Roma, 17 febbraio 2023 – Questa mattina, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, i Granatieri di Sardegna hanno commemorato il Duca di San Pietro, Don Alberto Genovese, nella celebrazione della messa in occasione dell’anniversario della sua morte. Quest’anno, alla sfilata hanno partecipato non solo il 1° e il 2° Reggimento, ma anche il 3° Reparto Comando e Supporti tattici “Guardie”.
Il padre di Alberto, Don Bernardino Antonio Genovese, un patrizio sardo, fondò il Reggimento di Sardegna nel 10 luglio 1744, a sue spese, per proteggere i coloni appena giunti sull’isola di San Pietro, di fronte alle coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte, fissando l’uso della loro rendita per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale e per aiutare le vedove dei soldati caduti. Inoltre, disposte che venisse celebrato l’anniversario in suffragio ed in memoria del Sig. Duca Alberto, il giorno della sua morte.
La tradizione è stata continuata dai Granatieri di Sardegna, che discendono direttamente dall’antico Reggimento di Sardegna. Alla cerimonia hanno partecipato personalità politiche e autorità militari, nonché discendenti diretti di Don Alberto Genovese, dimostrando il loro attaccamento a una tradizione ultracentenaria.
Alla cerimonia hanno partecipato il generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, comandante delle Forze Operative Sud, alcuni ex capi di Stato Maggiore dell’Esercito, ex comandanti della brigata “Granatieri di Sardegna” – incluso l’attuale generale di brigata Giovanni Brafa Musicoro – rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e cittadini romani.
In particolare, è stata significativa la partecipazione dei discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, dimostrando un forte attaccamento alla tradizione ultracentenaria che li ha sempre visti partecipi e vicini ai “Giganti con gli Alamari”.
Quest’anno presente alla commemorazione del Duca di San Pietro anche la mascotte, il “Graduato scelto” Duca, del 1 reggimento Granatieri di Sardegna.
_________________
I Granatieri di Sardegna, oltre a partecipare alle principali missioni internazionali dell’Esercito Italiano, contribuiscono a garantire una costante presenza sul territorio della Capitale, nel Lazio e nella vicina Regione Umbria, nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”. Oltre alle attività operative e addestrative, svolgono anche servizi presidiari di alta rappresentanza presso le Istituzioni nazionali.
Rome, february 17th, 2023 – This morning, in the church of Santa Maria degli Angeli in Rome, the Grenadiers of Sardinia commemorated the Duke of San Pietro, Don Alberto Genovese, in the celebration of the mass on the occasion of the anniversary of his death. This year, not only the 1st and 2nd Regiment, but also the 3rd Command and Tactical Support Unit “Guardie” participated in the parade.
Alberto’s father, Don Bernardino Antonio Genovese, a Sardinian patrician, founded the Regiment of Sardinia on July 10, 1744, at his own expense, to protect the newly arrived settlers on the island of San Pietro, in front of the Sardinian coasts. In 1776, his son donated 120,000 old Piedmont lire to the Regiment, setting the use of their income for the establishment and subsequent maintenance of the regimental music and to help the widows of fallen soldiers. In addition, he arranged for the anniversary to be celebrated in suffrage and in memory of Mr. Duke Alberto, on the day of his death.
The tradition has been continued by the Grenadiers of Sardinia, who directly descend from the ancient Regiment of Sardinia. Political figures, military authorities, as well as direct descendants of Don Alberto Genovese participated in the ceremony, demonstrating their attachment to an ancient tradition.
The ceremony was attended by Lieutenant General Giuseppenicola Tota, commander of the Southern Operational Forces, some former Chiefs of Staff of the Army, former commanders of the “Granatieri di Sardegna” brigade – including the current Brigadier General Giovanni Brafa Musicoro – representatives of Combatant and Army Associations, and citizens of Rome.
In particular, the direct descendants of Don Alberto Genovese’s lineage participated in the ceremony, demonstrating a strong attachment to the centuries-old tradition that has always seen them as part of the “Giganti con gli Alamari”.
This year, the mascot of the 1st Regiment Granatieri di Sardegna, the “graduato scelto” Duca, was also present at the commemoration of the Duke of San Pietro.
In addition to participating in the main international missions of the Italian Army, the Granatieri di Sardegna also contribute to ensuring a constant presence in the Capital, Lazio, and the neighboring Umbria Region, within the framework of the “Strade Sicure” operation. In addition to operational and training activities, they also perform high-representation guard services at national institutions.
