Dal Risorgimento ad oggi, 364 anni di fedeltà alle Istituzioni
Roma, 24 aprile 2023 – Il 18 aprile 2023, i Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito italiano, ha celebrato il 364° anniversario dalla fondazione, con una cerimonia che si è svolta all’interno della caserma “Gandin”. Nati nel 1659, in più di tre secoli e mezzo di storia, i “Bianchi Alamari” hanno percorso tutte le fasi della storia d’Italia. Dalla nascita della nostra Nazione fino ai più recenti impegni internazionali.
A comandare lo schieramento il colonnello Piergiorgio Giordano.
Colonnello Piergiorgio Giordano
Il comandante della brigata gen. b. Giovanni Brafa Musicoro passa in rassegna i reparti
All’evento, presieduto dal comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna”, generale di brigata Giovanni Brafa Musicoro, erano presenti, tra gli altri, l’ex consigliere militare del Presidente della Repubblica, generale di corpo d’armata Rolando Mosca Moschini, l’ex sottosegretario alla Difesa, generale di corpo d’armata Domenico Rossi, autorità civili, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, il presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna (ANGS) generale di divisione in quiescenza Giovanni Garassino, ex militari del reggimento ed altre istituzioni locali. Una nota di colore è stata rappresentata dai ragazzi dell’istituto “Perlasca”.
Entrano i rappresentanti dell’Associazione Granatieri di Sardegna e il gonfalone di Roma capitale
I reparti schierati hanno rispecchiato, attraverso le uniformi ed equipaggiamenti utilizzati nella cerimonia, gli impegni in cui i “Granatieri di Sardegna” hanno operato in passato e sono chiamati a operare oggi: dall’impiego delle unità fucilieri nelle operazioni sul territorio nazionale ed internazionale, ai servizi presidiari presso le sedi istituzionali e i compiti di Alta Rappresentanza.
Tempi antichi
Tempi moderni
Al termine il cappellano militare ha recitato la preghiera del Granatiere.
Non poteva mancare alla cerimonia il “Graduato scelto” Duca, la mascotte del 1° Reggimento Granatieri
Roma, 17 febbraio 2023 – Questa mattina, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, i Granatieri di Sardegna hanno commemorato il Duca di San Pietro, Don Alberto Genovese, nella celebrazione della messa in occasione dell’anniversario della sua morte. Quest’anno, alla sfilata hanno partecipato non solo il 1° e il 2° Reggimento, ma anche il 3° Reparto Comando e Supporti tattici “Guardie”.
Il padre di Alberto, Don Bernardino Antonio Genovese, un patrizio sardo, fondò il Reggimento di Sardegna nel 10 luglio 1744, a sue spese, per proteggere i coloni appena giunti sull’isola di San Pietro, di fronte alle coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte, fissando l’uso della loro rendita per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale e per aiutare le vedove dei soldati caduti. Inoltre, disposte che venisse celebrato l’anniversario in suffragio ed in memoria del Sig. Duca Alberto, il giorno della sua morte.
La tradizione è stata continuata dai Granatieri di Sardegna, che discendono direttamente dall’antico Reggimento di Sardegna. Alla cerimonia hanno partecipato personalità politiche e autorità militari, nonché discendenti diretti di Don Alberto Genovese, dimostrando il loro attaccamento a una tradizione ultracentenaria.
Alla cerimonia hanno partecipato il generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, comandante delle Forze Operative Sud, alcuni ex capi di Stato Maggiore dell’Esercito, ex comandanti della brigata “Granatieri di Sardegna” – incluso l’attuale generale di brigata Giovanni Brafa Musicoro – rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e cittadini romani.
In particolare, è stata significativa la partecipazione dei discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, dimostrando un forte attaccamento alla tradizione ultracentenaria che li ha sempre visti partecipi e vicini ai “Giganti con gli Alamari”.
Quest’anno presente alla commemorazione del Duca di San Pietro anche la mascotte, il “Graduato scelto” Duca, del 1 reggimento Granatieri di Sardegna.
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I Granatieri di Sardegna, oltre a partecipare alle principali missioni internazionali dell’Esercito Italiano, contribuiscono a garantire una costante presenza sul territorio della Capitale, nel Lazio e nella vicina Regione Umbria, nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”. Oltre alle attività operative e addestrative, svolgono anche servizi presidiari di alta rappresentanza presso le Istituzioni nazionali.
Rome, february 17th, 2023 – This morning, in the church of Santa Maria degli Angeli in Rome, the Grenadiers of Sardinia commemorated the Duke of San Pietro, Don Alberto Genovese, in the celebration of the mass on the occasion of the anniversary of his death. This year, not only the 1st and 2nd Regiment, but also the 3rd Command and Tactical Support Unit “Guardie” participated in the parade.
Alberto’s father, Don Bernardino Antonio Genovese, a Sardinian patrician, founded the Regiment of Sardinia on July 10, 1744, at his own expense, to protect the newly arrived settlers on the island of San Pietro, in front of the Sardinian coasts. In 1776, his son donated 120,000 old Piedmont lire to the Regiment, setting the use of their income for the establishment and subsequent maintenance of the regimental music and to help the widows of fallen soldiers. In addition, he arranged for the anniversary to be celebrated in suffrage and in memory of Mr. Duke Alberto, on the day of his death.
The tradition has been continued by the Grenadiers of Sardinia, who directly descend from the ancient Regiment of Sardinia. Political figures, military authorities, as well as direct descendants of Don Alberto Genovese participated in the ceremony, demonstrating their attachment to an ancient tradition.
