano ha voluto ricordare il ruolo femminile svolgendo le attività di istituto. Pattuglie e poligoni hanno visto le militari italiane e straniere impegnate questo 8 marzo 2020.
Le immagini sono eloquenti e non occorrono commenti, ma solo auguri a tutte le donne che indossano una divisa, per proteggere la loro Patria e fa rispettare concordati di pace.
Shama, 9 March 2020 – On International Women’s Day, the female staff of Sector West in Lebanon wanted to remember the female role by carrying out the institute activities. Patrols and polygons have seen the Italian and foreign military engaged this March 8, 2020.
The images are eloquent and no comments are needed, but only greetings to all women who wear uniforms, to protect their homeland and enforce peace agreements.
Auguri a tutte le donne / Best wishes to all the woman
Shama, 06 marzo 2020 – Libano del sud, missione UNIFIL, Sector West: 1750 chilometri quadrati dove opera una Joint Task Force articolata sulla struttura della Brigata Granatieri di Sardegna. Il contingente è qui da più di tre mesi impegnandosi affinché la risoluzione delle Nazioni Unite 1701 abbia la giusta applicazione pratica e sia assolutamente rispettata.
I peacekeeper italiani si muovono in un contesto internazionale dove UNIFIL si compone di 45 nazioni, il Sector West, al comando del generale di brigata Diego Filippo Fulco con le sue 15 nazioni e i suoi 3800 uomini è l’area di operazioni più vasta.
Sforzo principale è il controllo e la sicurezza della Blue Line, che nell’area di responsabilità si estende per circa 50 chilometri e comprende 8 delle 13 reservations areas, aree sottoposte tutt’oggi a dispute di frontiera tra Israele e il Libano.
Per assolvere il compito sono state svolte più di 25000 attività operative, circa 250 al giorno. Attività che non conoscono soluzione di continuità, diurne e notturne, non hanno limitazioni dettate dalla situazione meteorologica, spesso condotte assieme ai colleghi stranieri.
Oltre il 20% delle attività di pattugliamento nel settore viene condotto in stretto coordinamento con le Lebanese Armed Forces (LAF), con le quali coesistono rapporti operativi e addestrativi.
Più di 110, infatti, i corsi che sono stati condotti a supporto dell’esercito libanese. Diversi gli argomenti trattati: tecniche e procedure di pattugliamento motorizzato, pattugliamento appiedato, procedure di risposta ad un atto ostile, trattamento feriti ed evacuazione medica, procedure di counter-IED (Improvised Explosive Device), operazioni in ambiente urbano. Più di 2350 i soldati delle LAF che si sono confrontati e addestrati con i peacekeeper italiani nel solo periodo di servizio della Brigata Granatieri.
Altro pilastro su cui si basa il lavoro dei militari del Sector West è quello del CIMIC, la cooperazione Civile-Militare. Moltissime, oltre 500 le attività sanitarie, 77 le donazioni, 20 le inaugurazioni di opere pubbliche e più di 230 attività con le municipalità; questi i numeri con cui si è reso reale e tangibile il supporto alla popolazione.
I risultati finora raggiunti contribuiscono a rafforzare l’immagine del soldato italiano: professionale, capace, preparato, ma soprattutto dotato di una innata empatia che gli permette di essere accettato e di valutare nel miglior modo possibile situazioni e circostanze. Caratteristica inestimabile in uno scenario operativo dai delicati equilibri come quello libanese.
Shama, 21 febbraio 2020 – Caratteristica peculiare della missione UNIFIL è la pluralità di Paesi contribuenti. In quest’ottica vengono svolte periodicamente attività di familiarization (familiarizzazione) tra le truppe dei vari eserciti.
Nei primi quindici giorni di febbraio, protagonisti di questa attività, sono stati la Sector Mobile Reserve del Sector West composta da una compagnia dei “Lancieri di Montebello” (8°), la Battalion Mobile Reserve composta dall’Armoured Recce Regiment ganese e la Battalion Mobile Reserve malese.
Addestramento ed esercitazioni congiunte si sono svolte all’interno di varie United Nations Position, le basi di UNIFIL. Oltre all’addestramento sono state condotte pattuglie coordinate tra i diversi assetti all’interno di tutta l’area d’operazione del settore a guida italiana di oltre 650 chilometri quadrati.
Scopo di questi momenti addestrativi è accrescere le capacità di collaborazione, coordinamento e impiego delle unità che costituiscono la riserva del settore aumentando le potenzialità di manovra e rendendo il lavoro svolto dai peacekeeper più efficiente ed efficace.