Roma, 19 febbraio 2021 – (di Monica Palermo) I Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito italiano, con una messa hanno celebrato ieri 18 febbraio il 245° anniversario della morte di don Alberto Genovese, duca di San Pietro, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.
La cerimonia è stata presenziata dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Salvatore Farina, dal consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del consiglio supremo di Difesa generale Rolando Mosca Moschini, dall’ex sottosegretario di Stato per la Difesa generale di corpo d’armata Domenico Rossi, dal comandante delle Forze Operative Sud generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, dal presidente di ASSOARMA generale di corpo d’armata Mario Buscemi e dal comandante della Polizia locale di Roma Capitale dott. Ugo Angeloni, nonché autorità delle altre forze armate e di polizia.
Il capo di SME generale Salvatore Farina rende omaggio alla bandiera di guerra della Granatieri
Presenti le alte cariche della brigata Granatieri di Sardegna, il comandante della brigata, generale di brigata Liberato Amadio, il vice comandante della brigata colonnello Aniello Santonicola, il comandante del 1° rgt Granatieri di Sardegna, colonnello Giuseppe Diotallevi e il comandante del 2° battaglione Granatieri di Sardegna di Spoleto, tenente colonnello Gabriele Guidi, nonché il precedente comandante della brigata, generale di brigata Diego Filippo Fulco. Presente inoltre il comandante dei Lancieri di Montebello (8°) il colonnello Giuseppe Cacciaguerra.
La messa è stata officiata dal vicario generale dell’ordinariato militare per l’Italia monsignor Angelo Frigerio, dal cappellano militare don Pier Luca Bancale, dal diacono Franco Tolomei, generale di cavalleria, e da don Giuseppe Ganciu, nuovo vicario episcopale per l’Esercito Italiano.
Presenti alla celebrazione anche gli eredi del Duca di San Pietro.
Al termine della cerimonia il presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, generale Giovanni Garassino, ha letto la “preghiera del Granatiere”.
Approfondimenti del granatiere Ernesto Bonelli
RIPETERE NON E’ INUTILE RETORICA
Oggi 18 febbraio 2021, i Granatieri di Sardegna non potevano non rispettare il disposto del lascito testamentario di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, e lo hanno fatto nel solco delle tradizione e, come loro consuetudine, nell’osservanza del rigido protocollo imposto dalla disciplina militare pur nel rispetto delle norme anti – Covid.
Il protocollo d’altronde non poteva essere diverso in quanto questa tradizione da sempre, in qualsiasi situazione – guerra, pace, prigionia – o località sede, in Italia o all’estero per esigenze operative, delle Unità Granatieri, viene rinnovata, in quanto “ripetere non è una inutileretorica,ma il segno di una continuità di gratitudine e di memoria verso colui che ha voluto beneficiare il suo reggimento ed in suffragio di tutti i Granatieri che, in pace ed in guerra, sono deceduti” (Mons. Angelo Frigerio, nell’omelia).
Incantevole il quadro che si presentava nella maestosità della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma che, pur nella esiguità dei presenti, è sembrata gremita di persone, grazie anche al dettagliato e squadrato schieramento dei protagonisti della cerimonia del duca: gli eredi, i celebranti, le autorità, i comandanti di reggimento, ma, innanzitutto le bandiere del 1° e del 2° reggimento “Granatieri di Sardegna”, il medagliere nazionale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, il catafalco con ai lati il picchetto nell’uniforme del 1776, data del lascito, dei fanti del Reggimento di Sardegna, il comandante del 1° reggimento, la musica d’ordinanza del 1° reggimento e le due compagnie Granatieri equamente distribuite ai lati della Basilica con i militari distanziati, nella bellezza della loro Grande Uniforme di rappresentanza per nulla “guastata” dalla mascherina sul volto.
Mancavano i vecchi Granatieri, ma solo “in presenza”, il loro cuore e loro testa, sebbene distanti, erano all’interno del Tempio.
Particolare attenzione hanno destato le parole pronunciate da monsignor Angelo Frigerio, Vicario Generale Militare, nel corso dell’omelia. Il celebrante ha infatti evidenziato “i valori di disciplina, rispetto e fraternità che la compagine militare insegna ai giovani cittadini”; valori di cui, oggi più che mai, la società ne abbisogna visti i tragici ultimi eventi. Ha inoltre posto l’accento “sul ruolo di presidio di riferimento per la civiltà della sicurezza” che le Forze Armate ogni giorno svolgono.
La Santa Messa è stata concelebrata da Don Giuseppe Ganciu, coordinatore dei Cappellani Militari dell’Esercito e da Padre PierLuca Bancale, Cappellano Militare della Brigata “Granatieri di Sardegna”, coadiuvati dal Diacono Franco Tolomei, Generale della riserva, proveniente dall’Esercito.
