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Il lavoro delle Forze Armate senza sosta anche durante le festività, oltre 12mila i militari impegnati in Italia e all’estero

Militari impegnati nella operazione Strade Sicure

Roma, 4 gennaio 2023 – Militari impegnati durante il periodo delle festività natalizie, sia in Patria che all’estero, con oltre 12.000 unità impiegate nei diversi scenari operativi, a tutela degli interessi nazionali, della sicurezza internazionale e delle principali aree metropolitane del Paese.

ITALIA

Sul territorio nazionale, nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”, circa 5.000 militari presidiano le strade e le piazze garantendo la sicurezza nelle aree urbane italiane particolarmente affollate in questo periodo dell’anno. Il personale delle Forze Armate è posto a disposizione dei Prefetti, da questi è impiegato per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché in perlustrazione e pattuglia congiuntamente al personale dell’Arma dei Carabinieri e delle altre Forze di Polizia.

ESTERO

All’estero le Forze Armate, con oltre 7.000 militari, sono presenti in 35 missioni internazionali nell’ambito di coalizioni multinazionali, sotto l’egida di ONU, NATO e Unione Europea o accordi bilaterali.

I militari italiani sono dispiegati in 24 nazioni che spaziano dalla regione Artica e dal Baltico verso sud attraverso il fianco est dell’Alleanza, dal Golfo Persico verso Ovest attraverso il Corno d’Africa e il Medio Oriente, il Mediterraneo, il Nord Africa, il Sahel fino al Golfo di Guinea e in Antartide.

Sul fianco Est oltre 1.250 militari italiani sono in Lettonia, Ungheria e in Bulgaria, in quest’ultima l’Italia ha la lead, con reparti dell’Esercito nell’ambito delle misure di enhanced Forward Presence (eFP) e di enhanced Vigilance Activity (eVA) della NATO. In Romania una Task Force dell’Aeronautica è impegnata con i velivoli EF-2000 “Typhoon” nell’ambito della NATO enhanced Air Policing per la sorveglianza degli spazi aerei alleati.

In Iraq e in Kuwait, le forze armate sono presenti nell’ambito dell’operazione “Prima Parthica/INHERENT RESOLVE”, che impiega attualmente 650 militari, 97 mezzi terrestri e 11 mezzi aerei. Tra i compiti del contingente vi sono il contributo agli staff della coalizione, l’addestramento delle Forze di Sicurezza curde ed irachene, l’attività Air-to Air refueling a favore degli assetti aerei della coalizione e la ricognizione e sorveglianza con velivoli e aerei a pilotaggio remoto, questi ultimi assicurati dagli uomini e mezzi della Task Force Air con sede in Kuwait.

Per quanto riguarda il Mediterraneo, la Marina Militare opera nell’ambito dei Gruppi Permanenti della NATO, le NATO Standing Naval Forces.

Durante i recenti campionati mondiali di calcio, la Difesa ha contribuito alla sicurezza con l’operazione interforze “Orice”, che ha impegnato 560 militari, 46 mezzi terrestri, 1 nave, 2 mezzi aerei. Si è trattato di una missione bilaterale articolata su due diverse Task Force: una a forte connotazione terrestre, su base Brigata “Sassari” dell’Esercito, che ha impiegato personale proveniente da Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri, e l’altra per le operazioni in mare, con il pattugliatore “Thaon di Revel” della Marina Militare.

L’Italia attualmente è al comando delle missioni in Iraq (NMI), Kosovo (KFOR) dove, tra gli altri, l’Arma dei Carabinieri è presente con la Multinational Specialized Unit (MSU), della Missione EU in Somalia (EUTM), di EUNAVFORMED Irini nel Mediterraneo e di “EMASoH”, missione che opera nello Stretto di Hormuz.

Continua il forte impegno della Difesa italiana al comando del Settore Ovest di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) in Libano, con 1169 militari, 368 mezzi terrestri e 7 mezzi aerei.

