Herat, 27 novembre 2021 – Partita l’operazione “Aquila Omnia-Bis”. Obiettivo è il trasferimento in Italia di circa 500 persone, tra ex collaboratori della Difesa e i rispettivi nuclei familiari, che al momento si trovano nei paesi vicini all’Afghanistan o che sono in possesso della documentazione (passaporti e visti) che consentirebbe loro di lasciare il paese asiatico.
Ad avviare l’operazione Omnia Bis è stato il capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a seguito della richiesta del Ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini, pianificata e diretta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), comandato dal generale di squadra aerea Silvano Frigerio.
Una volta effettuate le verifiche da parte del COVI, il personale afghano potrà essere trasferito in Italia con vettori commerciali. Tutte le attività saranno coordinate con Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dipartimento di Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e con gli addetti militari per la Difesa presso le ambasciate dei Paesi di riferimento.
Nei giorni scorsi sono giunti in Italia i primi sette cittadini afghani di questo secondo ponte aereo umanitario, tra i quali una donna al nono mese di gravidanza che, trasferita all’ospedale “Grassi” di Ostia subito dopo l’atterraggio a Roma Fiumicino, ha dato alla luce una bambina. Terminato il periodo di isolamento/quarantena presso apposite strutture alloggiative, i sette ospiti verranno inseriti nel programma “Sistema di Accoglienza e Integrazione” (SAI) del Ministero dell’Interno.
Altri arrivi sono previsti nei prossimi giorni e saranno monitorati dalla Difesa.
“L’evacuazione della scorsa estate dei cittadini afghani da Kabul – ha sottolineato il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini– è stata un’operazione molto complessa, ma l’impegno incessante e silenzioso delle Forze Armate italiane è proseguito anche in questi mesi. L’operazione Aquila Omnia bis di oggi testimonia il risultato di un lungo lavoro di squadra grazie alla forte collaborazione tra i Ministeri della Difesa, Esteri, Interni e i servizi di informazione”.
Allo stato attuale si stima che nei Paesi contigui all’Afghanistan (tra i quali Pakistan, Iran e Turchia) si trovino circa 40 afghani (quasi 200, considerando anche i familiari al seguito), che risulta abbiano collaborato, a vario titolo, con la Difesa italiana.
Sono inoltre in corso contatti con ex-collaboratori inseriti nelle liste cosiddette H2 e H3 della Difesa, per i quali è già stato completato il vetting (verifiche) ma che non è stato possibile evacuare da Kabul durante la precedente Operazione “Aquila Omnia”. Si tratta di uomini, donne e bambini per i quali è in corso la definizione delle modalità con cui realizzare il loro trasferimento in Italia.
Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, ha fatto visita al Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito per approfondire le potenzialità in materia di simulazione e sperimentazione.
Arrivo del Capo di SME
Civitavecchia, 25 novembre 2021 – Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, ha fatto visita, nella giornata di ieri, al Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito (Ce.Si.Va.) di Civitavecchia.
Il capo di SME, accompagnato dal comandante del comando delle Forze Operative Terrestri-COE, generale di corpo d’armata Giovanni Fungo, è stato accolto dal comandante del Ce.Si.Va., il generale di divisione Claudio Minghetti, dal cappellano militare don Massimo Carlino, dal sottufficiale di corpo, il 1° maresciallo luogotenente Cesare Bucini e dal graduato più anziano del Ce.Si.Va., il caporal maggiore capo scelto qualifica speciale Giuseppe Cognata.
Il generale Pietro Serino saluta il il personale del Ce.Si.Va
Il generale Pietro Serino dopo aver ricevuto gli onori da parte di un picchetto in armi del Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito, ha salutato la Bandiera d’Istituto e insieme al generale Giovanni Fungo e al generale Claudio Minghetti si è intrattenuto per una breve office call sulle principali attività istituzionali del Centro.
