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IL RITROVAMENTO DEL PICCOLO NICOLA È PIENO DI INCOGNITE, CE LE ILLUSTRA LA GIORNALISTA CLAUDIA SVAMPA

Roma, 23 Giugno 2021 – La felicità sui social, per il ritrovamento del piccolo Nicola, si è diffusa a macchia d’olio. Per alcuni però ci sono degli interrogativi da colmare, dei dubbi sull’accaduto.

Di seguito alcune considerazioni della giornalista Claudia Svampa, che ha scritto anche sulla sua pagina di Facebook, sulla faccenda del piccolo bimbo scomparso nel Mugello e poi ritrovato sano e salvo:

“É un sospiro di sollievo il ritrovamento, sano e salvo, di #Nicola il piccolino di 21 mesi scomparso la sera di lunedì da casa in maniera inspiegabile. Eppure le storie di cronaca non sappiamo più raccontarle, perché, se così non fosse, apparirebbe inverosimile tutta la vicenda.

🔘 Alle nove di lunedì sera i genitori mettono a letto il piccolo Nicola, secondogenito di 21 mesi. I genitori abitano in una cascina nella zona boschiva del Mugello insieme al fratellino maggiore di 4 anni. I bimbi sono abituati a giocare all’aperto e a muoversi con sicurezza intorno all’abitazione, nella misura in cui ciò possa essere compatibile con le capacità di un bimbo di neanche due anni.

🔘 Tre ore dopo, a mezzanotte, i genitori entrano nella cameretta per sorvegliare il piccolo e trovano il lettino vuoto. Si presume che inizino le ricerche del bambino in autonomia e la mattina seguente, molte ore dopo la scomparsa, allertano le forze dell’ordine.

🔘 Per tutta la giornata di martedì e la nottata tra martedì e mercoledì si cerca il bambino con grande dispiegamento di uomini e mezzi: elicotteri con termoscanner, droni, cani molecolari, pattugliamenti a piedi e nei boschi. Sommozzatori nel vicino laghetto.

🔘 Questa mattina alle 9,30 del tutto fortuitamente il cronista de “La vita in diretta” che con la troupe stava raggiungendo l’abitazione dei genitori di Nicola in auto, ha un attacco di panico in macchina e scende a tre km di distanza dalla casa, fermandosi sul ciglio della strada per respirare profondamente. Avanza a piedi ancora un po’ cercando di rilassarsi e sente dei lamenti. Chiama il nome del piccolo che a sua volta risponde invocando la mamma. A quel punto il giornalista ferma una pattuglia dei carabinieri e insieme raggiungono #Nicola praticamente illeso dopo due notti e una giornata nel bosco e lo traggono in salvo.

🔘 Nicola, ripetiamo 21 mesi, sarebbe uscito di casa tra le 21 e le 24, indossando magliettina e scarpette da solo (presumiamo sia stato messo a dormire scalzo e con il pigiamino), avrebbe percorso circa tre km a piedi, precipitando, fortunatamente senza ferirsi in un dirupo nei boschi, sarebbe rimasto quasi due giorni senza mangiare e bere, e avrebbe trascorso due notti da solo nel bosco. Il suo ritrovamento – nonostante il massiccio e tecnologico dispiegamento di uomini e mezzi – é avvenuto grazie al provvidenziale quanto fortuito attacco di panico di un giornalista Rai. Questa é la narrazione dell’accaduto che facciamo. E che ci obbliga a porci domande perché ha dell’inverosimile.”

La giornalista si chiede inoltre, in uno dei commenti al suo post “mi chiedo tante cose: come non possa essere disidratato, ferito, terrorizzato, afono, e, non ultimo come possa calzare non solo le scarpine ma avere le suole completamente pulite dopo 36 ore nel bosco con un tasso di umidità notturna quasi del 90% e un terreno chiaramente sporco al calpestio.”

Qual è il vostro punto di vista, cosa ne pensate?

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Carabinieri e guardia di finanza impegnati in sequestro record di cocaina nel porto di Gioia Tauro, 1200kg di sostanza purissima nascosta tra banane

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Reggio Calabria, 14 novembre 2019 – I carabinieri del R.O.S. e del comando provinciale di Reggio Calabria, unitamente ai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza, con il supporto dei funzionari dell’Agenzia delle dogane di Gioia Tauro e l’operatività dei funzionari Europol, lunedi mattina hanno sequestrato 1.176 chili di cocaina, occultata in 144 imballi celati in un container refrigerato adibito al trasporto di banane.

Il contenuto del container, proveniente dal Sud America e sbarcato a Gioia Tauro, era suddiviso in cartoni destinati in Germania.