APPROFONDIMENTI

ESERCITO

MARINA MILITARE

AERONAUTICA MILITARE

ARMA DEI CARABINIERI

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Fonte e immagine: Stato Maggiore della Difesa


Accademia militare di Modena, gli allievi del corso “Onore” hanno giurato fedeltà alla Repubblica

Modena, 1 maggio 2021 – Gli Allievi Ufficiali del 202° corso “Onore” ieri mattina hanno prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, nella prestigiosa cornice del cortile d’onore del Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare. La cerimonia era presenziata del Ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini, e del padrino del corso, tenente colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Alla cerimonia, condotta in forma ridotta e nel pieno rispetto delle norme vigenti per il contrasto ed il contenimento da COVID-19, hanno presenziato il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino, e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Teo Luzi.

Presenti inoltre autorità civili e militari, tra le quali il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il prefetto, dott.ssa Alessandra Camporota, il vescovo della diocesi modenese, mons. Erio Castellucci, il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, prof. Carlo Adolfo Porro.

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sulle piattaforme social dell’Esercito Italiano, per consentire a parenti e amici, impossibilitati a partecipare, di condividere con i propri cari un atto così importante nella vita di un cadetto.

L’atto solenne, avvenuto dinanzi la Bandiera dell’Istituto e suggellato con la lettura della tradizionale formula del giuramento, pronunciata dal comandante dell’Accademia Militare, generale di divisione Rodolfo Sganga, ha sancito l’ingresso a pieno titolo degli Allievi Ufficiali nei ranghi dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri, per servire l’Italia e le sue istituzioni.

Il ministro della Difesa si è rivolto ai giovani Allievi Ufficiali sottolineando che “Qui, in questo Palazzo, la severità degli studi, insieme alla disciplina e al rigore, combinati con le molteplici attività sportive e tecnico-militari, saranno non solamente una sfida con voi stessi ma soprattutto la migliore garanzia per il vostro futuro e quello del Paese che sarete chiamati a servire. Da oggi rappresentate il futuro dell’Esercito Italiano, uno dei pilastri fondamentali su cui si poggia l’architettura della Difesa nazionale e dell’Arma dei Carabinieri, anello insostituibile nella duplice connotazione militare e di polizia. Siatene fieri allievi e allieve del 202°Corso Onore”.

“L’essere Ufficiali – ha detto il generale Serino durante il suo intervento – vi porterà a confrontarvi con due mondi entrambi sfidanti: quello delle relazioni umane e quello di una tecnica in continuo divenire. Questo complesso universo, vi chiederà applicazione e studio costanti, vi chiederà regola e rigore, ma saprà anche ripagarvi con la più grande delle soddisfazioni: vedere i vostri soldati, le vostre donne e i vostri uomini, seguirvi. Sarà nei loro sguardi che troverete la forza e l’energia per impegnarvi nella nostra difficile professione. Non accontentatevi mai, non abbiate timore di inciampare e cadere, non smettete mai di sfidarvi, di mettervi alla prova, non sentitevi mai prigionieri degli schemi e vedrete che saprete essere nell’ordine: ottimi cittadini, ottimi soldati e ottimi comandanti”.

Il 202° corso “Onore” è frequentato da 219 allievi ufficiali, dei quali 201 italiani e 18 stranieri, provenienti da undici diversi paesi; la componente femminile è di 35 allieve.

L’Accademia Militare di Modena, istituita il 1° gennaio del 1678 con il nome di Reale Accademia, è oggi l’Istituto di formazione militare a carattere universitario responsabile della formazione iniziale dei futuri Ufficiali d’arma e medici del ruolo normale dell’Esercito Italiano e dell’Arma dei Carabinieri, in un percorso di studi che porterà al conseguimento della laurea in scienze Strategiche, Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Giurisprudenza.

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Fote: Stato Maggiore Esercito
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Difesa, sono 15.000 i militari italiani impegnati durante le festività in Italia e all’estero

Roma, 31 dicembre 2020 – Il periodo delle festività natalizie non è un deterrente per gli uomini e donne delle Forze Armate che si impegnano quotidianamente a favore della cittadinanza e di supporto in teatri operativi esteri.

In Patria sono operativi:

  • circa 7800 militari dell’operazione Strade Sicure, che impiegati sul territorio nazionale per il presidio, in concorso alle forze di polizia, di obiettivi sensibili, luoghi di culto, snodi ferroviari e metropolitane delle città italiane.

    All’estero sono in corso:
  • 39 missioni internazionali,
  • con 7500 uomini e donne,
  • operanti in 24 Paesi.