The ceremony was attended by Lieutenant General Giuseppenicola Tota, commander of the Southern Operational Forces, some former Chiefs of Staff of the Army, former commanders of the “Granatieri di Sardegna” brigade – including the current Brigadier General Giovanni Brafa Musicoro – representatives of Combatant and Army Associations, and citizens of Rome.
In particular, the direct descendants of Don Alberto Genovese’s lineage participated in the ceremony, demonstrating a strong attachment to the centuries-old tradition that has always seen them as part of the “Giganti con gli Alamari”.
This year, the mascot of the 1st Regiment Granatieri di Sardegna, the “graduato scelto” Duca, was also present at the commemoration of the Duke of San Pietro.
In addition to participating in the main international missions of the Italian Army, the Granatieri di Sardegna also contribute to ensuring a constant presence in the Capital, Lazio, and the neighboring Umbria Region, within the framework of the “Strade Sicure” operation. In addition to operational and training activities, they also perform high-representation guard services at national institutions.
Il colonnello Pier Giorgio Giordano subentra al tenente colonnello Andrea Pagliaroli al comando dei “Bianchi Alamari” nel neo costituito 2° reggimento “Granatieri di Sardegna”.
Spoleto, 1° Settembre 2022 – Questa mattina presso la caserma “Giuseppe Garibaldi” di Spoleto (PG), a distanza di venti anni dalla soppressione, avvenuta il 29 ottobre 2002, si è tenuta la cerimonia di ricostituzione del 2° reggimento “Granatieri di Sardegna”, con l’avvicendamento nell’incarico di comandante tra il cedente, tenente colonnello Andrea Pagliaroli, ed il subentrante, colonnello Pier Giorgio Giordano, sancito con il passaggio della Bandiera di Guerra del 2° reggimento Granatieri di Sardegna.
Alla cerimonia erano presenti il sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Giorgio Mulè, il comandante delle Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, la presidente della Regione Umbria, avv. Donatella Tesei, il prefetto di Perugia, dott. Armando Gradone, il sindaco di Spoleto, dott. Andrea Sisti e il comandante della Brigata Granatieri di Sardegna generale di brigata Giovanni Brafa Musicoro, oltre alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, ex militari del reggimento ed altre istituzioni locali.
“La straordinaria “famiglia” dei granatieri di Spoleto si allarga. La ricostituzione del 2º Reggimento che dopo 20 anni, al grido “A me le guardie!”, torna nella sua città, ha un’importanza speciale per l’Umbria e per l’intera comunità spoletina”, ha detto il sottosegretario Mulè nel suo intervento evidenziando che “L’Umbria è strategica per la Difesa. E la Difesa è strategica per l’Umbria. L’attenzione del governo è stata e continuerà ad essere alta. In questa Regione abbiamo rilanciato alcune tra le più preziose realtà militari che rischiavano il collasso, assicurando 164 assunzioni al Polo armi leggere di Terni e rinnovando i contratti dei dipendenti civili assunti dal deposito munizioni di Spoleto”.
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Il reggimento ha origine dal Reggimento delle “Guardie”, costituito in Torino il 18 aprile 1659 ed è posto alle dirette dipendenze della Brigata meccanizzata “Granatieri di Sardegna”
All rights reserved Fonte e immagini: Comando Brigata “Granatieri di Sardegna”
Fedeltà e dedizione alle istituzioni per i Granatieri che oggi festeggiano l’anniversario della propria costituzione
Roma, 18 aprile 2022 – I “Bianchi Alamari” sono nati nel 1659. In più di tre secoli di vita, hanno percorso tutte le fasi della storia d’Italia, partecipando alle battaglie pre-risorgimentali e arrivando fino ai più recenti impegni internazionali in cui, il tricolore, si è reso protagonista.
I “Granatieri di Sardegna” derivano dall’antico reggimento delle Guardie Reali del Regno di Sardegna creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia che, proseguendo e affermando le riforme militari iniziate da Emanuele Filiberto, volle la costituzione di un esercito permanente di pace. Il primo reggimento di tale esercito fu quello di “Guardia” o delle “Guardie”, costituito il 18 aprile 1659, al quale risalgono storicamente le origini dei “Granatieri di Sardegna”.
L’appellativo “Granatieri” nasce nel 1685. In quell’epoca, infatti, si decise di addestrare un gruppo di soldati, i più forti e di statura elevata, nel lancio individuale a breve distanza di piccole “granate” a mano di grande effetto distruttivo, a imitazione di quanto già in atto nell’esercito francese. Venne istituita quindi la specialità dei soldati “Granatieri”, che in battaglia precedevano le colonne d’attacco e, ad ogni compagnia del reggimento “Guardie”, furono assegnati sei di questi soldati incaricati di lanciare allo scoperto la nuova tipologia di ordigni esplosivi. Il requisito dell’altezza all’interno della specialità “Granatieri” è giunto fino ai nostri tempi, rispettando una tradizione tri-secolare.
Numerose sono le battaglie che hanno visto i “Granatieri di Sardegna” combattere con coraggio e orgoglio, ma è con lo scoppio della prima guerra mondiale che i Granatieri hanno tuttavia pagato il loro più grande tributo di sangue: sul Monte Cengio, in particolare, l’intera Brigata fu quasi completamente annientata in una difesa tanto eroica quanto dispendiosa in termini di morti, feriti e dispersi: la Brigata contò circa 4.500 caduti a fronte di un organico di 6.000 uomini.