Un plauso al comandante della Brigata generale di brigata Liberato Amadio, al vice comandante della Brigata colonnello dei Granatieri Aniello Santonicola ed al comandante del 1° Reggimento “Granatieri di Sardegna” colonnello Giuseppe Diotallevi ed a tutto il personale dipendente per la granatieresca, austera ed armonica dimostrazione di disciplina e di intimo sentimento di spirito di appartenenza.
IL LASCITO di Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte
“L’anno del Signore 1776 al primo del mese di Agosto, circa alle ore 6 di Francia, alla sera in Torino …” , così inizia, come si può leggere da una copia dell’atto originale conservato nel Museo Storico dei “Granatieri di Sardegna”, in un cofanetto presso il salone d’onore, il documento stipulato tra Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte, Marchese del Castiglio, della Guardia, di Villa Erniosa e Santa Croce, Conte di Cagliari, Barone di Portoscuro, seguito da altri 19 titoli tra cui “Capitano d’Infanteria” e Don Gavino Paliaccio Marchese della Planargia allora comandante del Reggimento di Sardegna.
Il documento è costituito da 9 articoli. Nel primo viene sancita la creazione della Banda di Musica e della Massa di Pietà ed istituito un fondo di 100.000 lire vecchie di Piemonte la cui rendita annuale fissata a 4.000 lire dovrà servire lire 3200 alla manutenzione della Banda e per lire 800 alla Massa di Pietà, quest’ultima da impiegarsi quale “soccorsi da darsi dal Colonnello alle donne del Reggimento cariche di famiglia, orfani, vedove ed altri consimili opere pietose in soccorso dei più necessitosi dell’istesso corpo principiando dal Sergente fino al Soldato “. Inoltre sono stanziate altre 4.000 lire a favore della Banda “per supplire alle prime spese di vestiario, istrumenti ed altro”.
Nel secondo articolo il Duca si impegna a pagare entro un mese la somma di lire 8.000, 4,000 lire per le prime spese del vestiario, instrumenti ed altro. La somma di 4.000 lire per la Massa di Pietà e per il mantenimento della banda nel primo anno. Il fondo di 100.000 lire verrà invece versato in tre rate annuali di 33.333 lire 6 soldi e 8 denari. Questo capitale però non sarebbe stato percepito per intero se non dopo tre anni, il Duca si impegnò quindi a versare £. 4.000 annue fino alla costituzione del fondo stesso. Pertanto complessivamente il Duca in tre anni sì impegnò a versare 120.000 lire vecchie di Piemonte. Il terzo e quarto articolo contengono dettagli amministrativi atti ad onorare gli impegni assunti dal Duca negli articoli precedenti.
Con il quinto articolo Don Alberto dispone che annualmente sia celebrata dal cappellano del Reggimento una messa “in suffragio dell’anima del Signor Duca padre nel giorno dell’anniversario della morte, che avvenne il 15 Febbraio 1764, con intervento del Signor Colonnello, e cogli Ufficiali del Corpo, e col suono, e musica di detta Banda e con quelle pompe funebri Ecclesiastiche che stimerà il Signor Colonnello“. I fondi necessari per la celebrazione di tale cerimonia dovranno essere tratti dal reddito a favore della Massa di Musica. Inoltre Don Alberto dispose che dopo la sua morte, – che sarebbe avvenuta il 12 gennaio 1812 a Cagliari, come risulta dai “Quinque Librorum” – tale cerimonia sarebbe stata effettuata in suo onore e non più per il padre. Nel sesto articolo Don Alberto si riserva “la ragione e la facoltà, non trasmissibile ai suoi successori, di potersi valere della Banda e di nominare in caso di vacanza di qualche posto in detta Banda un soggetto abile“. A mente del settimo articolo: “Tutti gli istrumenti per uso di detta Banda debbono esser marcati colle armi gentilizie di famiglia di Signor Duca”. Con il successivo articolo il Comandante di Reggimento viene delegato alla costituzione, entro tre mesi, della Banda “in quella miglior forma che stimerà esso“. Inoltre viene stabilito che la Banda “debba durare sempre finche durerà detto Reggimento” e qualora il reggimento fosse stato sciolto sua Maestà definirà
Nell’ultimo capitolo, il 9°, i due contraenti si impegnano a rispettare “i sovraesposti capitoli“.
