Anniversario Granatieri di Sardegna, 362 anni di storia per il corpo più antico dell’Esercito Italiano


Roma, 18 aprile 2021 – Con una lettera di auguri il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino ricorda oggi l’anniversario della costituzione dei Granatieri di Sardegna, 362 anni di storia iniziati dal duca Carlo Emanuele di Savoia.

Nessuna cerimonia in ottemperanza delle normative vigenti per il contenimento della diffusione del contagio da SARS-Cov-2.

Grande partecipazione però sui social tra gli appartenenti all’Associazione Granatieri di Sardegna per celebrare questo importante giorno, come questa grafica di Max il Granatiere.

Come nascono i Granatieri di Sardegna

FESTA DELLA PIÙ ANTICA SPECIALITÀ DELLA FANTERIA ITALIANA

Alla metà del sec. XVII la Dinastia dei Savoia aveva signoria nel Paese da circa sette secoli e Carlo Emanuele II era quattordicesimo nella serie dei Duchi che si erano susseguiti dopo che nel 1416 l’antica Contea era stata innalzata a Ducato.
Venuto a trovarsi in un’epoca nella quale nell’intero contesto internazionale si andavano già avvertendo manovre determinate proprio dalla politica dinastica di ampliamento che tutti i principali Stati europei andavano impostando palesemente o occultamente; epoca nella quale le stesse guerre non erano più combattute dalle Chiese o dalle Nazioni come era avvenuto in passato ma dai Re.
Si imponeva quindi più che mai ai sovrani d’ogni specie e, in particolare, a quelli regnanti sugli Stati più piccoli, se non volevano rassegnarsi al destino del vaso di coccio tra i vasi di ferro, quanto meno di costituire forti ed organizzate milizie: tanto più, per quanto concerne il Ducato di Savoia, che in esso si era sempre preferito avvalersi di proprie milizie e non far uso, se non per estremo bisogno, di quelle mercenarie.
Il Duca Carlo Emanuele II, secondogenito dì Vittorio Amedeo I e di Cristina di Borbone, era nato a TORINO il 20 giugno 1634 ed era succeduto al fratello Francesco Giacinto il 14 ottobre 1638.
Era rimasto tuttavia, durante la minore età fino al 1649, sotto la reggenza della madre, per cui al momento in cui lo coglie la nostra storia governava direttamente lo Stato esattamente da dieci anni.

La fondazione dei primi Reggimenti e del “Reggimento delle Guardie” in particolare non costituirono, ad ogni modo, eventi meramente occasionali e contingenti bensì si inquadrarono nel contesto della riforma militare che Carlo Emanuele II e poi suo figlio Vittorio Amedeo II attuarono, spinti dalle necessità del Ducato determinate dal particolare assetto internazionale dell’epoca e aggravate dalla situazione nella quale il Ducato stesso era venuto a trovarsi dopo le appena trascorse gravi vicende politiche interne.
La riforma organica dell’esercito sabaudo si presentò quindi al Duca Carlo Emanuele II come primo compito da assolvere. A quell’epoca vigeva il sistema dei Reggimenti di proprietà dei Comandanti, tutti di nobili origini e di consistenti disponibilità economiche. Tali Reggimenti venivano assoldati al momento delle necessità relative ai conflitti.

Nel Ducato di Savoia – dove, come si è già accennato, si era sempre evitato di far ricorso a truppe straniere mercenarie assunte solo eccezionalmente come ausiliarie, e dove si era fatto divieto ai sudditi di arruolarsi a loro volta al soldo straniero – Emanuele Filiberto, che tale divieto aveva posto, aveva provveduto a instaurare l’obbligo del servizio militare, dicendosi certo che i suoi sudditi sarebbero stati fieri di non servire come mercenari “mais comme en leur cas propre pour la deffense et conservation de leur prince nature! et de leur propre patrie”.
La storia ha quindi inizio nell’anno 1559 con la prima grande riforma militare piemontese iniziata appunto dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia.

Il Duca, infatti, modificò “per gradi gli ordini, e per gradi intese ridare loro la perfezione cui fosse. Principiando neppur sapeva ancora con sicurezza quale dovesse essere”.