In particolare, nel corso della visita, il generale Minghetti ha evidenziato il ruolo primario che il Ce.Si.Va. ricopre in ambito Forza Armata, in materia di simulazione e sperimentazione, soffermandosi, principalmente, sulle esercitazioni che periodicamente vengono svolte a favore dei comandi di futuro impiego nei vari teatri operativi e sull’attività di sviluppo e sperimentazione.
Visita ai locali SIAT e ITB (7)
Il capo di SME ha poi incontrato il personale militare e civile in servizio presso il Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito, con cui si è complimentato per l’ottimo lavoro svolto, rendendo la simulazione sempre più attagliata e aderente alla realtà cui i militari devono formarsi e addestrarsi, sottolineando l’importanza dell’addestramento a tutti i livelli e garantendo l’impegno della Forza Armata allo sviluppo e all’implementazione del settore simulazione, per fornire al soldato tutti gli strumenti per affrontare ogni situazione operativa.
L’esigenza di poter replicare il più fedelmente la realtà dei moderni scenari operativi e la crescente necessità di utilizzare le aree addestrative in forma eco-sostenibile, riducendo l’inquinamento acustico e l’uso di munizionamento attivo, hanno portato l’Esercito a fare sempre più ricorso alla simulazione addestrativa, vero valore aggiunto del ciclo di addestramento e approntamento delle Unità.
Il generale Pietro Serino ha poi fatto visita alle infrastrutture dedicate alle esercitazioni per posti Comando e alla sperimentazione.
Il Ce.Si.Va. punto di riferimento in ambito Forza Armata nel campo della simulazione addestrativa e del virtual training.
Catania, 24 novembre 2021 – In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato ha presentato a Catania la 5ª edizione della brochure “…Questo non è amore”, campagna nazionale permanente finalizzata a prevenire la violenza di genere. L’evento si è tenuto a Catania alla presenza del ginistro dell’Interno prefetto Luciana Lamorgese e del Capo della Polizia, direttore generale della Pubblica Sicurezza prefetto Lamberto Giannini.
Con questo progetto la Polizia di Stato rinnova il proprio impegno a sensibilizzare, in modo semplice e lineare, le vittime di violenza e non solo, nella convinzione che la lettura delle storie raccontate nella brochure, purtroppo tutte vere, rappresenti uno stimolo a chiedere aiuto e a denunciare.
Sono 89 al giorno, infatti, le donne vittime di reati di genere che si contano in Italia, secondo le segnalazioni raccolte dalle Divisioni Anticrimine delle Questure; nel 62% di casi si tratta di maltrattamenti in famiglia.
Il tasso più alto di donne che si rivolgono alle Forze dell’ordine per le richieste di ammonimento si registra nelle regioni del sud, in particolare in Sicilia; e proprio da questa regione, da Catania, città scossa nel recente passato da alcuni gravi episodi di femminicidio, che è necessario dire basta!
Grazie alle iniziative già realizzate dalla Polizia di Stato sul campo della prevenzione, è stato possibile registrare una leggera diminuzione dell’andamento degli omicidi di donne rispetto agli omicidi in genere: se nel periodo gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise, nell’analogo periodo del 2021 l’indice scende al 41%.
Nel 72% dei casi l’autore è il marito o l’ex marito; in 1 caso su 2 ha usato un’arma da taglio; il 70% delle vittime erano italiane.
Sale il dato delle donne che lasciano figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% se si considerano gli omicidi commessi fino alla data della pubblicazione della brochure.
Sul fronte della prevenzione continua ad essere l’ammonimento del Questore il provvedimento più efficace: secondo il Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Francesco Messina, “La sfida contro il femminicidio si gioca esclusivamente nel campo della prevenzione”, ed infatti l’intervento repressivo, ovvero l’arresto di chi arriva a compiere un atto del genere, assume un valore del tutto relativo poiché avviene laddove gli strumenti preventivi non abbiano avuto efficacia.
Il numero più alto di ammonimenti per atti persecutori si registra al sud; quello degli ammonimenti per violenza domestica, invece, nelle regioni del nord Italia.
