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Folgore, paracadutisti del 183 rgt Nembo concludono esercitazione Steel Forge 2-2020

Il comandante del Nembo col. Vincenzo Zampella parla ai paracadutisti

Carpegna (PU), 9 ottobre 2020 – Oltre 200 paracadutisti del 183° Nembo hanno condotto la seconda di una serie di esercitazioni denominate Steel Forge, nei giorni scorsi, presso il poligono militare di Carpegna (PU).

Con questa esercitazione il reggimento ha voluto addestrare unità di manovra del battaglione verificando l’efficacia delle procedure tecnico-tattiche. Tema principale è stata la fase esercitativa che ha interessato  il plotone mortai pesanti “Pegaso” della 12^ compagnia “Leopardi” che ha sparato con mortai Thomson da 120 millimetri.

Questa serie di eventi addestrativi si prefigge lo scopo di consolidare le capacità del reparto e di portare a termine  l’approntamento dell’unità in previsione dell’impiego quale LRF (Land Reserve Force). La Steel Forge 2^-2020 è stata inserita nell’esercitazione federata “Dagger Resolve 2020” al fine di addestrare il personale nel più ampio ambito del Battlespace Management (BSM), perché addestrarsi in un contesto realistico permette di consolidare competenza, flessibilità, rapidità decisionale e spirito d’iniziativa.

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Fonte e immagini
: 183 rgt paracadutisti Nembo
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Folgore, paracadutisti 183° rgt Nembo abilitati all’uso del sistema Engagement Skill Trainer

Esercizio di tiro con beretta 92 di team

Vicenza, 24 settembre 2020 – Paracadutisti del 183° reggimento Nembo sono stati abilitati all’uso del sistema Engagement Skill Trainer (E.S.T.) dopo aver frequentato un corso a Vicenza dal 14 al 17 settembre, nella caserma Del Din in coordinamento con la 173rd  Airborne Brigade.

Nel suo impiego più semplice l’ E.S.T. appare come un simulatore di tiro computerizzato che sfrutta una tecnologia a raggi laser su bersagli visualizzati su uno schermo. In realtà  le potenzialità del sistema sono molteplici: circa dieci piazzole di tiro, diverse armi impiegabili, diverse le distanze dei bersagli.

Parte interessante è rappresentata dal meccanismo ad aria compressa che riproduce sparo e rinculo rendendo l’azione di fuoco molto realistica e vicina al 90% della sensazione di sparo reale.

La parte più complessa del sistema prevede la proiezione di scenari che immergono la squadra nei vari contesti operativi in cui i militari si sono trovati ad operare. Molteplici le situazioni in cui la squadra viene immersa dal simulatore: imboscate, pattugliamenti, check point, centri abitati.

Questa interazione con lo scenario permette di migliorare le capacità di coordinamento dell’unità e di addestrare le capacità decisionali di ogni paracadutista che si addestra a reagire alla situazione che viene proposta  in tempi rapidi e con efficacia.

Il computer registra colpi e traiettorie e al termine dell’operazione viene proiettato il replay dell’azione evidenziando con precisione le modalità con le quali il personale ha sparato. Questo permette un rapido controllo su procedure, aspetti positivi e punti da migliorare riguardo l’azione appena eseguita.

Gli istruttori del 183° Nembo hanno conseguito la certificazione che li abilita all’utilizzo di questo sistema di simulazione e che entra a far parte delle possibilità addestrative dei paracadutisti della Folgore.

Il Comando Forze Operative Nord, Alto Comando dell’Esercito che ha alle proprie dipendenze la Brigata “Folgore”, favorisce da tempo l’utilizzo di simulatori diventati sempre più importanti nella formazione, nel mantenimento e nel miglioramento delle capacità del personale. Strumenti  tecnologici come l’E.S.T. permettono di istruire velocemente il personale nei vari esercizi da svolgere, portando ad un sostanziale risparmio di risorse economiche, di tempo e salvaguardando l’ambiente.

Il simulatore, utilizzato dai militari statunitensi della 173rd  Airborne Brigade, rappresenta la volontà  da parte delle aviotruppe di eserciti diversi di  creare un legame addestrativo, oltre che operativo, all’interno della più ampia Airborne Community.