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L’imponente risultato è frutto dello sforzo congiunto e sinergico di più componenti operative attive nel contrasto ai grandi traffici di sostanze stupefacenti:

  • da una parte le risultanze della cooperazione internazionale di polizia assicurata dalle componenti dell’Arma, grazie al supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ed Europol;
  • dall’altro una convergente e approfondita analisi di rischio effettuata dai finanzieri e dai funzionari doganali sull’intero carico trasportato dalla portacontainer in arrivo allo scalo portuale di Gioia Tauro nella notte di sabato scorso, a seguito della quale è stato enucleato un ristretto numero di box per i quali veniva riconosciuto un possibile rischio di contaminazione.

In tutte le fasi, le operazioni sono state eseguite in perfetta sinergia con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Gioia Tauro. Gli operanti hanno infatti scoperto l’ingente quantitativo di droga a seguito di scansione radiogena eseguita mediante le sofisticate attrezzature in dotazione all’Agenzia delle Dogane.

L’attività, di cui è stata data tempestiva comunicazione alla locale Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, è stata propiziata dalla collaborazione, anche internazionale, tra le forze in campo nel contrasto al narcotraffico, come testimoniato dalla presenza sul campo dell’Agenzia Europea di Polizia, che ha confermato la centralità della piana e del porto di Gioia Tauro, quale nodo di transito prioritario per i grandi traffici di cocaina, in linea con gli esiti di pregresse indagini condotte dall’Arma dei Carabinieri in direzione di sodalizi di matrice ‘ndranghetistica sistematicamente attivi nel traffico internazionale di cocaina (in particolare le indagini DECOLLO, SOLARE, CRIMINE TRE, ACERO e ARES).

Ad analoghe ed univoche conferme, circa l’operatività delle principali cosche di ‘ndrangheta operanti nella piana, depongono gli esiti di importanti attività antidroga concluse dal GOA della Guardia di Finanza nei tempi recenti (quali ad esempio, le operazioni PUERTO LIBERADO, RIO DE JANEIRO, PUERTO CONNECTION, VULCANO e BALBOA).

Da sottolineare, infine, il ruolo fondamentale del sistema di controllo preventivo e di analisi del rischio posto in essere dalle forze presenti all’interno del Porto di Gioia Tauro, bacino che rimane strategico nelle rotte dello stupefacente, che ha consentito alla Guardia di Finanza ed all’Agenzia delle Dogane – solo negli ultimi 12 mesi – di sequestrare oltre 2,5 tonnellate di cocaina.

Si tratta di uno dei sequestri più ingenti mai effettuati nel territorio nazionale: la cocaina, purissima, una volta tagliata ed immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre 250 milioni di euro ai trafficanti.

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Fonte e immagini (prese dal video): Comando generale dell’Arma
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Operazione “Green Finger”: la polizia smantella a Palermo ingente traffico di stupefacenti proveniente dall’Argentina e dal Marocco

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Palermo, 2 ottobre 2019 – La Polizia di Stato di Palermo grazie ad una vasta operazione chiamata “Green Finger”, ha inflitto un ennesimo duro colpo ai mercanti della droga.

Personale della Squadra Mobile palermitana, in collaborazione di omologhe articolazioni della Polizia di Stato di altre città italiane e di alcuni equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Occidentale, già dalle prime ore dell’alba di ieri, ha eseguito decine di misure cautelari nei confronti di altrettanti malviventi responsabili a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, un giro vorticoso di affari, in cui la piazza palermitana era snodo fondamentale, nel passaggio dall’ingrosso al dettaglio dello stupefacente.

Il focus degli investigatori dell’Antidroga, nel corso di una indagine partita nel 2015, si è soffermato proprio sui “grossisti” dello stupefacente: sono state smantellate due organizzazioni criminali, indipendenti ed estranee l’una all’altra, “specializzate” rispettivamente nel procurare grossi carichi di cocaina ed hashish.

La cocaina dall’Argentina giungeva in grossi quantitativi a Palermo, che, come appurato dagli inquirenti, arrivava dopo tappe intermedie europee grazie anche al supporto di membri di associazioni a delinquere della malavita internazionale.

I rilevanti carichi di hashish giunti nel capoluogo invece sarebbero stati, addirittura, distribuiti in altre province e la piazza palermitana avrebbe assunto un ruolo di “raccolta regionale ed interprovinciale” della droga, nonchè centro di smistamento.
Lo stupefacente spesso proveniente da grossi fornitori localizzati in Marocco, sarebbe rimasto in “stoccaggio” all´interno di magazzini del nord-Italia fin quando non fosse stato acquistato dai sodali palermitani e solo allora sarebbe stato fatto viaggiare alle volte del capoluogo.

E’ significativa sulla portata del giro di droga smantellato, il quantitativo di hashish monitorato in entrata nel capoluogo, stimato in oltre 1000 chilogrammi, 700 dei quali sono stati sequestrati in più tranches dalla Polizia di Stato con il relativo arresto dei corrieri.

Notevoli anche, in corso d’indagine, i sequestri di coltivazioni di cannabis effettuati dalla Squadra Mobile nel palermitano.

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Fonte e immagine: Polizia di Stato
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