Aumenta di poco il numero delle recidive nei casi di violenza domestica: i soggetti denunciati successivamente all’irrogazione dell’ammonimento passano dal 7% al 9%; diminuiscono sensibilmente invece le recidive per atti persecutori: dall’11% al 6%.
Nel 49% dei casi i soggetti ammoniti, sia per stalking che per violenza domestica, vivono o hanno vissuto con la vittima.
Si offre, però, anche una mano agli uomini maltrattanti, a coloro che agiscono violenza senza ancora sfociare in un reato più grave che richiede un intervento di polizia giudiziaria. La Polizia di Stato, grazie al protocollo Zeus, indica anche agli uomini un percorso utile per uscire dal ciclo della violenza, una strada per gestire la loro rabbia.
La Polizia di Stato rappresenta, in questo senso, uno snodo fondamentale di una rete composta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza e di recupero dei maltrattanti, associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi.
App YouPol per chiedere aiuto. In un periodo storico caratterizzato da emergenze che hanno segnato la storia di tutto il mondo, la Polizia di Stato ha adattato il suo approccio operativo attualizzandolo con nuovi strumenti tecnologici, come l’app YouPol, che tuttavia non sostituisce – per i casi gravi – la chiamata al Numero di Emergenza Unico Europeo “112” e/o 113, soprattutto nei casi di pericolo imminente. Questo numero è sempre attivo, 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, però YouPol può aiutare le vittime e i testimoni di atti di violenza domestica a chiedere aiuto.
L’opuscolo “…questo non è amore”, elaborato dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, è stato studiato per offrire alla cittadinanza un servizio di informazione, sensibilizzazione ed aiuto sui temi del contrasto alla violenza di genere, anche per l’emersione del “sommerso”, con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche.
Spesso il primo passo è il più difficile: la paura di essere giudicate, la vergogna di raccontare dettagli della propria vita privata, il timore di rimanere sole. A volte però basta solo una spalla a cui appoggiarsi, qualcuno con cui parlare, una rete di sostegno indispensabile per iniziare un nuovo percorso di vita libero dalla violenza e dal dolore.
La campagna “…questo non è amore” non si ferma al 25 novembre, poiché è fondamentale che l’azione di prevenzione e di informazione sia portata avanti costantemente, tutto l’anno; ed infatti la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato coordina a livello nazionale il progetto “Camper”, con cui équipe multidisciplinari composte da funzionari di polizia, medici, psicologi, rappresentanti di centri antiviolenza e ad altre istituzioni e associazioni impegnate su questi temi, distribuiscono la brochure nelle piazze (durante il lockdown nei supermercati), mettendo a disposizione le proprie competenze per aiutare le donne a sentirsi meno sole e a liberarsi di violenze e sopraffazioni, a volte nascoste e vissute il solitudine.
#essercisempre è un impegno costante perché, come affermato dal Prefetto Lamberto Giannini, “il silenzio aiuta l’aguzzino, mai la vittima”.
Roma, 24 novembre 2021 – L’esercitazione “Mangusta”, una fondamentale attività addestrativa, sul territorio nazionale, per la Brigata Paracadutisti “Folgore”, si è conclusa nei giorni scorsi.
Lo scopo dell’esercitazione è stao quello di addestrare la Grande Unità da combattimento nella pianificazione, preparazione e condotta di operazioni avioportate e di attività tattiche militari (offensive, difensive, abilitanti), in un contesto caratterizzato da conflittualità ibrida (regolare, irregolare, cyber) e in ambiente semi-permissivo/ostile, nell’ambito di una campagna finalizzata alla presa, tenuta e allargamento di una testa di aviosbarco (Initial Entry Force) a premessa del ricongiungimento con le “follow-on forces”.
Il focus addestrativo, quest’anno, è stato ampliato verso le attività mirate alla verifica delle procedure d’impiego, in un’ottica di incremento dell’integrazione interforze e del livello di interoperabilità con le forze alleate.