Attestato training

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Afghanistan: generale Austin Scott Miller comandante della missione NATO “Resolute Support” a Herat

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Il generale Miller arriva alla base militare di Camp Arena ricevuto dal comandante del TAAC W, generale di brigata Salvatore Annigliato

Herat (Afghanistan), 17 maggio 2019 – Il comandante della missione NATO Resolute Support (RS), generale (USA) Austin Scott Miller, ha incontrato le più importanti autorità politiche e militari della Regione Ovest dell’Afghanistan martedì scorso a Herat.

L’alto ufficiale americano, accompagnato dai vice ministri della Difesa e degli Interni della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, rispettivamente il tenente generale Yasin Zia e il brigadier generale Koshal Sadat, dal vicecomandante di RS e Italian Senior National Representative, generale di corpo d’armata Salvatore Camporeale e dal comandante del Train Advise and Assist Command West (TAAC-W), generale di brigata Salvatore Annigliato, si è recato presso il Palazzo del Governatore di Herat, Abdul Qayum Rahimi, per partecipare a una riunione sulla sicurezza (security shura).

Nel corso dell’incontro, le autorità locali hanno fornito al comandante di Resolute Support un aggiornamento circa la situazione attuale nell’area di responsabilità del comando italiano, soffermandosi, in particolare, su aspetti afferenti alla sicurezza, alle prossime elezioni presidenziali, al processo di riconciliazione con il movimento talebano, all’importanza e allo sviluppo dei settori dell’Istruzione e dell’economia che, nella regione ovest, risultano essere tra i più virtuosi di tutto l’Afghanistan.

Il governatore Rahimi ha affermato che, dal punto della vista della sicurezza, la situazione nella Regione Ovest è sotto controllo: “Le forze di sicurezza afghane di Herat” – ha detto il Governatore – “lavorano giorno e notte per il popolo afghano e sono in grado di colpire il talebani ovunque”.

Il generale Miller ha sottolineato l’impegno della NATO e della Coalizione di Resolute Support a sostenere le Afghan National Defense Security Forces (ANDSF) nel difendere il proprio Paese. “Stiamo lavorando per la pace” ha detto il Comandante di RS “perché gli afghani vogliono la pace”, ma purtroppo, ha aggiunto, molti membri delle ANDSF muoiono ancora a causa di combattimenti in tutto il Paese e quindi non può venir meno l’impegno della Coalizione nelle attività di addestramento, consulenza e assistenza che dal 2015 continua a svolgere a favore delle Istituzioni e delle Forze locali.

Al termine della shura, le autorità hanno passeggiato insieme per le strade di Herat, salutando i soldati e i poliziotti delle ANDSF impegnati nella sicurezza della città, incontrando i cittadini, parlando con i giovani e i mercanti e visitando le loro botteghe.

“Resolute Support” è una missione a guida NATO avviata il 1° gennaio 2015 al termine dell’operazione ISAF. Il suo scopo è contribuire all’addestramento, assistenza e consulenza in favore delle Istituzioni e delle Forze di Sicurezza locali, al fine di facilitare le condizioni per la creazione di uno stato di diritto, Istituzioni credibili e trasparenti e, soprattutto, di Forze di Sicurezza autonome e ben equipaggiate, in grado di assumersi autonomamente il compito di garantire la sicurezza del Paese e dei propri cittadini.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Afghanistan/RSPA
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Afghanistan: militari italiani concludono il corso di primo soccorso alla polizia femminile afghana

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Herat, 23-24 giugno 2018 – I militari italiani in missione in Afghanistan hanno concluso ad Herat il corso Basic Life Support Defibrillation (BLSD) teso a consentire alle poliziotte in servizio presso il carcere femminile di stabilizzare le detenute ed i loro figli in imminente pericolo di vita.


I carabinieri del Police Advising Team (PAT)  con l’ausilio di personale medico e infermieristico dell’ospedale da campo della base italiana (ROLE 2) appartenenti al Train Advise Assist Command West (TAAC-W), su base brigata “Pinerolo”, hanno abilitato sette poliziotte in servizio presso l’istituto di reclusione femminile di Herat al primo soccorso e al soccorso pediatrico. Il corso è stato richiesto dalla direttrice dell’istituto penitenziario per accrescere la formazione del personale di polizia a fornire una maggiore assistenza alle donne detenute nel carcere e ai loro figli che ad oggi, in circa 60 tra neonati e bambini, vivono con loro nella struttura in età prescolare.