Un anno dopo alla stipula di tale atto, e precisamente il 15 ottobre del 1777, il Duca di San Pietro si obbliga a vestire a sue spese il Tamburino Maggiore del Reggimento Sardegna e di provvedere ogni 6 anni a simile carico di vestiario da parata. A tal fine, stimata una spesa annua di 800 lire si impegna a versare una volta estinto il debito contratto con l’atto precedente, un fondo di 20.000 lire vecchie di Piemonte così che lo stesso possa fruttare, con un interesse annuo del 4%, la somma necessaria al mantenimento del Tamburino Maggiore, ovvero 800 lire annue.
Successivamente, con lo scioglimento del Reggimento Cacciatori di Sardegna e la successiva fusione dello stesso con il 1° e 2° Reggimento Granatieri, il fondo fu ceduto alla Brigata Granatieri di Sardegna.
Un documento dimostra lo stato patrimoniale del fondo, così come avvallato il 6 giugno 1852 dall’ultimo comandante del Reggimento Cacciatori di Sardegna tenente colonnello Enrico Cereale.
Ernesto Bonelli
Il comandante della Granatieri, generale b. Liberato Amadio, il generale c.a. Giuseppenicola Tota, generale b. Diego Filippo Fulco
Roma, 20 febbraio 2020 – I Granatieri di Sardegna hanno celebrato per la 244^ volta il Duca di San Pietro presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, il 18 febbraio, come tradizione vuole.
La celebrazione è stata officiata da monsignor Angelo Frigerio, vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, e concelebrata dal cappellano militare della brigata Granatieri di Sardegna e dl cappellano del 2° battaglione Cengio di Spoleto e altri sacerdoti Presente anche don Sergio Siddi cappellano del Quirinale..
La santa messa si è svolta alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, dell’onorevole Giovanni Russo, membro della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, del generale Rolando Mosca Moschini, segretario del Consiglio Supremo di Difesa, del generale di divisione Paolo Raudino, decano della specialità, della famiglia Vivaldi Pasqua, erede del Duca di San Pietro, e di altre autorità politiche e militari.
L’antica tradizione, tramandata dai Granatieri di Sardegna, eredi in linea diretta dell’antico Reggimento di Sardegna, nato dalla fusione del Reggimento Guardie e dei Cacciatori di Sardegna, rappresenta la sintesi di virtù perpetuate dai soldati di oggi in cui risiedono i valori indissolubili dei loro predecessori.
La tradizione ultracentenaria trae le sue origini da Don Bernardino Antonio Genovese, patrizio sardo, padre di Alberto, che il 10 luglio 1744, costituì in Cagliari, a sue spese, il Reggimento di Sardegna col fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospicente le coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte fissando l’uso della loro rendita in apposita scritta “testamentaria” per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché per aiutare le vedove dei soldati caduti e dispose inoltre che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, sig. duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”.
I “Granatieri” di oggi, inquadrati nella più antica unità d’Europa e forti dei circa 360 anni di storia, sono rimasti sempre in prima linea nell’assolvere i loro compiti durante tutta la storia d’Italia sino ai giorni nostri.
Attualmente la brigata Granatieri di Sardegna è impegnata nell’operazione “Leonte XXVII” in Libano, al comando del generale di brigata Diego Filippo Fulco. Domenica scorsa, nella cappella di Shama, è stata celebrata una messa per onorare la memoria di Don Alberto Genovese, con la presenza fra i banchi di un plotone di Granatieri in Grande Uniforme Storica, dando la possibilità a chi è all’estero di sentirsi idealmente partecipe alle celebrazioni solenni di oggi a Roma, a testimonianza del legame spirituale che unisce tutti i Granatieri.
Roma, 20 febbraio 2019 – Messa in suffragio del duca Alberto di San Pietro officiata dal vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, mons. Angelo Frigerio si è tenuta ieri mattina presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma.
A presenziare la cerimonia il capo di SME, generale Salvatore Farina, e diversi rappresentanti politici e militari, tra cui il consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa, generale Rolando Mosca Moschini, il presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), generale di corpo d’armata Massimiliano Del Casale, nonché decano della specialità, del sottocapo di Stato Maggiore della Difesa generale di corpo d’armata Luigi Francesco De Leverano, e numerosi ex comandanti.
La cerimonia è iniziata con la sfilata della Musica di Ordinanza della Granatieri, diretta dal maresciallo Domenico Morlungo. A seguire poi i militari, in uniforme storica, che si sono disposti lungo le navate della chiesa, intorno alla ricostruzione di quello che fu il funerale del duca di San Pietro.