I Granatieri di oggi, come del passato, sono formati e addestrati per svolgere incarichi sia operativi – sul territorio nazionale e lontano dalla madrepatria – sia di rappresentanza. Infatti, alle molteplici attività operative-addestrative, si aggiungono i delicati servizi presidiari della Capitale e di Alta Rappresentanza presso le più importanti Istituzioni repubblicane. Unitamente ai verdi “Lancieri di Montebello (8°), unità di cavalleria della Brigata “Granatieri di Sardegna”, i Granatieri garantiscono una presenza di elite nella Capitale coniugando efficacemente e orgogliosamente operatività e formalità.
I Granatieri di Sardegna, guidati dal tradizionale motto «A me le guardie!», in oltre tre secoli di storia hanno combattuto con coraggio, orgoglio e sacrificio.
Nel 1° semestre del 2022, gli uomini e le donne del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna” e del 2° Battaglione Granatieri “Cengio” di Spoleto sono impegnati con il comando del Raggruppamento “Lazio-Abruzzo” dell’Operazione “Strade Sicure”, a guida dello stesso Comando Brigata, a fianco delle Forze dell’Ordine e contribuiscono, grazie a una quotidiana presenza sul territorio, a elevare la percezione di sicurezza da parte della popolazione.
A tutti i Granatieri d’Italia in servizio e in congedo formuliamo, oggi, i più fervidi auguri di sempre maggiori fortune!
Celebrazione della Santa Messa in suffragio di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, per i Granatieri di Sardegna
Roma, 19 febbraio 2022 – I militari della “Granatieri”, la più antica unità militare dell’Esercito Italiano, schierati in armi, hanno presenziato ieri mattina, alla celebrazione della Santa Messa in suffragio di don Alberto Genovese, duca di San Pietro, officiata da monsignor Sergio Siddi, vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, svoltasi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
La cerimonia è stata preceduta dallo sfilamento dei reparti della brigata “Granatieri” in uniforme storica del 1848 che, marciando dalla caserma “Macao” di Castro Pretorio lungo le strade della capitale, hanno raggiunto la Chiesa di Stato situata in Piazza della Repubblica.
La cerimonia si è svolta alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, e di diverse autorità, tra le quali il consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, generale RolandoMosca Moschini, il comandante delle Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, e diversi ex capi di Stato Maggiore dell’Esercito.
Presenti all’ultracentenaria tradizione anche i discendenti diretti della dinastia Genovese sempre partecipi e vicini ai “Bianchi Alamari”.
Il comandante della bgt Granatieri di Sardegna, generale di brigata Liberato Amadio
Al termine della funzione religiosa, il comandante della brigata “Granatieri di Sardegna”, generale di brigata Liberato Amadio, ha voluto soffermarsi sul significato della celebrazione: “La simbolica cerimonia ha superato il suo carattere originario ergendosi a simbolo delle tradizioni dei “Granatieri di Sardegna”. Le tradizioni militari costituiscono un patrimonio morale ed educativo per chiunque abbia servito nelle Forze Armate e soprattutto nell’Esercito. Il sentimento che ne scaturisce si sintetizza con il semplice ma significativo concetto di “spirito di corpo”.
STORIA DEL DUCA DI SAN PIETRO
Don Bernardino Antonio Genovese, Duca di San Pietro, patrizio sardo e padre di Alberto, il 10 luglio 1744 costituì a Cagliari, a sue spese, il Reggimento di fanteria d’ordinanza “di Sardegna” con il fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospiciente le coste sarde. Due anni più tardi, nel 1776, suo figlio Alberto Genovese, che ne ereditò il titolo nobiliare, donò al Reggimento 120.000 vecchie lire di Piemonte, fissandone l’uso per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché di un fondo di pietà per l’assistenza delle famiglie bisognose dei Granatieri. Nella scrittura testamentaria, il Duca di San Pietro dispose, altresì, che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, Sig. Duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”. La volontà dell’antico benefattore nel porre il soldato e la sua famiglia al centro del suo testamento sono ancora oggi una priorità dell’Esercito.
I “Granatieri di Sardegna” ricordano e onorano Il Duca di San Pietro, loro benefattore, dal 18 febbraio 1776, insieme a tutti i Caduti negli oltre tre secoli di storia della specialità.
LA SPECIALITA’ DEI GRANATIERI
I “Granatieri”, specialità dell’Arma di Fanteria, partecipano e concorrono alle principali missioni nazionali ed internazionali in cui la Forza Armata è chiamata ad intervenire; attualmente sono impegnati con il comando del Raggruppamento “Lazio e Abruzzo” nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure” e forniscono, con il concorso di altri reparti dell’Esercito, circa 1.500 militari in supporto alle Forze dell’Ordine, assicurando una quotidiana presenza sul territorio della Capitale.
Alle molteplici attività operative/addestrative, anche nel contrasto al Covid-19, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della Capitale e di Alta Rappresentanza presso le principali sedi istituzionali della Repubblica.
Roma, 15 novembre 2021 – Il colonnello Domenico Pisapia è il nuovo comandante del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito. La cerimonia di avvicendamento si è tenuta a Roma, presso la caserma Gandin, alla presenza del comandante della brigata Granatieri di Sardegna, generale di brigata Liberato Amadio, venerdì 12 novembre 2021.
Il colonnello Giuseppe Diotallevi, 113° comandante, ha passato il testimone dopo un anno di comando in cui i “Bianchi Alamari” sono stati impiegati su diversi fronti, addestrativi e operativi: il comando della Task Force “Strade Sicure”, nel primo semestre ’21, e della Task Force “G20” nel mese di ottobre nella città di Roma, le attività addestrative in molti dei poligoni nazionali e le molteplici attività di alta rappresentanza presso le sedi degli organi istituzionali della Repubblica.