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La rianimazione cardio-polmonare, le posizioni di sicurezza post traumatiche e da shock, il trattamento delle ferite lacero-contuse e l’impiego del defibrillatore, sono le principali capacità acquisite dalle poliziotte espresse nella pratica di numerosi esercizi eseguiti su manichino. Inoltre, una sessione a parte è stata dedicata al primo soccorso pediatrico, con particolare riferimento alla disostruzione delle vie respiratorie.

Le attività a favore delle donne afghane, realizzate nell’ambito dei progetti gender, hanno il duplice obiettivo, da una parte,  di rendere le Forze Armate e di Polizia autonome nella gestione dello sviluppo professionale del proprio personale e, dall’altra,  di formare nuovi istruttori (train the trainers) in linea con i compiti del TAAC W che si sviluppano sia sul piano dell’addestramento (train) che su quello della consulenza (advise e assist).

Tutti gli sforzi del contingente italiano, nell’ambito della missione in Afghanistan Resolute Support, sono tesi allo sviluppo organizzativo e funzionale delle forze di sicurezza afgane, per il raggiungimento di un adeguato livello di sostenibilità delle stesse.

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Le partecipanti, al termine della cerimonia di consegna dei diplomi, hanno espresso grande soddisfazione per quanto appreso durante le lezioni teoriche e pratiche, mostrando sempre un vivo interesse per gli argomenti trattati durante il corso.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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Libano: il generale Sganga riceve il sindaco di Shama

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Shama (Libano), 27 ottobre 2017 – Il nuovo comandante della JTFL-SW, missione UNIFIL, generale di brigata Rodolfo Saganga, ha ricevuto presso la sede UNP 2-3, il sindaco di Shama Mr. Abed El Kader Saffieddine.

Il generale Sganga ha dato il benvenuto a Mr Saffieddine, ringraziandolo per la sua collaborazione e per il continuo supporto dei cittadini del Libano del sud in generale e sopratutto i cittadini di Shama ai caschi blu italiani.

In risposta, Mr. Saffieddine, si è congratulato con il nuovo comandante per l’insediamento al comando del settore ovest di UNIFIL, per il supporto ai cittadini locali e sopratutto per la tutela della sicurezza e della stabilità nel sud del Libano.

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Il sindaco di Shama ha inoltre ha elogiato il ruolo del contingente italiano, in particolare per il sostegno alla popolazione locale attraverso la realizzazione dei numerosi progetti CIMIC per lo sviluppo dei villaggi del Libano del sud e per il contributo al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini locali.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Libano
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Italiani in Libano: esercitazione multinazionale dei caschi blu delle Nazioni Unite

Esercitazione dell'assetto CRC francese in coordinamento con la sala ope...

Shama (Libano), 12 settembre 2017 –  Si è conclusa in questi giorni, nel Libano del sud, l’esercitazione RITE III/17 (Reserve Integration Training Exercise) per il contingente italiano della Joint Task Force – Lebanon che conduce l’operazione “Leonte XXII” dal 27 aprile scorso.

In contesto multinazionale, il Sector West di UNFIL, con a capo il generale di brigata Francesco Olla, ha testato le proprie capacità di “Comando e Controllo” delle unità dispiegate sul terreno al fine di aumentarne la reattività, l’interoperabilità e la flessibilità.

Pianificazione e condotta del Posto Comando Avanzato prima degli assetti...

L’esercitazione ha visto oltre 200 uomini e donne, 45 veicoli blindati e 4 posti comando tattici condurre le operazioni che garantiscono la stabilità dell’area da oltre undici anni. Attraverso l’ausilio degli assetti specializzati quali squadre antisommossa e nuclei EOD (Explosive Ordinance Disposal), per far fronte al riconoscimento e disinnesco degli ordigni inesplosi (UXO –  Unexploded ordnance) o improvvisati (IED – Improvised explosive device), le unità del contingente multinazionale sono state ingaggiate e valutate attraverso la simulazione delle più probabili minacce che potrebbero verificarsi nel Sud del Libano. 