Impegno che si è arricchito di una nuova sfida, quella portata dall’emergenza epidemiologica Covid 19. Difatti, sia nel corso della prima ondata e successivamente nella seconda con l’Operazione IGEA prima e con l’avvento dell’Operazione EOS poi, iniziative volute dal ministro della Difesa Guerini, il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) ha pianificato e diretto lo sforzo delle Forze Armate, in sinergia con la struttura commissariale per la gestione e il contrasto dell’epidemia della Presidenza del Consiglio, volto a supportare il Ministero della Salute, in coordinamento con le autorità sanitarie locali e la Protezione Civile.

Dal 23 ottobre 200 Drive Through Difesa (DTD) sono stati resi disponibili per effettuare tamponi, ad oggi oltre 860.000, da parte team interforze di personale sanitario, per un totale di circa 430 tra medici e infermieri, analizzati, poi, negli 8 laboratori sanitari stanziali e 2 mobili delle Forze Armate. A questi, si aggiunge l’operatività dell’Ospedale Militare del Celio di Roma e dei Centri Medici Ospedalieri di Milano e Taranto, con la disponibilità di:

  • 230 posti letti,
  • 54 letti per la terapia intensiva,
  • 18 strutture logistiche impiegabili come “Covid Hotel”,
  • 5 strutture sanitarie campali che contribuiscono ad alleggerire la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale.

Con il Vaccine Day ha avuto inizio, il 26 dicembre, anche l’Operazione EOS, in supporto alla campagna di vaccinazione nazionale, che, a parte la distribuzione iniziale delle prime 9.750 dosi vaccinali, entrerà nel vivo agli inizi del prossimo anno quando le Forze Armate provvederanno allo stoccaggio e vigilanza dei vaccini nell’hub principale di Pratica di Mare da dove verranno trasportati, grazie all’impiego di 11 aerei, 73 elicotteri e 360 mezzi terrestri verso i 21 hub secondari dislocati in tutte le regioni per poi essere distribuiti ai vari siti di somministrazione individuati dalla struttura commissariale.

Nessuna descrizione disponibile.

Altrettanto significativo è il contributo delle Forze Armate nelle Operazioni all’estero, dove sono impegnate con 7.500 uomini e donne nell’ambito di coalizioni multinazionali o sotto l’egida della NATO, Unione Europea e ONU, dall’Africa sub-sahariana all’Afghanistan, attraverso il Mediterraneo, i Balcani, il Libano e il Medio-Oriente, fino alle acque dell’Oceano Indiano, contribuendo attraverso attività di capacity building alla stabilizzazione delle aree di impiego, piuttosto che svolgendo operazioni volte a rafforzare la difesa degli spazi euro atlantici, lungo il fianco est, nei cieli e nei mari dell’Alleanza.

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Folgore, paracadutisti 183° rgt Nembo abilitati all’uso del sistema Engagement Skill Trainer

Esercizio di tiro con beretta 92 di team

Vicenza, 24 settembre 2020 – Paracadutisti del 183° reggimento Nembo sono stati abilitati all’uso del sistema Engagement Skill Trainer (E.S.T.) dopo aver frequentato un corso a Vicenza dal 14 al 17 settembre, nella caserma Del Din in coordinamento con la 173rd  Airborne Brigade.

Nel suo impiego più semplice l’ E.S.T. appare come un simulatore di tiro computerizzato che sfrutta una tecnologia a raggi laser su bersagli visualizzati su uno schermo. In realtà  le potenzialità del sistema sono molteplici: circa dieci piazzole di tiro, diverse armi impiegabili, diverse le distanze dei bersagli.

Parte interessante è rappresentata dal meccanismo ad aria compressa che riproduce sparo e rinculo rendendo l’azione di fuoco molto realistica e vicina al 90% della sensazione di sparo reale.

La parte più complessa del sistema prevede la proiezione di scenari che immergono la squadra nei vari contesti operativi in cui i militari si sono trovati ad operare. Molteplici le situazioni in cui la squadra viene immersa dal simulatore: imboscate, pattugliamenti, check point, centri abitati.

Questa interazione con lo scenario permette di migliorare le capacità di coordinamento dell’unità e di addestrare le capacità decisionali di ogni paracadutista che si addestra a reagire alla situazione che viene proposta  in tempi rapidi e con efficacia.