Nel discorso di commiato, il comandante uscente ha ringraziato tutti i Granatieri per l’indiscutibile slancio, ardore e fedeltà di intenti dimostrati durante tutto il periodo di comando, citando le parole di Sant’Agostino: “nella Casa del giusto, anche coloro che esercitano un comando non fanno in realtà altro che prestare un servizio a coloro i quali sembrano comandare; essi di fatti non comandano per cupidigia di dominio ma per dovere di far del bene agli uomini, non per orgoglio di primeggiare, ma per amore di provvedere”.
Il comandante della brigata Granatieri di Sardegna, generale di brigata Liberato Amadio, ha sottolineato i recenti successi del reggimento sia in ambito operativo, evidenziando l’enorme sacrificio che tutta la Brigata spende per garantire costantemente la sicurezza nella capitale nel quadro dell’operazione “Strade Sicure”, sia in campo addestrativo, con i continui impegni nelle esercitazioni con il Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre – SIAT, presso il poligono di Monte Romano e nelle attività addestrative pianificate dalla Divisione Acqui.
Fossano (CU), 1 settembre 2021 – Un monumento dedicato al fondatore dei Granatieri di Sardegna, il duca Carlo Emanuele II, è stato inaugurato a Fossano, uno dei comuni più grandi della provincia di Cuneo, il 29 agosto.
L’iniziativa è stata promossa dalla sezione ANGS di Fossano, accolta e supportata dal Comune, con il contributo della Cassa di Risparmio di Fossano.
La manifestazione è iniziata con una messa celebrata dal francescano fra Claudio, già carabiniere, che a suo tempo conobbe Gianfranco Maria Chiti, ex comandante della Granatieri che poi si fece frate. Subito dopo un corteo con i partecipanti alla cerimonia con Granatieri dell’ANGS in uniforme sociale, 4 figuranti del Gruppo Storico Carlo Emanuele II di Venaria (TO) si è avviato sul luogo dell’inaugurazione. Lungo il percorso ha marciato pure la Musica d’Ordinanza del I reggimento Granatieri di Sardegna, diretti dal Maestro 1° Luogotenente Domenico Morlungo. La cerimonia si è svolta nel pieno rispetto delle norme per il contenimento del COVID-19.
Presenti alla manifestazione inoltre autorità civili e militari e numerose associazioni d’Arma.
Il monumento è stato concepito per ricordare il soggiorno nel Castello degli Acaja del giovane Carlo Emanuele II, che poi fondò la Granatieri di Sardegna.
La sera poi, nella piazza del Castello la Musica d’Ordinanza I reggimento Granatieri di Sardegna, diretta dal lgt Domenico Morlungo, ha tenuto un concerto, in memoria dei Granatieri classe 1921, ed in particolare di G. M. Ciravegna e Gianfranco Maria Chiti.
Roma, 18 aprile 2021 – Con una lettera di auguri il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino ricorda oggi l’anniversario della costituzione dei Granatieri di Sardegna, 362 anni di storia iniziati dal duca Carlo Emanuele di Savoia.
Nessuna cerimonia in ottemperanza delle normative vigenti per il contenimento della diffusione del contagio da SARS-Cov-2.
Grande partecipazione però sui social tra gli appartenenti all’Associazione Granatieri di Sardegna per celebrare questo importante giorno, come questa grafica di Max il Granatiere.
Come nascono i Granatieri di Sardegna
FESTA DELLA PIÙ ANTICA SPECIALITÀ DELLA FANTERIA ITALIANA
Alla metà del sec. XVII la Dinastia dei Savoia aveva signoria nel Paese da circa sette secoli e Carlo Emanuele II era quattordicesimo nella serie dei Duchi che si erano susseguiti dopo che nel 1416 l’antica Contea era stata innalzata a Ducato. Venuto a trovarsi in un’epoca nella quale nell’intero contesto internazionale si andavano già avvertendo manovre determinate proprio dalla politica dinastica di ampliamento che tutti i principali Stati europei andavano impostando palesemente o occultamente; epoca nella quale le stesse guerre non erano più combattute dalle Chiese o dalle Nazioni come era avvenuto in passato ma dai Re. Si imponeva quindi più che mai ai sovrani d’ogni specie e, in particolare, a quelli regnanti sugli Stati più piccoli, se non volevano rassegnarsi al destino del vaso di coccio tra i vasi di ferro, quanto meno di costituire forti ed organizzate milizie: tanto più, per quanto concerne il Ducato di Savoia, che in esso si era sempre preferito avvalersi di proprie milizie e non far uso, se non per estremo bisogno, di quelle mercenarie. Il Duca Carlo Emanuele II, secondogenito dì Vittorio Amedeo I e di Cristina di Borbone, era nato a TORINO il 20 giugno 1634 ed era succeduto al fratello Francesco Giacinto il 14 ottobre 1638. Era rimasto tuttavia, durante la minore età fino al 1649, sotto la reggenza della madre, per cui al momento in cui lo coglie la nostra storia governava direttamente lo Stato esattamente da dieci anni.
La fondazione dei primi Reggimenti e del “Reggimento delle Guardie” in particolare non costituirono, ad ogni modo, eventi meramente occasionali e contingenti bensì si inquadrarono nel contesto della riforma militare che Carlo Emanuele II e poi suo figlio Vittorio Amedeo II attuarono, spinti dalle necessità del Ducato determinate dal particolare assetto internazionale dell’epoca e aggravate dalla situazione nella quale il Ducato stesso era venuto a trovarsi dopo le appena trascorse gravi vicende politiche interne. La riforma organica dell’esercito sabaudo si presentò quindi al Duca Carlo Emanuele II come primo compito da assolvere. A quell’epoca vigeva il sistema dei Reggimenti di proprietà dei Comandanti, tutti di nobili origini e di consistenti disponibilità economiche. Tali Reggimenti venivano assoldati al momento delle necessità relative ai conflitti.