I moderni scenari operativi sempre più caratterizzati da incertezza e volatilità, impongono la necessità di preparare costantemente il personale a mantenere e migliorare gli standard individuali e collettivi, incrementare le capacità operative di High Readiness Force, mediante lo sviluppo di operazioni complesse, e sincronizzare la proiezione e l’applicazione del combat-power nel tempo e nello spazio, integrando l’intero spettro del supporto aerotattico ed esprimendo il Mission Command fino ai minimi livelli.
Le unità paracadutisti sono unità specialistiche preparate per la conquista e tenuta di obiettivi vitali attraverso la proiezione del combat-power e del supporto tramite la terza dimensione. La capacità di svolgere compiti specifici, che spaziano dall’occupazione preventiva di posizioni e basi avanzate (fondamentali per abilitare successive operazioni terrestri e aeree) alla condotta di incursioni di livello tattico, è diretta funzione del binomio mobilità strategica–livello di prontezza, fattori che costituiscono i principali parametri di misurazione dell’efficacia dell’impiego di unità avio portate.
Nell’attività di quest’anno, sviluppata nel mese di novembre in diverse aree della Toscana e del Friuli Venezia Giulia, sono stati integrati, in un dispositivo pluriarma, tutte le unità della Brigata Paracadutisti “Folgore” con assetti della Brigata Informazioni Tattiche, che hanno supportato le attività con le capacità di sorveglianza del campo di battaglia, guerra elettronica e ricerca informativa da fonti umane; assetti statunitensi della 173° Airborne Division; un Landing Zone Control team del plotone esploranti della 11^ Air mobile Brigade olandese; velivoli della 46^ aerobrigata di Pisa impiegati per inserzione del personale tramite aviolancio e per gli aviorifornimenti; 3 elicotteri NH90 e 2 elicotteri A129 Mangusta della brigata aeromobile “Friuli”.
Esercito e Aeronautica Militare insieme nell’esercitazione “Lampo 21” pianificata e coordinata dal COVI
Roma, 19 novembre 2021 – Reparti dell’Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare nei prossimi giorni saranno impegnati nell’esercitazione Lampo 21, le Forze Armate si testeranno in scenari ipotetici per l’evacuazione di connazionali da un’area considerata di crisi.
L’attività, pianificata e coordinata dall’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFH) del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) entrerà nella sua fase esecutiva lunedì prossimo e interesserà prevalentemente l’area di Piacenza.
Si tratta di un’esercitazione nazionale interforze di tipo Command Post Exercise/Live Exercise (CPX-LIVEX), concepita per addestrare i comandi e le forze sul campo su una specifica tipologia di missione che potrebbe essere oggetto di future operazioni nazionali, multinazionali o di coalizione.
Lo scopo è testare la capacità delle Forze Armate di intervenire prontamente in un contesto emergenziale a favore dei propri connazionali all’estero, con l’impiego della componente terrestre e aerea.
Tra gli assetti dell’Esercito Italiano che prenderanno parte all’esercitazione, i lagunari del Reggimento “Serenissima”di Mestre, i genieri del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza, personale del Centro di Simulazione e Validazione dell’Esercito di Civitavecchia e del 41° Reggimento IMINT Cordenonsdi Sora.
Velivoli dell’Aeronautica Militare si alzeranno in volo da Pratica di Mare e Fiumicino per raggiungere i sedimi aeroportuali di Ghedi e di Montichiari sotto il coordinamento del Joint Movement Coordination Centre del COVI.
La mattina del 9 novembre del 1971 si inabissava “Gesso 4”, velivolo della Royal Air Force. Persero la vita 46 paracadutisti del 187° Reggimento, 6 membri dell’equipaggio britannico e un sottufficiale dell’allora 9° Battaglione sabotatori “Col. Moschin”
Livorno, 15 novembre 2021 – Autorità civili e militari della città di Livorno hanno commemorato, nei giorni scorsi, il 50° anniversario dell’incidente aereo della Meloria, a cui hanno partecipato i parenti delle vittime di uno degli eventi più drammatici che ha coinvolto le Forze Armate Italiane dal dopoguerra ad oggi.