Grande presenza dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna (ANGS), con labari e colonnelle provenienti da tutta Italia, e il loro presidente, il generale Giovanni Garassino. E’ un evento molto sentito dagli iscritti dell’associazione, per il quale si preparano di anno in anno, è un rivedersi tra fratelli di naja. Presente il medagliere della brigata.
L’antica tradizione, tramandata dai Granatieri di Sardegna eredi in linea diretta dell’antico Reggimento di Sardegna, nato dalla fusione del Reggimento Guardie e dei Cacciatori di Sardegna, rappresenta la sintesi di virtù perpetuate dai soldati di oggi in cui risiedono i valori indissolubili dei loro predecessori.
La cerimonia ha visto, inoltre, la partecipazione dei familiari discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, a dimostrazione di un attaccamento ad una tradizione ultracentenaria che trae le sue origini da Don Bernardino Antonio Genovese, patrizio sardo, padre di Alberto, che il 10 luglio 1744, costituì in Cagliari, a sue spese, il Reggimento di Sardegna col fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospicente le coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte fissando l’uso della loro rendita in apposita scritta “testamentaria” per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché per aiutare le vedove dei soldati caduti. Dispose, altresì, che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, Sig. Duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”.
I “Granatieri” di oggi, inquadrati nella più antica unità d’Europa, forti dei loro 360 anni di storia sono rimasti sempre in prima linea nell’assolvere i loro compiti durante tutta la storia d’Italia sino ai giorni nostri. Nel recente passato sono stati impiegati più volte nell’ambito della missione UNIFIL ed hanno contribuito quasi ininterrottamente con la loro presenza all’operazioneStrade Sicure.
Inoltre, oggi i Granatieri rappresentano una delle unità inserite nel Programma SIAT (Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre), finalizzato all’evoluzione dell’addestramento dei soldati in differenti contesti operativi, utilizzando un avanzato sistema di simulazione e moderne tecnologie che garantisce alti standard di tutela ambientale e per il soldato sicuro.
La cerimonia si è conclusa con l’uscita della bandiera di guerra e l’inno d’Italia cantato dai militari.
Roma, 17 febbraio 2018 – Una lettrice ci ha mandato questo interessante video dei Granatieri di Sardegna che marciano verso la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma per la santa messa annuale in suffragio del loro antico comandante e benefattore Duca di San Pietro. Commenti entusiasti di chi stava riprendendo.
Lo condividiamo con voi.
Roma, 17 febbraio 2018 – I Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito italiano, hanno celebrato con una messa l’anniversario della morte di Don Alberto Genovese, loro comandante e benefattore, ieri mattina nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma.
I Granatieri con 359 anni di tradizioni, 157 anni di fedeltà all’Italia, continuano a rispettare l’impegno preso 242 anni fa di onorare il Duca di San Pietro.
La messa è stata concelebrata da monsignor Angelo Frigerio, vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, insieme ad altri preti, tra cui padre Pier Luca Bancale, cappellano della Granatieri.
Alla cerimonia hanno preso parte autorità politiche, militari e civili, tra le quali il sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi, il consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del consiglio supremo di Difesa, generale Rolando Mosca Moschini, il presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), generale di corpo d’armata Massimiliano Del Casale, il sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Mora, e i rappresentanti dei comuni di Roma e Spoleto.
Presente il medagliere, i labari e i rappresentanti delle diverse sezioni dell’ANGS, con il presidente nazionale dell’ANGS Giovanni Garassino.
Significativa la presenza dei discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, a dimostrazione di un attaccamento ad una tradizione ultracentenaria che li ha sempre visti partecipi e vicini ai “Giganti con gli Alamari”.
LA STORIA
Don Bernardino Antonio Genovese, patrizio sardo, padre di Alberto, il 10 luglio 1744, costituì in Cagliari, a sue spese, il reggimento di Sardegna col fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospicente le coste sarde. Nel 1776, suo figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte fissando l’uso della loro rendita in apposita scritta “testamentaria” per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché per aiutare le vedove dei soldati caduti. Dispose, altresì, che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, sig. Duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”.
La tradizione è perpetuata dai Granatieri di Sardegna discendenti in linea diretta dell’antico Reggimento di Sardegna.
….. —– ….. —– ….. —– …..
I “Granatieri”, oltre ad aver partecipato alle principali missioni internazionali in cui l’Esercito Italiano è impegnato, contribuiscono allo sviluppo del programma SIAT (Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre), finalizzato all’evoluzione dell’addestramento dei militari in differenti contesti operativi, utilizzando un avanzato sistema di simulazione e moderne tecnologie.