Nel Ducato di Savoia – dove, come si è già accennato, si era sempre evitato di far ricorso a truppe straniere mercenarie assunte solo eccezionalmente come ausiliarie, e dove si era fatto divieto ai sudditi di arruolarsi a loro volta al soldo straniero – Emanuele Filiberto, che tale divieto aveva posto, aveva provveduto a instaurare l’obbligo del servizio militare, dicendosi certo che i suoi sudditi sarebbero stati fieri di non servire come mercenari “mais comme en leur cas propre pour la deffense et conservation de leur prince nature! et de leur propre patrie”. La storia ha quindi inizio nell’anno 1559 con la prima grande riforma militare piemontese iniziata appunto dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia.
Il Duca, infatti, modificò “per gradi gli ordini, e per gradi intese ridare loro la perfezione cui fosse. Principiando neppur sapeva ancora con sicurezza quale dovesse essere”.
Per prima cosa dispose che era “Vietato ai sudditi suoi di militare a soldo straniero” (Duboin, Raccolta…delle leggi….emanate…sino all’8 dicembre dai Sovrani della Real Casa di Savoia). Instaurò l’obbligo del servizio, e “perché fosse universalmente adempiuto, lo rese gradevole con privilegi che concesse ai descritti nei ruoli della milizia”. Costituì, quindi, non un esercito permanente, ma una milizia “solo diversa dalle antiche perché destinata anche alla guerra in campo, e a questa apparecchiata con giusto addestramento e buon ordine di comandanti”. Tale milizia viveva in guarnigioni e prestava servizio agli ordini di Capitani, Castellani o Governatori nominati dal Sovrano, che aveva affidato tutta l’organizzazione ad un certo Giovanni Antonio Levo, detto Sergente Maggiore Generale della fanteria piemontese.
In periodo successivo detta milizia fu divisa in Colonnellati. Il Colonnellato era una Unità militare simile al Reggimento. Il suo ordinamento prevedeva una forza pari a quattro/sei Compagnie – di circa 400 uomini ciascuna -, divise in quattro Centurie, a loro volta suddivise in quattro Squadre. Il personale, non volontario, in tempo di pace, era radunato per Squadre per svolgere addestramento nei villaggi di residenza nei giorni festivi, e nella pienezza di organico, dai Colonnelli almeno due volte l’anno. Si ritiene che con il nome di Colonnello venisse indicato solo il capo territoriale di più Compagnie, il comandate “tattico” di un Reggimento si chiamava invece Maestro di Campo.
La sostituzione del nome di Colonnello a quello di Maestro di Campo è del 1661 in Francia (Daniel, Histoire de la Milice Francoise) ed all’incirca nello stesso periodo in Piemonte, prova ne sia che il Millet de Challes, Comandante del Reggimento Savoia, fu chiamato sia “maestro de champ,” in una patente del 1 settembre 1659, sia Colonnello nel calcolo della paga per la soldatesca nell’anno 1660 (Camussi, Dizionario analitico delle circolari dell’azienda generale della guerra, sotto Savoia).
L’opera del Duca Emanuele Filiberto fu continuata da suo figlio Carlo Emanuele I, il quale mantenne la milizia istituita dal padre chiamandola Milizia Generale e stabilì che non potesse essere impiegata fuori della Provincia di residenza.Contemporaneamente istituì una Milizia Reale di 18.000 uomini, tratta dalla Milizia Generale e “disponibile al Principe dovunque occorresse per far guerra”.
Si ebbe così una specie di Milizia Mobile distinta dalla Milizia Territoriale.
Vittorio Amedeo I, succeduto al padre Carlo Emanuele I, conservò gli ordini militari lasciatigli dal padre. Alla sua prematura morte, successe Francesco Giacinto. La reggenza di Madama Reale (madre di Vittorio), che gli succedette a causa dell’immatura morte, fu funestata dalle discordie e dalle lotte interne, e si vide “discogliersi” la Milizia, scissa tra le fazioni opposte, che si combattevano. Ma fu il Duca Carlo Emanuele II, una volta salito al trono, che ripristinò le Milizie ricostituendo la Milizia Reale e la Milizia Generale.
Una sequenza di immagini che racconta un po' la storia dei Granatieri
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Inizialmente furono scelti i migliori Comandanti e i migliori gregari e fu fondato il Battaglione di Piemonte, forte di 6.180 uomini, divisi in 12 Reggimenti, di otto Compagnie ciascuno. Detta milizia era chiamata alle armi soltanto per esigenze di guerra. In tempo di pace occorrendo truppe necessarie per mantenere l’ordine interno e per vigilare e presidiare le fortezze, il Duca stipendiò un certo numero di Reggimenti, della cui “levata” e del relativo “mantenimento” assunsero l’onere alcuni nobili piemontesi o ricchi stranieri, di gradimento del Sovrano. Stando al Dizionario Analitico di Eugenio Camussi, i primi Reggimenti di Fanteria o Colonnellati che esistevano all’epoca della rivista passata il 30 luglio 1659, erano: Marolles, Servantes, Livorno, Nasino, Gumittieres, Catalano, Lobella, Lullino, San Damiano, Malabaila, Bellino. La riforma iniziata nel 1659, fu ultimata soltanto nel 1664. Il Reggimento delle Guardie fu “levato” il 18 aprile del 1659.