Il 9 novembre 1971 un velivolo Hercules C 130 del Regno Unito con a bordo 52 militari tra paracadutisti del 187° Reggimento Paracadutisti Folgore ed equipaggio di volo della Royal Air Force britannica, decollato dall’aeroporto San Giusto di Pisa e diretto verso il tavoliere di Villacidro in Sardegna, per effettuare un lancio nel contesto dell’esercitazione internazionale “Cold Stream”, precipitò alle secche della Meloria, il tratto di mare antistante la città di Livorno.
La commemorazione, che si è svolta il 9 novembre, è iniziata al cimitero della Cigna con la deposizione di una corona e la resa degli onori presso il monumento ai caduti del “Gesso 4”, è proseguita con la celebrazione della Santa Messa presso la Cattedrale di S.Francesco, Duomo di Livorno, officiata dall’Ordinario Militare S.E. Santo Marcianò, alla quale ha fatto seguito la deposizione di una corona presso il Monumento ai Caduti della Meloria in località Banditella e di una corona in mare nel punto esatto nel quale si inabissò il C 130.
Nel corso del suo intervento il comandante della brigata “Folgore”, generale di brigata Roberto Vergori, nel rivolgere un sentito ringraziamento ai familiari dei caduti, ha sottolineato quanto la loro memoria sia unificante per il nostro Paese. Tenere vivo il ricordo di tutti i nostri Caduti – ha precisato – è una missione di altissimo valore etico e morale, che contribuisce al consolidamento di una coscienza civile e alla crescita personale e collettiva.
Il comandante del 187° reggimento, colonnello Mauro Zandonadi, ha espresso la propria gratitudine ai presenti, tra cui anche i parenti delle vittime britanniche con una rappresentanza della Royal Air Force, invitando a non far svanire mai la memoria e il rispetto verso il sacrificio degli uomini che cinquant’anni orsono decollarono per la loro ultima missione senza fare ritorno.
Il comandante cedente consegna lo scudetto della Folgore al comandante subentrante
Pisa, 15 novembre 2021 – Cerimonia di avvicendamento alla guida della Brigata Paracadutisti Folgore tra il generale di brigata Beniamino Vergori e il fratello, parigrado, Roberto Vergori, nei giorni scorsi presso il Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa, alla presenza del generale di divisione Angelo Michele Ristuccia.
Il comandante cedente nel suo intervento ha evidenziato quanto l’elemento più importante della “Folgore” sia proprio l’uomo, il paracadutista, il soldato doppiamente volontario che ha scelto di servire la Patria e ha scelto di farlo indossando il basco amaranto. “I sentimenti che ci animanodevono sempre essere quelli di operare per essere all’altezza del personale alle proprie dipendenze, di riuscire ad adempiere ai nostri compiti nel migliore dei modi, con lealtà, con onestà, con coraggio, con professionalità, anteponendo sempre gli interessi dell’ Istituzione che rappresentiamo”.
Il generale Roberto VergoriIl generale Beniamino Vergori durante il suo intervento
Durante gli oltre due anni passati al comando il generale Beniamino Vergori ha visto i paracadutisti della Folgore operare su molteplici fronti, dalle missioni fuori area in quasi tutti i Teatri Operativi dove sono impegnate le Forze Armate Italiane, alla conduzione della delicatissima fase finale della missione “Resolute Support” in Afghanistan compresa l’operazione di evacuazione del personale italiano ed afghano, agli impegni sul territorio nazionale nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”.
La Brigata Paracadutisti “Folgore” è una grande unità dell’Esercito Italiano che, operando anche nella terza dimensione, è in grado, con breve preavviso, di pianificare, preparare e condurre ogni tipo di operazione militare schierando, con aviotrasporto o aviolancio, le proprie unità a grandi distanze.