Oggi, gli uomini e le donne dei “Granatieri”, sono impegnati con il comando del raggruppamento “Lazio, Umbria e Abruzzo” nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure” fornendo, con il concorso di altri reparti dell’Esercito, oltre 2200 militari in supporto alle Forze dell’Ordine, assicurando quotidianamente una vigile e costante presenza sul territorio della Capitale, nel Lazio e nelle vicine regioni di Umbria e Abruzzo.
Alle molteplici attività operative/addestrative, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della Capitale e di alta rappresentanza presso le più importanti istituzioni nazionali.
Roma, 18 febbraio 2017 – “Esiste una profonda bellezza nel culto delle memorie, nel culto del passato! Passato che risorge grazie alla forza delle tradizioni che rende perenne quel culto e che imprime alla vita sociale una continuità infrangibile dettando nei singoli quella norma spirituale che ispira le loro azioni, e che si presenta più viva e gagliarda là dove le tradizioni sono sintetizzate nel dovere: nelle Forze Armate” (da “Lo slancio vitale e la forza delle tradizioni”. Ernesto Bonelli).
E nel culto delle memorie e delle proprie tradizioni che ieri, 17 febbraio 2017, in Roma all’interno della Basilica Santa Maria degli Angeli, i Granatieri di Sardegna, in armi (bandiera, banda d’ordinanza e reparto in armi agli ordini del col. Stefano Chironi) ed in congedo, hanno celebrato il rito della Santa Messa in suffragio di don Alberto Genovese duca di San Pietro; tradizione che sin dal 1852 ininterrottamente, anche durante la guerra od in prigionia – come ci ricorda il Contigliozzi: “Ricordi, nei campi di concentramento nazisti, quando la morte ci sorrideva quotidianamente, come riusciste Tu (ten. Guido Cipriani) e Lino Fornale a convincere me bestemmiatore accanito per la fame e le malattie, a servire la Santa Messa in occasione del Duca di San Pietro?” – ha visto i soldati dai bianchi alamari osservare con la fedeltà che li contraddistingue.
Essa nasce il 1 Agosto 1776 allorché don Alberto Genovese Duca di San Pietro e Cervellon, stipulava una convenzione con Gavino Pagliaciu Marchese della Planargia, comandante e proprietario del reggimento di Sardegna – poi Cacciatori di Sardegna – per la creazione di una musica (massa di musica) e di una massa di pietà con capitale, elargito dal duca, di 100.000 lire vecchie di Piemonte, con gli interessi annui di 4.000 lire, da impiegarsi dal Comandante del suddetto Reggimento, per quattro quinti per mantenere in buona efficienza la musica del Reggimento stesso e per una funzione funebre in suffragio dell’anima del padre don Bernardino Antonio Genovese duca di San Pietro e Cervellon (deceduto il 16 o 17 febbraio 1764 ed il cui rito funebre fu celebrato il successivo 18) nel giorno della di lui morte, ed, alla sua morte, per egli stesso da celebrare annualmente davanti al reggimento in armi, e per un quinto in opere di bene a favore di militari del reggimento e delle loro famiglie. Alla somma fu aggiunto dal duca la somma di 4.000 lire vecchie di Piemonte destinate per il vestiario e per le prime provviste della banda. Con “istromento” 25 ottobre 1777 furono dal duca assegnate altre 20.000 lire per la vestizione del tamburino e l’equipaggiamento della Banda.
Nel 1815 il reggimento di Sardegna, per i meriti acquisiti, veniva incorporato nella brigata guardie, che, dopo successivi cambi ordinativi, il 19 marzo 1852, con la soppressione del reggimento “Cacciatori di Sardegna” e la fusione dei suoi soldati nei due Reggimenti Granatieri, assumeva la denominazione di Brigata Granatieri dì Sardegna.
Da allora, come si è detto, i Granatieri di Sardegna, eredi del munifico lascito, fanno celebrare, in forma solenne, il 18 febbraio di ogni anno, od in data immediatamente anteriore o posteriore, una santa messa di suffragio alla presenza dei reparti in armi. In tale funzione, oltre al benefattore, i “Granatieri di Sardegna” intendono onorare tutti gli eroici Granatieri che in oltre tre secoli e mezzo servirono la Patria nei ranghi dei Reggimenti delle Guardie, dei Cacciatori e dei Granatieri.