(testo del Granatiere Generale Ernesto Bonelli)
Spigolatura
Il 18 aprile 1923, 264° anniversario della costituzione del Corpo, i Granatieri festeggiarono l’evento con la “festa del tetto” raggiunto durante la costruzione del nostro Museo. Due compagnie di Granatieri vi salirono sopra e brindarono al compleanno.
Roma, 19 febbraio 2021 – (di Monica Palermo) I Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito italiano, con una messa hanno celebrato ieri 18 febbraio il 245° anniversario della morte di don Alberto Genovese, duca di San Pietro, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.
La cerimonia è stata presenziata dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Salvatore Farina, dal consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del consiglio supremo di Difesa generale Rolando Mosca Moschini, dall’ex sottosegretario di Stato per la Difesa generale di corpo d’armata Domenico Rossi, dal comandante delle Forze Operative Sud generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, dal presidente di ASSOARMA generale di corpo d’armata Mario Buscemi e dal comandante della Polizia locale di Roma Capitale dott. Ugo Angeloni, nonché autorità delle altre forze armate e di polizia.
Il capo di SME generale Salvatore Farina rende omaggio alla bandiera di guerra della Granatieri
Presenti le alte cariche della brigata Granatieri di Sardegna, il comandante della brigata, generale di brigata Liberato Amadio, il vice comandante della brigata colonnello Aniello Santonicola, il comandante del 1° rgt Granatieri di Sardegna, colonnello Giuseppe Diotallevi e il comandante del 2° battaglione Granatieri di Sardegna di Spoleto, tenente colonnello Gabriele Guidi, nonché il precedente comandante della brigata, generale di brigata Diego Filippo Fulco. Presente inoltre il comandante dei Lancieri di Montebello (8°) il colonnello Giuseppe Cacciaguerra.
La messa è stata officiata dal vicario generale dell’ordinariato militare per l’Italia monsignor Angelo Frigerio, dal cappellano militare don Pier Luca Bancale, dal diacono Franco Tolomei, generale di cavalleria, e da don Giuseppe Ganciu, nuovo vicario episcopale per l’Esercito Italiano.
Presenti alla celebrazione anche gli eredi del Duca di San Pietro.
Al termine della cerimonia il presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, generale Giovanni Garassino, ha letto la “preghiera del Granatiere”.
Approfondimenti del granatiere Ernesto Bonelli
RIPETERE NON E’ INUTILE RETORICA
Oggi 18 febbraio 2021, i Granatieri di Sardegna non potevano non rispettare il disposto del lascito testamentario di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, e lo hanno fatto nel solco delle tradizione e, come loro consuetudine, nell’osservanza del rigido protocollo imposto dalla disciplina militare pur nel rispetto delle norme anti – Covid.
Il protocollo d’altronde non poteva essere diverso in quanto questa tradizione da sempre, in qualsiasi situazione – guerra, pace, prigionia – o località sede, in Italia o all’estero per esigenze operative, delle Unità Granatieri, viene rinnovata, in quanto “ripetere non è una inutileretorica,ma il segno di una continuità di gratitudine e di memoria verso colui che ha voluto beneficiare il suo reggimento ed in suffragio di tutti i Granatieri che, in pace ed in guerra, sono deceduti” (Mons. Angelo Frigerio, nell’omelia).
Incantevole il quadro che si presentava nella maestosità della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma che, pur nella esiguità dei presenti, è sembrata gremita di persone, grazie anche al dettagliato e squadrato schieramento dei protagonisti della cerimonia del duca: gli eredi, i celebranti, le autorità, i comandanti di reggimento, ma, innanzitutto le bandiere del 1° e del 2° reggimento “Granatieri di Sardegna”, il medagliere nazionale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, il catafalco con ai lati il picchetto nell’uniforme del 1776, data del lascito, dei fanti del Reggimento di Sardegna, il comandante del 1° reggimento, la musica d’ordinanza del 1° reggimento e le due compagnie Granatieri equamente distribuite ai lati della Basilica con i militari distanziati, nella bellezza della loro Grande Uniforme di rappresentanza per nulla “guastata” dalla mascherina sul volto.
Mancavano i vecchi Granatieri, ma solo “in presenza”, il loro cuore e loro testa, sebbene distanti, erano all’interno del Tempio.
Particolare attenzione hanno destato le parole pronunciate da monsignor Angelo Frigerio, Vicario Generale Militare, nel corso dell’omelia. Il celebrante ha infatti evidenziato “i valori di disciplina, rispetto e fraternità che la compagine militare insegna ai giovani cittadini”; valori di cui, oggi più che mai, la società ne abbisogna visti i tragici ultimi eventi. Ha inoltre posto l’accento “sul ruolo di presidio di riferimento per la civiltà della sicurezza” che le Forze Armate ogni giorno svolgono.
La Santa Messa è stata concelebrata da Don Giuseppe Ganciu, coordinatore dei Cappellani Militari dell’Esercito e da Padre PierLuca Bancale, Cappellano Militare della Brigata “Granatieri di Sardegna”, coadiuvati dal Diacono Franco Tolomei, Generale della riserva, proveniente dall’Esercito.
Un plauso al comandante della Brigata generale di brigata Liberato Amadio, al vice comandante della Brigata colonnello dei Granatieri Aniello Santonicola ed al comandante del 1° Reggimento “Granatieri di Sardegna” colonnello Giuseppe Diotallevi ed a tutto il personale dipendente per la granatieresca, austera ed armonica dimostrazione di disciplina e di intimo sentimento di spirito di appartenenza.