Il comandante della divisione Vittorio Veneto passa in rassegna lo schieramento
L’atterraggio di un paracadutista con il tricolore sul piazzale della cerimonia
Il generale Roberto Vergori
La “Folgore” può condurre ogni tipo di operazione militare aviotrasportando o aviolanciando le proprie unità anche a grandi distanze.
Roma, 15 novembre 2021 – Il colonnello Domenico Pisapia è il nuovo comandante del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito. La cerimonia di avvicendamento si è tenuta a Roma, presso la caserma Gandin, alla presenza del comandante della brigata Granatieri di Sardegna, generale di brigata Liberato Amadio, venerdì 12 novembre 2021.
Il colonnello Giuseppe Diotallevi, 113° comandante, ha passato il testimone dopo un anno di comando in cui i “Bianchi Alamari” sono stati impiegati su diversi fronti, addestrativi e operativi: il comando della Task Force “Strade Sicure”, nel primo semestre ’21, e della Task Force “G20” nel mese di ottobre nella città di Roma, le attività addestrative in molti dei poligoni nazionali e le molteplici attività di alta rappresentanza presso le sedi degli organi istituzionali della Repubblica.
Nel discorso di commiato, il comandante uscente ha ringraziato tutti i Granatieri per l’indiscutibile slancio, ardore e fedeltà di intenti dimostrati durante tutto il periodo di comando, citando le parole di Sant’Agostino: “nella Casa del giusto, anche coloro che esercitano un comando non fanno in realtà altro che prestare un servizio a coloro i quali sembrano comandare; essi di fatti non comandano per cupidigia di dominio ma per dovere di far del bene agli uomini, non per orgoglio di primeggiare, ma per amore di provvedere”.
Il comandante della brigata Granatieri di Sardegna, generale di brigata Liberato Amadio, ha sottolineato i recenti successi del reggimento sia in ambito operativo, evidenziando l’enorme sacrificio che tutta la Brigata spende per garantire costantemente la sicurezza nella capitale nel quadro dell’operazione “Strade Sicure”, sia in campo addestrativo, con i continui impegni nelle esercitazioni con il Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre – SIAT, presso il poligono di Monte Romano e nelle attività addestrative pianificate dalla Divisione Acqui.
Cagliari, 15 novembre 2021 – Un elicottero HH-139A dell’80° Centro C/SAR (Combat Search&Rescue) è intervenuto poche ore fa per recuperare quattro cacciatori rimasti isolati a causa del maltempo in località Villa San Pietro (CA).
L’elicottero, uno degli assetti della Forza Armata sempre pronti al decollo sul territorio nazionale anche per questo genere di interventi, si è immediatamente alzato in volo dall’aeroporto militare di Decimomannu (CA), sede dell’80° Centro Combat SAR (Search and Rescue) del 15° Stormo. Raggiunta l’area di operazioni, l’equipaggio ha recuperato tramite l’uso del verricello i quattro uomini che avevano trovato riparo in un ovile nella zona. Grazie all’uso dei visori notturni NVG (Night Vision Goggles) il recupero dei quattro è avvenuto in completa sicurezza ed una volta terminato l’elicottero si è diretto presso l’Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Cagliari.
La richiesta di intervento, effettuata dalla Prefettura di Cagliari, è stato autorizzata dal Rescue Coordination Centre del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (FE), il centro di comando e controllo dell’Aeronautica Militare dal quale vengono gestite tutte le attività operative di questo genere.
Si tratta del primo intervento reale realizzato dall’equipaggio dell’80° Centro CSAR di Decimomannu con l’elicottero HH-139A di recente acquisizione, gli ultimi elicotteri di nuova generazione in dotazione al Centro SAR sono infatti arrivati all’inizio dell’estate presso l’aeroporto militare di Decimomannu (CA).
Non si tratta dell’unico intervento effettuato nelle 24 ore dagli equipaggi in prontezza d’allarme dell’Aeronautica Militare. Nelle stesse ore, infatti, un velivolo da trasporto Falcon 50 del 31° Stormo di Ciampino (RM) ha effettuato un volo sanitario d’urgenza da Lamezia Terme a Ciampino in favore di un bambino di due anni in imminente pericolo di vita.