Il computer registra colpi e traiettorie e al termine dell’operazione viene proiettato il replay dell’azione evidenziando con precisione le modalità con le quali il personale ha sparato. Questo permette un rapido controllo su procedure, aspetti positivi e punti da migliorare riguardo l’azione appena eseguita.

Gli istruttori del 183° Nembo hanno conseguito la certificazione che li abilita all’utilizzo di questo sistema di simulazione e che entra a far parte delle possibilità addestrative dei paracadutisti della Folgore.

Il Comando Forze Operative Nord, Alto Comando dell’Esercito che ha alle proprie dipendenze la Brigata “Folgore”, favorisce da tempo l’utilizzo di simulatori diventati sempre più importanti nella formazione, nel mantenimento e nel miglioramento delle capacità del personale. Strumenti  tecnologici come l’E.S.T. permettono di istruire velocemente il personale nei vari esercizi da svolgere, portando ad un sostanziale risparmio di risorse economiche, di tempo e salvaguardando l’ambiente.

Il simulatore, utilizzato dai militari statunitensi della 173rd  Airborne Brigade, rappresenta la volontà  da parte delle aviotruppe di eserciti diversi di  creare un legame addestrativo, oltre che operativo, all’interno della più ampia Airborne Community.

Attestato training

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SMD comunica nessun ritiro dei militari italiani dall’Iraq, ridislocazione al di fuori di Baghdad

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Roma, 07 gennaio 2020 – Lo Stato Maggiore della Difesa, a seguito degli avvenimenti in Iraq, con un comunicato riguardante la dislocazione dei militari sottolinea che “La pausa delle attività addestrative e l’eventuale ridislocazione dei militari italiani dalle zone di operazione irachene rientra nei piani di contingenza per la salvaguardia del personale impiegato. Non rappresentano una interruzione della missione e degli impegni presi con la coalizione ma sono solo dipendenti dalle misure di sicurezza adottate. Gli stati di allertamento e le misure di sicurezza sono decise a livello di coalizione internazionale in coordinamento con le varie nazioni partner. Al momento, il quartier generale della coalizione sta pianificando una parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad.”

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Artificieri dell’11° rgt Genio Guastatori dell’Esercito disinnescano ordigno della II guerra mondiale

Foto 1_Artificieri in azione

Grottaglie, 03 dicembre 2019 – Sono terminate le attività di neutralizzazione di una bomba di aereo di fabbricazione americana dal peso di 300 libbre ad opera degli artificieri dell’Esercito. L’ordigno, risalente al secondo conflitto mondiale, era stato rinvenuto in buono stato di conservazione provvisto di dispositivo di innesco all’interno dell’aeroporto civile “Arlotta” di Grottaglie, durante l’esecuzione dei  lavori per l’ampliamento del piazzale di sosta degli aeromobili.

Il delicato intervento è stato condotto dagli specialisti del nucleo CMD (Conventional Munition Disposal), esperti nel settore della disattivazione di ordigni esplosivi regolamentari e di circostanza, dell’11° reggimento Genio Guastatori di Foggia, unità specialistica alle dipendenze della Brigata Pinerolo.

Le operazioni, disposte dal Comando delle Forze Operative Sud di Napoli, sono state coordinate dalla Prefettura di Taranto e si concluderanno nella giornata di lunedì con il brillamento dell’ordigno presso una cava nel Comune di San Giorgio Jonico.

Foto 3_Bomba d'aereo da 300 libbre

L’Esercito Italiano, grazie alle capacità tecniche e professionali del proprio personale ed ai mezzi in dotazione, è sempre più impegnato nel fornire il proprio contributo in attività di pubblica utilità.

Gli uomini del Genio, in particolare, sono attivi nella bonifica di ordigni esplosivi e residuati bellici su tutto il territorio nazionale. Nell’anno 2018 i nuclei CMD sono stati protagonisti di 1990 interventi, a conferma di una consistente presenza sul territorio di residuati bellici degli ultimi conflitti mondiali.