IL LASCITO di Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte
“L’anno del Signore 1776 al primo del mese di Agosto, circa alle ore 6 di Francia, alla sera in Torino …” , così inizia, come si può leggere da una copia dell’atto originale conservato nel Museo Storico dei “Granatieri di Sardegna”, in un cofanetto presso il salone d’onore, il documento stipulato tra Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte, Marchese del Castiglio, della Guardia, di Villa Erniosa e Santa Croce, Conte di Cagliari, Barone di Portoscuro, seguito da altri 19 titoli tra cui “Capitano d’Infanteria” e Don Gavino Paliaccio Marchese della Planargia allora comandante del Reggimento di Sardegna.
Il documento è costituito da 9 articoli. Nel primo viene sancita la creazione della Banda di Musica e della Massa di Pietà ed istituito un fondo di 100.000 lire vecchie di Piemonte la cui rendita annuale fissata a 4.000 lire dovrà servire lire 3200 alla manutenzione della Banda e per lire 800 alla Massa di Pietà, quest’ultima da impiegarsi quale “soccorsi da darsi dal Colonnello alle donne del Reggimento cariche di famiglia, orfani, vedove ed altri consimili opere pietose in soccorso dei più necessitosi dell’istesso corpo principiando dal Sergente fino al Soldato “. Inoltre sono stanziate altre 4.000 lire a favore della Banda “per supplire alle prime spese di vestiario, istrumenti ed altro”.
Nel secondo articolo il Duca si impegna a pagare entro un mese la somma di lire 8.000, 4,000 lire per le prime spese del vestiario, instrumenti ed altro. La somma di 4.000 lire per la Massa di Pietà e per il mantenimento della banda nel primo anno. Il fondo di 100.000 lire verrà invece versato in tre rate annuali di 33.333 lire 6 soldi e 8 denari. Questo capitale però non sarebbe stato percepito per intero se non dopo tre anni, il Duca si impegnò quindi a versare £. 4.000 annue fino alla costituzione del fondo stesso. Pertanto complessivamente il Duca in tre anni sì impegnò a versare 120.000 lire vecchie di Piemonte. Il terzo e quarto articolo contengono dettagli amministrativi atti ad onorare gli impegni assunti dal Duca negli articoli precedenti.
Con il quinto articolo Don Alberto dispone che annualmente sia celebrata dal cappellano del Reggimento una messa “in suffragio dell’anima del Signor Duca padre nel giorno dell’anniversario della morte, che avvenne il 15 Febbraio 1764, con intervento del Signor Colonnello, e cogli Ufficiali del Corpo, e col suono, e musica di detta Banda e con quelle pompe funebri Ecclesiastiche che stimerà il Signor Colonnello“. I fondi necessari per la celebrazione di tale cerimonia dovranno essere tratti dal reddito a favore della Massa di Musica. Inoltre Don Alberto dispose che dopo la sua morte, – che sarebbe avvenuta il 12 gennaio 1812 a Cagliari, come risulta dai “Quinque Librorum” – tale cerimonia sarebbe stata effettuata in suo onore e non più per il padre. Nel sesto articolo Don Alberto si riserva “la ragione e la facoltà, non trasmissibile ai suoi successori, di potersi valere della Banda e di nominare in caso di vacanza di qualche posto in detta Banda un soggetto abile“. A mente del settimo articolo: “Tutti gli istrumenti per uso di detta Banda debbono esser marcati colle armi gentilizie di famiglia di Signor Duca”. Con il successivo articolo il Comandante di Reggimento viene delegato alla costituzione, entro tre mesi, della Banda “in quella miglior forma che stimerà esso“. Inoltre viene stabilito che la Banda “debba durare sempre finche durerà detto Reggimento” e qualora il reggimento fosse stato sciolto sua Maestà definirà
Nell’ultimo capitolo, il 9°, i due contraenti si impegnano a rispettare “i sovraesposti capitoli“.
Un anno dopo alla stipula di tale atto, e precisamente il 15 ottobre del 1777, il Duca di San Pietro si obbliga a vestire a sue spese il Tamburino Maggiore del Reggimento Sardegna e di provvedere ogni 6 anni a simile carico di vestiario da parata. A tal fine, stimata una spesa annua di 800 lire si impegna a versare una volta estinto il debito contratto con l’atto precedente, un fondo di 20.000 lire vecchie di Piemonte così che lo stesso possa fruttare, con un interesse annuo del 4%, la somma necessaria al mantenimento del Tamburino Maggiore, ovvero 800 lire annue.
Successivamente, con lo scioglimento del Reggimento Cacciatori di Sardegna e la successiva fusione dello stesso con il 1° e 2° Reggimento Granatieri, il fondo fu ceduto alla Brigata Granatieri di Sardegna.
Un documento dimostra lo stato patrimoniale del fondo, così come avvallato il 6 giugno 1852 dall’ultimo comandante del Reggimento Cacciatori di Sardegna tenente colonnello Enrico Cereale.
Ernesto Bonelli
Il comandante della Granatieri, generale b. Liberato Amadio, il generale c.a. Giuseppenicola Tota, generale b. Diego Filippo Fulco
Roma, 13 novembre 2020 – Avvicendamento nella carica di comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna” con una cerimonia in piena osservanza Covid, questa mattina, presso la caserma “Generale Antonio Gandin” di Roma, alla presenza del comandante della divisione “Aqui” generale di divisione Nicola Terzano, il generale di brigata Diego Filippo Fulco ha lasciato il comando al parigrado Liberato Amadio.