Il volo, richiesto dalla Prefettura di Catanzaro ed autorizzato è coordinato dalla Sala Situzioni di Vertice del Comando Squadra Aerea, ha permesso il trasporto del bimbo in culla termica dall’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
L’Aeronautica Militare con i reparti di volo dipendenti dal Comando Forze per la Mobilità ed il Supporto (46^ brigata aerea di Pisa, 14° stormo di Pratica di Mare, 15° stormo di Cervia e 31° stormo di Ciampino) assicura tra i propri compiti istituzionali anche il soccorso di persone in imminente pericolo di vita o che si trovano in situzioni di particolare difficoltà, 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e 365 giorni all’anno.
Pisa, 11 novembre 2021 – Giornata commemorativa alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, per i 60 anni dall’Eccidio di Kindu, località del Congo dove l’11 novembre 1961 avvenne l’uccisione di tredici aviatori dell’allora 46ª Aerobrigata, in missione di pace per conto dell’ONU. L’ordinario militare S.E. monsignor Santo Marcianò ha celebrato una messa di suffragio alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale di squadra aerea Luca Goretti, del commissario generale per le onoranze ai caduti, generale di divisione Gualtiero Mario De Cicco, del comandante della 46ª Brigata Aerea, generale di brigata aerea Alessandro De Lorenzo dei familiari dei caduti e delle autorità civili e militari di Pisa.
“Un anniversario pieno di sacrificio e di memoria, che ha un contenuto non tanto di morte tragica quanto di dono di vita , di chi ha messo al centro il bene degli altri”, ha detto monsignor Marcianò durante l’omelia. “Si legge, tra le righe di questo tragico evento, un martirio d’amore, una fede implicita di chi vive per gli altri, una fede che sigilla questo dono come martirio. Questi sono i militari italiani, che lavorano nelle missioni di pace per la giustizia,la legalità e la libertà dei popoli”.
“Oggi non siamo qui per commemorare chi ci ha lasciato, ma per far rivivere questi equipaggi che non se ne sono mai andati. Vogliamo ricordarli mentre lavorano accanto ai propri velivoli, pronti a ripartire per una nuova missione”, le parole pronunciate dal generale Luca Goretti nel corso della celebrazione. “Missioni di pace, missioni in cui questi tredici aviatori hanno testimoniato la capacità italiana di portare umanità e speranza nel mondo. Questi aviatori sono dentro di noi, dentro la famiglia dell’Aeronautica Militare. Una squadra, una comunità che oggi si ritrova insieme e deve sentirsi orgogliosa di avere nella propria storia, nella propria famiglia, tali esempi di vita”.
La giornata è stata arricchita dall’inaugurazione di una mostra fotografica, curata e illustrata dallo storico Paolo Farina, che ripercorre i fatti di Kindu e delle missioni che la 46ª Brigata Aerea compie da oltre ottant’anni in tutto il mondo con i suoi aerei da trasporto e da un annullo filatelico realizzato per l’occasione in collaborazione con Poste Italiane.
Al termine, un passaggio di tre velivoli della 46ª Brigata Aerea ha suggellato il momento dell’inaugurazione di un C-119 riportato per l’occasione alla colorazione e alle insegne della missione ONU in Congo. “Un restauro fatto con il cuore, che speriamo possa durare per i prossimi 60 anni – ha detto il generale Alessandro De Lorenzo nel suo intervento -. Abbiamo portato a termine un sogno, per onorare al meglio i nostri colleghi caduti a Kindu” Il velivolo, con la livrea dell’epoca, tornerà davanti al Sacrario, che da oggi passa al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, a seguito di un simbolico passaggio di consegne avvenuto tra il generale di squadra aerea Luca Goretti e il generale di divisione Gualtiero Mario De Cicco.
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