Per prima cosa dispose che era “Vietato ai sudditi suoi di militare a soldo straniero” (Duboin, Raccolta…delle leggi….emanate…sino all’8 dicembre dai Sovrani della Real Casa di Savoia). Instaurò l’obbligo del servizio, e “perché fosse universalmente adempiuto, lo rese gradevole con privilegi che concesse ai descritti nei ruoli della milizia”. Costituì, quindi, non un esercito permanente, ma una milizia “solo diversa dalle antiche perché destinata anche alla guerra in campo, e a questa apparecchiata con giusto addestramento e buon ordine di comandanti”. Tale milizia viveva in guarnigioni e prestava servizio agli ordini di Capitani, Castellani o Governatori nominati dal Sovrano, che aveva affidato tutta l’organizzazione ad un certo Giovanni Antonio Levo, detto Sergente Maggiore Generale della fanteria piemontese.

In periodo successivo detta milizia fu divisa in Colonnellati. Il Colonnellato era una Unità militare simile al Reggimento. Il suo ordinamento prevedeva una forza pari a quattro/sei Compagnie – di circa 400 uomini ciascuna -, divise in quattro Centurie, a loro volta suddivise in quattro Squadre. Il personale, non volontario, in tempo di pace, era radunato per Squadre per svolgere addestramento nei villaggi di residenza nei giorni festivi, e nella pienezza di organico, dai Colonnelli almeno due volte l’anno. Si ritiene che con il nome di Colonnello venisse indicato solo il capo territoriale di più Compagnie, il comandate “tattico” di un Reggimento si chiamava invece Maestro di Campo.

La sostituzione del nome di Colonnello a quello di Maestro di Campo è del 1661 in Francia (Daniel, Histoire de la Milice Francoise) ed all’incirca nello stesso periodo in Piemonte, prova ne sia che il Millet de Challes, Comandante del Reggimento Savoia, fu chiamato sia “maestro de champ,” in una patente del 1 settembre 1659, sia Colonnello nel calcolo della paga per la soldatesca nell’anno 1660 (Camussi, Dizionario analitico delle circolari dell’azienda generale della guerra, sotto Savoia).

L’opera del Duca Emanuele Filiberto fu continuata da suo figlio Carlo Emanuele I, il quale mantenne la milizia istituita dal padre chiamandola Milizia Generale e stabilì che non potesse essere impiegata fuori della Provincia di residenza.Contemporaneamente istituì una Milizia Reale di 18.000 uomini, tratta dalla Milizia Generale e “disponibile al Principe dovunque occorresse per far guerra”.

Si ebbe così una specie di Milizia Mobile distinta dalla Milizia Territoriale.

Vittorio Amedeo I, succeduto al padre Carlo Emanuele I, conservò gli ordini militari lasciatigli dal padre. Alla sua prematura morte, successe Francesco Giacinto.
La reggenza di Madama Reale (madre di Vittorio), che gli succedette a causa dell’immatura morte, fu funestata dalle discordie e dalle lotte interne, e si vide “discogliersi” la Milizia, scissa tra le fazioni opposte, che si combattevano.
Ma fu il Duca Carlo Emanuele II, una volta salito al trono, che ripristinò le Milizie ricostituendo la Milizia Reale e la Milizia Generale.

Una sequenza di immagini che racconta un po' la storia dei Granatieri

Inizialmente furono scelti i migliori Comandanti e i migliori gregari e fu fondato il Battaglione di Piemonte, forte di 6.180 uomini, divisi in 12 Reggimenti, di otto Compagnie ciascuno. Detta milizia era chiamata alle armi soltanto per esigenze di guerra.
In tempo di pace occorrendo truppe necessarie per mantenere l’ordine interno e per vigilare e presidiare le fortezze, il Duca stipendiò un certo numero di Reggimenti, della cui “levata” e del relativo “mantenimento” assunsero l’onere alcuni nobili piemontesi o ricchi stranieri, di gradimento del Sovrano.
Stando al Dizionario Analitico di Eugenio Camussi, i primi Reggimenti di Fanteria o Colonnellati che esistevano all’epoca della rivista passata il 30 luglio 1659, erano: Marolles, Servantes, Livorno, Nasino, Gumittieres, Catalano, Lobella, Lullino, San Damiano, Malabaila, Bellino.
La riforma iniziata nel 1659, fu ultimata soltanto nel 1664. Il Reggimento delle Guardie fu “levato” il 18 aprile del 1659.

(testo del Granatiere Generale Ernesto Bonelli)

Spigolatura

Il 18 aprile 1923, 264° anniversario della costituzione del Corpo, i Granatieri festeggiarono l’evento con la “festa del tetto” raggiunto durante la costruzione del nostro Museo. Due compagnie di Granatieri vi salirono sopra e brindarono al compleanno.

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