Generale di brigata Nicola Terzano
Il comandante della Divisione “Aqui”, durante il suo intervento ha espresso gratitudine ed apprezzamento, in primis a tutto il personale della Brigata per l’esemplare lavoro svolto, sottolineando, in particolare, i traguardi raggiunti durante la gestione dei momenti più complicati del lockdown garantendo il supporto alla popolazione sia in Patria sia all’estero, poi ai comandanti, cedente e subentrante, evidenziando come la professionalità e la passione siano i requisiti fondamentali per operare con successo.
Generale di brigata Diego Filippo Fulco
Il comandante cedente, generale di brigata Diego Filippo Fulco, ringraziando tutto il personale dipendente, ha salutato tutti gli uomini e le donne della Brigata, sottolineando le attività svolte dalla Brigata, dall’operazione “Strade Sicure” all’addestramento warfighting, dall’approntamento alla missione in Libano, dall’emergenza Covid19 all’operazione “Igea”, ritenendosi alla fine di quest’esperienza di comando biennale “un uomo ed un soldato più ricco” sia dal punto di vista professionale sia umano.
Una Messa è stata celebrata prima del passaggio comando, nella cappella di San Martino dei Granatieri di Sardegna, un segno di ringraziamento del comandante cedente per il suo periodo di comando e l’affidamento al Signore del nuovo periodo di comando da parte del comandante subentrante.
Generale di brigata Liberato Amadio
Brigata “Granatieri di Sardegna”: professionalità e passione
La cerimonia si è svolta in aderenza alle vigenti disposizioni, in piena osservanza delle misure di prevenzione anti Covid-19, restringendo il personale presente ad una piccola rappresentanza dei Reparti dipendenti. “Un piccolo sacrificio incomparabile rispetto a quello che tutti gli italiani sono in questo momento chiamati a sostenere”, queste le parole del Comandante cedente durante i saluti finali. La cerimonia è stata preceduta dalla deposizione della Corona al monumento dedicato ai Caduti e dalla messa presso la Chiesa all’interno della caserma.
La Brigata “Granatieri di Sardegna” che si compone di un reggimento granatieri, un reggimento di Cavalleria (Lancieri di Montebello), un reparto Comando e di un battaglione di Granatieri di stanza a Spoleto, è rientrata recentemente dal teatro operativo libanese ed è attualmente in procinto di approntarsi per essere impiegata sul territorio nazionale nell’operazione “Strade Sicure”.
Curriculum del generale di brigata Liberato Amodio
Il generale Liberato Amadio è nato a Padova il 4 Agosto 1969. Ha frequentato nel biennio 1989 – 1991 l’Accademia Militare di Modena (171° corso “Fede”) e nel Settembre del 1991 è stato nominato Sottotenente di fanteria.
E’ stato assegnato, con il grado di Tenente, al 1° reggimento “Granatieri di Sardegna” in Roma dove ha svolto, dal 1994 a 2001, i periodi di comando di plotone fucilieri, di Vice Comandante di Compagnia e di Comandante di Compagnia fucilieri e Spt. L., ricoprendo negli ultimi due anni di permanenza l’incarico di Capo Ufficio O.A.I.. Nell’ambito del 1° rgt. Granatieri, è stato impegnato nelle missioni fuori area in Bosnia (1997) e in Albania (2001).
Ha frequentato, negli anni 2002-2003, il 128° Corso di Stato Maggiore e il successivo 4° Corso Pluritematico, al termine dei quali ha conseguito il Master in “Scienze Strategiche”.
Nel 2007-2008 ha frequentato l’Istituto Superiore di Stato Maggiore presso la “Escuela de las Fuerzas Armadas” delle Forze Armate spagnole, conseguendo il titolo di “Diplomado de Estato Major”. L’ufficiale ha inoltre frequentato il Corso di Fotointerprete Militare presso la Scuola di Aerocooperazione di Guidonia (1999).
Quale Ufficiale Addetto presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, ha prestato servizio presso l’Ufficio Impiego Ufficiali del Dipartimento Impiego del Personale (dal 2003 al 2007) e presso l’Ufficio Pianificazione del Reparto Pianificazione Generale e Finanziaria (dal 2008 al 2011). Nel 2010 ha operato, nell’ambito dell’Operazione ISAF (Afghanistan), presso il Comando di RC-West nella Cellula J5.
Ha svolto il periodo di comando di battaglione nella sede di Spoleto presso il 2° battaglione Granatieri “Cengio” del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”, dal settembre 2011 al settembre 2012. Da ottobre 2012 a luglio 2015 ha ricoperto l’incarico di Capo Sezione “Ammodernamento dello Strumento” presso l’Ufficio Pianificazione di SME-RPGF. Dal luglio 2015 al luglio 2016 ha comandato il Multinational CIMIC Group (MNCG) nella sede Motta di Livenza. Successivamente è stato impiegato presso lo Stato Maggiore dell’Esercito dove ha diretto, per un anno, l’Ufficio Pianificazione (2016-2017) presso il III Reparto Pianificazione Generale e per 3 anni e 3 mesi (2017-2020) l’Ufficio del Sottocapo di SME.
Il generale di brigata Liberato Amadio è laureato in Scienze Politiche (indirizzo politico-economico) e in Scienze Internazionali e Diplomatiche. E’ altresì insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
E’ sposato con la signora Raffaella ed è padre di Lorenzo (12 anni).
Piccolo contributo per diffondere, in Italia e nel mondo, la conoscenza e l'amore per le Bande e le Fanfare delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia e delle Associazioni d'Arma della Repubblica Italiana, della Repubblica di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano.