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Paracadutisti 1° btg Carabinieri Tuscania e del 2° btg Tarquinia ricordano le loro origini con una cerimonia a porte chiuse

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Livorno, 3 luglio 2020 – I paracadutisti del 1° Battaglione Carabinieri Tuscania e del 2° Battaglione Tarquinia il 1 luglio hanno ricordato le loro origini con una celebrazione a porte chiuse presso la caserma “P. Vannucci” di Livorno. Con una cerimonia congiunta è stato celebrato l’80° anniversario della costituzione del 2° btg. paracadutisti “Tarquinia” e del 1° btg. Carabinieri paracadutisti, pedine di manovra tuttora inquadrate rispettivamente nel 187° rgt. paracadutisti “Folgore”, al comando del colonnello Mauro Zandonadi, e nel 1° rgt. CC. par. “Tuscania”, al comando del colonnello Salvatore De Montis.

La cerimonia si è svolta a porte chiuse, nel rispetto delle limitazioni imposte dall’attuale situazione per l’esigenza COVID-19, alla presenza del comandante della brigata paracadutisti “Folgore”, generale di brigata Beniamino Vergori, e del comandante della 2^ brigata mobile dei Carabinieri, generale di brigata Stefano Iasson, oltre ad una rappresentanza di ufficiali e sottufficiali di entrambi i reggimenti e del 9° rgt. ass. “Col Moschin”, avente sede anch’esso all’interno della caserma Vannucci.

Entrambi i battaglioni vennero costituiti nel luglio 1940 presso la regia scuola di paracadutismo militare, istituita presso l’aeroporto “Amerigo Sostegni” di Tarquinia (VT), in data 15 ottobre 1939.

Il compito della Regia Scuola era quello di addestrare i futuri paracadutisti delle Forze Armate italiane sul suolo nazionale, facendo leva sulle esperienze maturate in seno al Campo Scuola paracadutisti libici creato a Castel Benito (Libia) nel 1938.

Nel volgere di pochi mesi, le attività sempre più intense all’interno della Regia Scuola di Paracadutismo condussero alla creazione di un corpo istruttori formato da una cinquantina di ufficiali e sottufficiali.

Successivamente, il 1° luglio 1940, un gruppo di volontari provenienti da varie Armi e Specialità delle Forze Armate Italiane, dette vita al I° battaglione volontari paracadutisti, al comando del tenente colonnello Camillo Benzi, prima di 3 unità paritetiche create in pari data nell’ambito della Scuola di Tarquinia per dare sistemazione organica ai numerosi aspiranti ed allievi paracadutisti che affluivano da tutti i reparti d’Italia.

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Contemporaneamente, su ordine del generale di corpo d’armata Riccardo Moizo, comandante generale del corpo dei Carabinieri Reali si radunavano in Roma presso la Caserma “Podgora” i Carabinieri Reali aspiranti allievi paracadutisti agli ordini del Maggiore Bruto Bixio Bersanetti.

Il 12 luglio 1940 lo Stato Maggiore del Regio Esercito sanciva ufficialmente l’avvenuta costituzione del Battaglione Carabinieri paracadutisti, il quale – trasferitosi a Tarquinia per iniziare l’addestramento aviolancistico – in ragione dell’anzianità d’Arma assumeva, a far data dal successivo 15 luglio, la denominazione di 1° battaglione Carabinieri paracadutisti, mentre il già 1° battaglione trasformava il suo nome in quello di 2° battaglione paracadutisti.

Da quei pochi eventi del luglio 1940 si svilupparono, nei mesi e negli anni successivi, le vicende che hanno fatto la storia del paracadutismo militare italiano sui campi di battaglia all’estero e in Patria, e che videro protagonisti, nel volgere di soli 2 anni, il 2° battaglione paracadutisti con il lancio su Cefalonia (30 aprile 1941), il 1° battaglione Carabinieri paracadutisti che si coprì di gloria nella battaglia di Eluet El Asel (Libia) il 19 dicembre 1941, e di nuovo il 2° battaglione paracadutisti che insieme all’intera Divisione “Folgore” scrisse pagine di assoluto valore ad El Alamein.

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Fonte:
187° Reggimento Paracadutisti “Folgore”
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Carabinieri: il sottosegretario Angelo Tofalo in visita al 1° rgt Carabinieri “Tuscania”

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Livorno, 18 ottobre 2018 – Nei giorni scorsi il Sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo ha incontrato, nella sede di Livorno, il personale del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Ad accompagnarlo c’era il generale di Corpo di Armata Sabino Cavaliere, alla guida del Comando delle unità mobili e specializzate Carabinieri “Palidoro” da cui oggi dipende il “Tuscania” che fino al 2002 era posto alle dipendenze della brigata paracadutisti “Folgore” dell’Esercito.

“Sono orgoglio di rappresentare professionisti altamente specializzati a cui vengono assegnati compiti molto delicati”, ha detto il Sottosegretario Tofalo che assistendo a una esercitazione programmata, aggiunge “Potervi osservare durante il vostro addestramento, condividere per quanto possibile le vostre esperienze sul campo e ascoltare le vostre testimonianze è per me un privilegio. Rappresentate una élite della Difesa al servizio del Paese”.

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A margine della visita il sottosegretario Tofalo ha poi eseguito un lancio in tandem con un istruttore, saltando da una quota di oltre 4500 metri. “Ho voluto dare un segnale forte di vicinanza a questi professionisti della sicurezza, mettendo la mia stessa vita in mano a chi ogni giorno difende gli interessi nazionali e rappresenta il Paese nel mondo”, ha detto Tofalo che tra le deleghe assegnate dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha ricevuto quella relativa all’Arma dei Carabinieri.

Chi sono i Carabinieri del Tuscania

Il reggimento “Tuscania”, con un organico di circa 500 unità, ha una doppia veste che gli consente di essere agile strumento di supporto in ambito tipicamente militare, con operazioni di occupazione preventiva, difesa delle posizioni, interdizione e contro-interdizione di aree specifiche, supporto a contingenti di Forze Armate in operazioni “fuori area” anche con funzioni di polizia militare, e forza di polizia in supporto all’Arma territoriale, per la sicurezza alle sedi diplomatiche in paesi a rischio e come scorta di personalità.

Gli aspiranti al reggimento vengono sottoposti ad una dura selezione psicofisica per poi essere ammessi alla frequenza di un corso di 9 mesi in cui diventano paracadutisti, si addestrano di pattuglia, di plotone e all’impiego di armi e materiali speciali. Superate queste prove, durante la permanenza nel battaglione, l’addestramento diventa permanente grazie all’acquisizione di nuove abilità e tecniche sempre più sofisticate.

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Le missioni a cui hanno partecipato sono molteplici non ultima quella in Libia. Molto frequenti sono stati gli impieghi sul territorio nazionale nelle aree che, per caratteristiche morfologiche e socio-criminali, risultano difficilmente controllabili dalle Forze di Polizia territoriali; numerose operazioni antisequestro, anticontrabbando e anticrimine sono state condotte con successo in Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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