I militari italiani, ganesi e malesi si sono confrontati sull’applicazione delle STIR (Standardised Tactical Incident Reactions) le linee guida con le quali UNIFIL determina i comportamenti da adottare in caso di intervento. In particolare l’attenzione si è focalizzata su azioni di controllo della folla e trattamento ed evacuazione di feriti.
All’interno della Joint Task Force – Lebanon Sector West, alla guida del generale Diego Filippo Fulco, collaborano militari di 15 nazioni, è chiaro quindi, quanto sia importante questo genere di confronto. Un confronto sano e leale, da soldato a soldato, una “familiarizzazione” che non riguarda solo il lato professionale: armi, mezzi, materiali, tecniche e procedure, ma investe anche il lato umano di ogni casco blu e gli ricorda lo scopo più alto che UNIFIL si prefigge: assicurare la pace e la sicurezza.
Libano Ovest, 11 gennaio 2020 – Prontezza operativa, reattività, interoperabilità, flessibilità d’impiego, capacità di cooperazione, efficacia nel coordinamento, queste le caratteristiche che contraddistinguono i peacekeeper italiani impiegati all’estero.
La compagnia italiana del Sector Mobile Reserve alimentata dal reggimento Lancieri di Montebello (8°) e la Force Commander Reserve composta dalla finlandese Jäger Company della RUK (Reserviupseerikoulu), attualmente entrambe schierate nell’area operativa del settore Ovest del Libano, per incrementare le suddette capacità si sono addestrate insieme dal 06 al 10 gennaio.
Le barriere linguistiche sono state facilmente superate grazie all’alto livello di standardizzazione di tecniche e procedure e alla professionalità con cui i soldati di entrambi i contingenti le hanno applicate. Inoltre l’evento addestrativo è stato condito da una sana curiosità degli uni verso gli altri, permettendo un proficuo confronto all’insegna della collaborazione.
Nello specifico particolarmente interessanti sono state le fasi di pianificazione, di condotta di pattugliamenti motorizzati e le esercitazioni di tiro in poligono. Entrambe le parti hanno potuto familiarizzare con mezzi, armi e materiali dei colleghi, cosa che ha arricchito il bagaglio di esperienza di ognuno.
Il training tra unità appartenenti a eserciti differenti acquista una rilevante importanza nello scenario dove opera la Joint Task Force Lebanon Sector West di UNIFIL; in quest’area a guida italiana, su base Brigata Granatieri di Sardegna, sono infatti 15 le nazioni presenti che lavorano assieme nel rispetto della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite.
Qui sotto il video sulla pagina Facebook di #UNIFIL (cliccare la foto)
Shama, 23 dicembre 2019 – Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, ha incontrato oggi l’omologo libanese Gebran Bassil e i militari italiani della missione UNIFIL, nella base UN 2-3 a Shama, nel Sud del Libano, sede di uno dei contingenti della missione UN.
Il Ministro nel suo incontro con il contingente italiano, da novembre guidato dal generale di brigata Diego Filippo Fulco, ha evidenziato che “In Libano l’Italia ha fatto un investimento di lungo periodo per preservare la sua unità e stabilità e rafforzare le sue istituzioni. Il supporto a UNIFIL e il supporto anche nazionale alle forze armate libanesi, i nostri programmi di cooperazione allo sviluppo e le tante iniziative in campo economico e culturale dimostrano il nostro impegno a sostegno del Paese”.
Oltre 400 i soldati schierati durante il messaggio del Ministro, mentre altri 700 erano impegnati nelle tante attività operative volte al mantenimento della sicurezza dell’area attraverso pattuglie e con una costante presenza sul territorio.
Prima di intrattenersi con le truppe Di Maio ha effettuato una ricognizione in elicottero sulla Blue Line, centro di gravità dell’operazione e del mandato di UNIFIL discendente dalla risoluzione 1701, ha anticipato il tempo trascorso con le truppe. Il volo è terminato nella base di Shama, sede del comando del Sector West (SW), attualmente su base Brigata Granatieri di Sardegna.
Nella sua permanenza nella base, dove operano cinque contingenti stranieri, la delegazione ha incontrato anche il colonnello Luciano Antoci comandante della MIBIL, missione bilaterale di addestramento alle forze armate e alle forze di sicurezza libanesi.
Parlando con il personale, incontrato nelle sue normali attività lavorative, il Ministro ha avuto modo di sottolineare l’importanza della trasparenza, della imparzialità e della professionalità dimostrata dall’Italia nei suoi quarant’anni di presenza come caschi blu in Libano.
Il monitoraggio della linea di demarcazione tra Israele e Libano, il controllo della cessazione delle ostilità, il supporto alle forze armate libanesi nelle attività di controllo del territorio sono tra i principali compiti degli oltre 1100 caschi blu italiani, e degli altri colleghi di 44 nazioni.
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