L'assetto EOD con relativo equipaggiamento robotico

L’esercitazione si è svolta in una zona non popolata del villaggio di Naqoura, che insiste nell’area di responsabilità del cntingente italiano su base brigata “Granatieri di Sardegna”. L’unità di manovra italiana (ITALBATT), congiuntamente a quella malese, irlandese, finlandese, sud-coreana e ghanese, garantisce, in base a quanto sancito dalla Risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il monitoraggio costante della Blue Line, la linea di demarcazione che divide il Libano da Israele; il supporto alla popolazione locale, attraverso numerosi progetti in sostegno alle autorità municipali e governative a sud del fiume Litani; la pianificazione e condotta, a favore delle Lebanese Armed Forces (LAF), di attività addestrative e operative finalizzate all’implementazione del mandato previsto dalla risoluzione stessa.

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Fonte e immagini: Contingente italiano nel Libano del sud
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Shama, Libano, un giorno di missione dei nostri militari. (Photoreportage)

Shama (Libano), maggio 2017 – C’è sempre grande curiosità quando i nostri militari stanno in missione all’estero. Si vuole sapere cosa fanno, come è articolata una loro giornata.

MNFI vi ha accontentato, con una serie di immagini inviate da un nostro corrispondente. Addestramenti, momenti quotidiani, personale militare e mezzi.

La missione UNIFIL è l’operazione Leonte XXII, su base Granatieri di Sardegna con a capo il generale di brigata Francesco Olla.

Un ringraziamento ai caschi blu del contingente italiano per la loro disponibilità.

UNA GIORNATA A SHAMA

Per ogni immagine una breve descrizione.

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Addestramento all’attività di riconoscimento di IED

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Addestramento all’attività di sminamento

Sottufficiale del genio durante la vestizione dell'equipaggiamento.jpg

Sottufficiale del genio durante la vestizione dell’equipaggiamento

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Controllo costante dei sistemi di comunicazione

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Mantenimento del sistema informatico di contingente

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Personale tecnico dell’arma delle trasmissioni

Militare impiegato nel vettovagliamento.jpg

Militare impiegato nel vettovagliamento

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Sottufficiale infermiere del Level 1 di Shama

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Ufficiale medico del contingente italiano in Shama

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Trombettiere del Reggimento Logistico Pozzuolo del Friuli

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Alcuni macchinari marchiati UN

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Officina leggera della base di Shama

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Pattuglia della SMR lungo la Blue Line

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Servizio di rifornimento al contingente internazionale

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Sistemi di collegamento del contingente italiano con i comandi nazionali

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VTLM della SMR nella base di Shama

 

 

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Immagini: Contingente italiano in Libano
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Difesa: concluso il supporto alla sicurezza per il G7 a Taormina

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Taormina, 27 maggio 2017 – Termina oggi il G7 a cui gli uomini e mezzi delle Forze Armate hanno fornito il concorso per il potenziamento delle attività di sicurezza, di prevenzione e controllo dei siti e degli obiettivi sensibili in supporto al Ministero dell’Interno, in occasione della riunione dei leader a Taormina, il 26 e 27 maggio.

Per l’evento le Forze Armate hanno messo in campo un contingente militare interforze di circa 3.300 unità per il rafforzamento dei dispositivi di sicurezza, che resteranno in vigore fino a domenica sera.

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Al summit annuale, che ha visto la partecipazione dei capi di Stato e di Governo delle 7 nazioni maggiormente industrializzate, le Forze Armate hanno fornito un dispositivo interforze articolato su un Comando della Forza, enucleato dal Comando Operativo di vertice Interforze, e tre componenti operative (terrestre, marittima e aerea) per garantire il regolare svolgimento del Vertice, l’incolumità della popolazione e dei partecipanti all’evento. 

Il capo di Stato Maggiore della Difesa ha sottolineato che “garantire la sicurezza per il G7 è stata una ulteriore dimostrazione della eccezionale capacità delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine ad operare in maniera integrata. Un successo straordinario reso possibile dalla professionalità e dall’abnegazione dei nostri militari“.

Sin dall’inizio, l’Esercito, su indicazione della prefettura e insieme alle altre Forze dell’Ordine, ha supportato la realizzazione di servizi di vigilanza e sicurezza per circa 100 obiettivi sensibili nell’area di Taormina. Gli uomini e le donne della Brigata Aosta hanno presidiato tutte le stradine di accesso al centro di Taormina e le aree ritenute maggiormente sensibili, mettendo a frutto l’addestramento e la pluriennale esperienza maturata nelle Operazioni sul territorio nazionale e in quelle nei Teatri Operativi all’estero.