La cerimonia odierna, alla presenza di numerose autorità civili e militari, tra cui il sottosegretario di Stato alla Difesa on. Domenico Rossi, il consigliere comunale di Roma On. Cristiana Paciocco in rappresentanza del sindaco Raggi, il gen. Rolando Mosca Moschini consigliere del presidente della repubblica per gli affari del consiglio supremo di difesa e segretario del consiglio supremo di difesa, i generali di corpo d’armata Massimiliano Del Casale presidente del centro alti studi per la Difesa, Francesco De Leverano comandante del 2° comando forze operative per la Difesa, Agostino Biancafarina comandante militare della capitale, del gen. d. Antonio Vittiglio, comandante della divisone Acqui e del gen. b. Francesco Olla comandante della brigata Granatieri di Sardegna, e tanti altri ufficiali generali in servizio od in congedo.
Dopo l’afflusso in sfilata dalla caserma Macao di Castro Pretorio del reggimento Granatieri, ha visto la celebrazione della santa messa da parte di mons. Angelo Friggerio, vicario dell’ordinario militare, concelebranti don Paolo Villa ispettore vicario episcopale per l’Esercito italiano e don Pier Luca Bancale cappellano militare del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”.
Al termine del rito il Reparto si è schierato in Piazza della Repubblica e, dopo aver reso gli onori alla bandiera del 1° Reggimento Granatieri, è defluito in parata tra ali di folla sorpresa ed entusiasta lungo le strade di Roma verso la caserma Macao in Castro Pretorio.
Attualmente il reggimento più antico d’Italia ed unico per la sua specialità, è impiegato nell’Operazione “Strade Sicure” nella capitale, al comando della Task Force “Roma 1” con circa 200 tra uomini e donne, nonché contribuisce con diverse unità all’operazione creata a supporto della popolazione del centro Italia, colpita dal sisma.
Roma, 19 febbraio 2016 – Nella Basilica di Santa Maria degli Angeli i Granatieri di Sardegna hanno tenuto ieri a Roma per il 240° anno, la celebrazione in suffragio di don Alberto Genovese onorando l’impegno assunto nel 1776.
Quando Don Bernardino Genovese patrizio sardo, il 10 luglio 1744, costituì a Cagliari a sue spese il Reggimento di Sardegna al fine di garantire la sicurezza dei coloni sardi approdati sull’isola di San Pietro, non sapeva che aveva dato luogo alla più antica specialità del futuro esercito italiano.
Il figlio di Don bernardino, Alberto Genovese Duca di San Pietro e Cervellon, Ufficiale del Reggimento fondato da suo padre, donò al Reggimento la somma di 120.000 lire vecchie di Piemonte per costituire un fondo di assistenza alle famiglie bisognose dei granatieri caduti, una banda musicale e perchè venisse celebrato in perpetuo il suffragio nel giorno della sua morte.
A questo impegno il Corpo ha tenuto fede nei secoli come dice il Gen. Giovanni Garassino, neo presidente dell’associazione nazionale granatieri (ANGS).
Agli ordini del Col. Raffaele Morello, comandante del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna sono sflilate in armi due compagnie di formazione composte in 7X9 e in 4X9 la banda reggimentale. Al comando delle compagnie di formazione un Capitano comandante e due Tenenti comandanti di plotone.
Al centro dei reparti la pluridecorata bandiera di guerra del Reggimento.
MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE – “Per essersi distinto alla presa di Perugia”, 14 settembre 1860.
MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE “AL CORPO SANITARIO” – “Per essersi lodevolmente portato alla presa di Perugina”, 14 settembre 1860.
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE – “Per bella condotta tenuta alla presa di Mola di Gaeta”, 4 novembre 1860.
CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA – “Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ordinamento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia”, 1915 – Guerra Italo – Austriaca.
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE – “Con grandi sacrifici di sangue e con insigni atti di valore, scrisse nel grande Trentino fulgide pagine di grande storia, contrastando per più giorni, sul fronte M. Cengio – Cesura, il passo al nemico che tentava di sboccare nella pianura vicentina (22 maggio – 3 giugno 1916). Sanguinosamente conquistò formidabili posizioni nemiche, difendendone con tenacia sovrumana il possesso, pur con forze assottigliate dalla lotta. Ritirato dalla prima linea da meno di un giorno (19 ore) nuovamente vi accorreva per respingere un riuscito minaccioso contrattacco nemico, e gettandosi ancora nella lotta con abnegazione sublime, riconquistava definitivamente, in mischie convulse, le tormentate posizioni. Nella intera campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dei Granatieri di Sardegna”, Carso – Regione Fornaia – 23 maggio/7 giugno 1917.
MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE – “Durante più di un anno di guerre (giugno 1915 – agosto 1916), segnalandosi a Monfalcone sul Sabotino, ad Oslavia, sull’altopiano Carsico, ha ognora dimostrato di essere degno delle secolari tradizioni”, 1915-1918 – Guerra Italo-Austriaca
MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE – “Nella difesa di Roma reagì con decisione al proditorio violento attacco tedesco che scatenò nel suo ampio settore prescelto dall’invasore per una redditizia e immediata penetrazione. Per due giorni sostenne tenace lotta e in tre violenti combattimenti oppose alla schiacciante superiorità del nemico la ferrea volontà dei suoi gregari, che pagarono a caro prezzo il volontario sacrificio sempre degni delle secolari tradizioni di gloria dei Granatieri”, Roma 8-10 settembre 1943.
I granatieri si riuniranno ad Asiago il 4 e 5 giugno 2016 per il 31^ Raduno annuale in occasione del centenario delle gloriose giornate del Cengio, di Cesuna e di Magnaboschi, come ci spiega il granatiere generale Ernesto Bonelli.
Alla cerimonia hanno preso parte autorità politiche, militari e civili, tra le quali il sottosegretario di Stato alla Difesa – on. Domenico Rossi, il consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa e segretario del Consiglio Supremo di Difesa – generale Rolando Mosca Moschini, il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito – generale di corpo d’armata Giovan Battista Borrini. Presente nella chiesa rappresentanze del corpo della Croce Rossa Italiana, dell’aeronautica, una rappresentanza del Lancieri di Montebello con il tenente colonnello Emanuele Patalano e il tenente colonnello Giancarlo Cati, e molti altri.
Roma, 19 febbraio 2015 – I Granatieri di Sardegna hanno celebrato ieri il duca di San Pietro. La suggestiva cerimonia si è svolta nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri alla presenza del sottosegretario di stato alla difesa on. Domenico Rossi, del capo di stato maggiore dell’esercito, generale Claudio Graziano.
Presenti numerose autorità civili e militari, tra cui il generale Maurizio Riccò, comandante della brigata Granatieri di Sardegna, il generale Mosca Moschini, già comandante della brigata, il gen. c.a. De Pascale, comandante del 2º FOD, il gen. c.a. Moscatelli, comandante della Regione Militare Centrale, il gen. c.a. Mario Buscemi, presidente dell’ANG e di tantissimi granatieri di ieri e di oggi.
La santa messa, presieduta da mons. Angelo Frigerio, vicario per l’ordinariato militare, è stata concelebrata con don Paolo Villa, cappellano dello S.M.E., padre Flavio Uboldi, cappuccino, vicepostulatore della causa di beatificazione di P. Chiti, mons. Bruno Gagliarducci, già cappellano militare della Brigata, e padre Pier Luca Bancale, cappellano della brigata Granatieri di Sardegna.
Con la cerimonia i granatieri hanno ricordato il loro benefattore che nel 1776 lasciò al reggimento una somma di denaro chiedendo che i fondi fossero impiegati per mantenere il decoro della musica del reggimento e per celebrare una messa in suffragio nell’anniversario della sua morte.
Da allora i Granatieri di Sardegna hanno mantenuto fede a questa promessa e il 18 febbraio di ogni anno, anche in guerra e in prigionia, hanno onorato in armi il proprio impegno di fedeltà ricordando, oltre al generoso duca, anche il sacrificio di tutti coloro che, in oltre tre secoli e mezzo di storia, sono caduti nell’adempimento del loro dovere indossando i “bianchi alamari”, simbolo dell’Unità.
I Granatieri di Sardegna oltre a svolgere i più importanti servizi presidiari e di alta rappresentanza della capitale, hanno partecipato a tutte le operazioni in cui è impegnato l’Esercito Italiano in Patria e all’estero. Dopo numerose esperienze in Afghanistan e Kosovo, nel 2014 la brigata Granatieri ha preso parte, sotto l’insegna delle Nazioni Unite, alla missione UNIFIL in Libano.
Sono impegnati da mesi nell’operazione Strade Sicure con oltre 400 uomini e donne, presidiano i punti più sensibili di Roma, ambasciate, istituti scolastici, centri di culto e questa mattina, come ogni anno dal 1776, i Granatieri di Sardegna, specialità più antica dell’Esercito Italiano, hanno celebrato solennemente don Alberto Genovese, duca di San Pietro, sfilando in armi per le vie di Roma.
In omaggio per i nostri lettori il calendario del mese di febbraio. Nella fato i Granatieri di Sardegna durante la celebrazione del Duca di San Pietro.
Piccolo contributo per diffondere, in Italia e nel mondo, la conoscenza e l'amore per le Bande e le Fanfare delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia e delle Associazioni d'Arma della Repubblica Italiana, della Repubblica di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano.