tornado

Ascoli, 20 agosto 2014 – Aggiornamento delle ore 01,15 – Sono ancora in corso le ricerche da parte degli elicotteri dell’Aeronautica Militare dei membri degli equipaggi dei due velivoli Tornado del 6° Stormo di Ghedi.

A bordo dei due caccia: sul primo velivolo il capitano pilota Alessandro Dotto e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri; sul secondo velivolo il capitano pilota Mariangela Valentini e capitano navigatore Paolo Piero Franzese. Le ricerche non si interromperanno.

Il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità ognitempo che l’Aeronautica Militare ha acquisito a partire dal 1982. Ha un’apertura alare min./max 13,91/8,60 m, lungo 16,70 m e alto 5,95 m, con un peso massimo al decollo 28.000 kg. 

Nella versione standard IDS (Interdiction Strike), in dotazione al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Il 50° Stormo di Piacenza, invece, è equipaggiato con la variante IT-ECR (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie AGM-88 HARM.

Il ruolo di questi velivoli va quindi inquadrato unicamente con finalità strumentali alla vocazione pacifica del nostro Paese.

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Fonte: Aeronautica Militare
© Ph. Gian Luca Onnis (per gentile concessione)
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Una replica a “Incidente aereo tra due caccia, continuano le ricerce dei piloti dei due Tornado del 6° stormo – Aggiornamento”

  1. Molto probabimente si tratta di un incidente non incidente. Vi sono molti strati culturali e realtà comportamentali nel nostro paese che sono le vere concause della disgrazia.Il più sprovveduto pilota di deltaplani sa bene che non esiste un “guasto tecnico” che spinge due aerei che dovrebbero essere a 40 km di distanza a scontrarsi. In un volo a vista con perfette condizioni meteo. Considerando l’enorme traffico aereo e la congestione negli aeroporti fosse così gli aerei commerciali si scontrerebbero almeno due volte al giorno.La verità è ormai nella testa di tutti. Anche se l’aeronautica farà tutto il possibile per salvare la faccia. Ho sempre visto la PAN come un esempio di sottocultura.Non ho mai creduto che per dimostrare di essere bravi occorresse mettere a repentaglio la propria vita come in un circo equestre. La tragedia di Ramstain me ne ha dato conferma. Eppure questa sottocultura trova radici. I beoti sono pieni di ammirazione verso quelle manovre azzardatissime ai limiti del suicidio. Eppure un bravo pilota (pilotare è un arte…) saprebbe dimostrare la sua bravura in modo tanto ineccepibile quanto innocuo. Ma no bisogna essere dei funamboli…quelli si.Fa più effetto l’incoscienza che la professionalità. Tornando da una discoteca un ragazzo potrebbe dimostrare di guidare sempre in coppia massima (non velocità…ma coppia) senza mai usare la frizione.Per farlo occorre essere dei guidatori eccezionali. Se si sbaglia si gratta o si guasta l’auto, niente di grave. Ma si preferisce invece fare curve su due ruote, un atteggiamento che non dimostra bravura ma solo incoscienza. Come dicevo prima non professionalità e preparazione ma incoscienza. Nulla contro gli incoscienti sono fatti così. Ma se nelle accademie si coltivassero dei seri professionisti anzichè puntare sulla sottocultura del “rambo” invincibile. Anche in aeronautica si sa che nessuno è invincibile. Il grande asso Francesco Baracca venne ucciso da un mitragliere austriaco che tutto era fuorchè un asso. Se gli stati maggiori sedassero i fanatici e gli esaltati, tutte le forze armate ne guadagnerebbero in prestigio. Anche noi civili dovremmo partecipare a questa evoluzione culturale. Premiando e plaudendo a dei seri professionisti come Palmitano e non applaudire chi fa la roulette russa o giu di li.Quella è gente che è solo pericolosa per tutti al di fuori del nemico.

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