La Marina Militare ha schierato un dispositivo di sorveglianza e protezione di carattere polivalente, efficace sia in alto mare, con il cacciatorpediniere Francesco Mimbelli che ha agito da scudo al largo delle acque antistanti Taormina, che lungo la fascia litoranea, grazie all’azione combinata del cacciamine Rimini, incaricato di sorvegliare le acque rivierasche con il sonar ad altissima frequenza. Presenti anche i palombari del Gruppo Operativo Subacquei, che hanno messo in sicurezza tutte le infrastrutture sensibili disseminate lungo la costa.

L’Aeronautica Militare ha contribuito a potenziare la difesa aerea e la gestione dello spazio aereo con l’impiego del Comando di Componente Aerea (Air Control Command), mettendo anche a disposizione aerei per il Combat Air Patrol e per il rifornimento in volo, elicotteri quali Slow Mover Interceptor e il reparto mobile di comando e controllo e radars. Inoltre, ha provveduto alle predisposizioni logistiche per l’atterraggio delle delegazioni, realizzando, nelle settimane antecedenti il summit, le elisuperfici e tutto l’occorrente per garantirne un autonomo funzionamento, mentre l’Aeroporto militare di Sigonella è stato impiegato per l’atterraggio e accoglienza  delle delegazioni.

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Sono stati infine impiegati assetti ad alta connotazione specialistica, come Team Counter Improvised Explosive Device Disposal per la ricerca e la bonifica di ordigni esplosivi in ambiente terrestre, marittimo e subacqueo, unità navali in supporto associato e una componente delle Forze Speciali.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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Roma: seconda edizione convegno di analisi criminale nella scuola di polizia interforze

di Monica Palermo

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Roma, 7 febbraio 2017 – Si è concluso oggi il convegno di analisi criminale sul tema “I nuovi scenari geopolitici e i riverberi sul territorio nazionale: l’analisi criminale quale fattore competitivo nella sicurezza”, che si è tenuto presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.

Nella prima giornata di ieri i rappresentanti dei diversi ambiti operativi di polizia, esponenti della cultura, delle università e dei centri studi si sono riuniti nell’ambito di tre panel per affrontare i temi più significativi della sicurezza. Nella giornata di oggi esperti di settore e analisti hanno inquadrato le tematiche esaminate e hanno presentato gli esiti delle elaborazioni con eventuali proposte.

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I lavori della seconda giornata sono iniziati con il saluto del direttore della scuola dott. Michele Rocchegiani e si sono aperti con l’intervento del procuratore generale della Repubblica presso la corte di appello di Roma Giovanni Salvi, che ha ribadito l’importanza dell’informazione e dell’analisi rispetto alla minaccia integrate e interdipendente quale quella moderna.

Hanno poi preso la parola il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo e la professoressa Anna Maria Cossiga, docente di geografia politica e geopolitica presso la Link Campus University, che hanno approfondito la tematica del mondo in movimento, di come i flussi migratori spingano verso un cambiamento forzoso, con nuove sfide integrate alla sicurezza pubblica, come sistema, e in cosa consiste la funzione multisciplinare dell’analisi.

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La sessione si è conclusa con l’intervento del prof. Mario Caligiuri, associato di pedagogia della comunicazione dell’Università della Calabria, che ha spiegato come si è evoluta la leadership e di come sia mutato il controllo competitivo del territorio, nella policy di sicurezza e nelle organizzazioni criminali, sottolineando l’importanza dell’analisi come momento aggregante di conoscenza e competenza.

L’iniziativa, tesa a promuovere “l’analisi del futuro e il futuro dell’analisi”, secondo la vocazione della Scuola, diretta a favorire ampi confronti ed innovative sperimentazioni, ha consentito di riflettere sulle profonde trasformazioni degli scenari criminogeni, sempre più fluidi e interdipendenti, individuando possibili nuovi approcci analitici che potranno garantire un più utile orientamento sia all’azione preventiva e repressiva sia ai complessi processi decisionali della moderna policy.

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Immagini: Ph. Monica Palermo
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