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Fonte e immagini: 11° rgt Genio Guastatori
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Missione in Libano: effettuati 12000 movimenti logistici in cinque mesi

UNIFIL_Afflusso e deflusso mezzi blindati da e per la madrepatria(2)

Libano, 13 marzo 2019 – Dopo quasi cinque mesi dall’assunzione di comando nella “Terra dei Cedri”, sono stati circa 12000 i movimenti logistici effettuati nell’area di responsabilità dalla Joint Task Force Lebanon (JTF-L) – Sector West, su base Brigata Bersaglieri “Garibaldi”, di cui oltre 5500 quelli compiuti dai Caschi Blu italiani, ovvero quasi il 46% dei totali.

I risultati conseguiti viaggiano di pari passo con il contestuale incremento sia delle operazioni congiunte condotte sul terreno con le Forze Armate Libanesi (LAF), che dal 12% iniziale sono passate al 23%, sia del pattugliamento della Blue Line e sono in linea con gli standard prefissati dal contingente nazionale.

I Caschi Blu della Leonte XXV, inquadrati nella Missione in Libano, operano in un teatro operativo molto articolato dove le Nazioni Unite, per l’espletamento del mandato, impiegano componenti civili e militari; le relazioni tra queste componenti e ancora di più quelle con la popolazione locale e le Forze di Sicurezza libanesi, risultano assolutamente complesse.

Inoltre, la JTF-L, fornisce il supporto logistico “integrato” (nazionale e UNIFIL) a tutte le componenti del contingente italiano, nonché quello “partecipato” dal comando della Missione ai contingenti che operano nell’ambito del Settore (Armenia, Brunei, Croazia, Ghana, Irlanda, Repubblica di Macedonia, Malesia, Malta, Repubblica di Corea, Serbia, Slovenia e Tanzania), così come previsto dagli accordi siglati dall’Italia.

Il compito viene assolto mediante una struttura logistica capace di garantire il supporto alle unità nazionali e internazionali assicurando, altresì, il collegamento continuo, attraverso l’Area Logistica di Transito (ALT), tra la madrepatria e il porto/aeroporto di Beirut.

A riguardo, per soddisfare le esigenze che ne derivano, l’individuazione delle risorse, nonché la creazione delle capacità di distribuzione ed il mantenimento ed impiego delle stesse, la JTF-L si avvale di un efficiente impianto logistico, inteso a razionalizzare il sostengo necessario all’attività operativa in modo da poterne minimizzare i rischi ed i costi d’implementazione e massimizzarne l’efficacia e l’efficienza.

In particolare: 

  • il Combat Service Support Battalion (CSS-BN) garantisce il supporto attraverso le proprie componenti trasporti, rifornimenti e mantenimento, gli assetti sanitari e i nuclei di disinfezione; 
  • il Combat Support Battalion (CS-BN) assicura la funzionalità giornaliera dell’unità con l’impiego, ad esempio, di una Compagnia trasmissioni, con assetti specialistici dedicati come quelli Chemical Biological Radiological Nuclear (CBRN) ed Electronic Warfare (EW) italiani ed Explosive Ordnance Disposal (EOD) – Improvised Explosive Device Disposal (IEDD) croati; 
  • l’Infrastructure Management Centre (IMC), svolge invece le attività di supporto tecnico e manutentivo delle basi, attraverso l’elaborazione di pratiche tecnico-amministrative e l’esecuzione di attività manutentive, nonché di ammodernamento, rinnovamento e nuove costruzioni; 
  • inoltre, la Joint Multimodal Operation Unit (JMOU), assetto nazionale alle dipendenze dirette del National Contingent Commander italiano del comando UNIFIL di Naqoura, si occupa, nell’ambito della missione in Libano, della gestione dei transiti in entrata e in uscita di uomini, mezzi e materiali. Il trasferimento può avvenire singolarmente o attraverso la combinazione di diverse modalità di trasporto: su strada, in modo flessibile e rapido; su ferro, tendenzialmente economico; via mare, estremamente economico e via aerea, in modo estremamente veloce.

Dal 19 ottobre dello scorso anno ad oggi, sono oltre 800 mila i chilometri percorsi su strada dal Settore Ovest, per i trasporti tattico-logistici da e per l’ALT di Beirut, funzionali al supporto del contingente nell’area di responsabilità. La complessa macchina della logistica si inserisce pertanto in un sistema molto articolato e complesso e deve sempre essere aderente, senza soluzione di continuità, nell’assolvimento del mandato e nella ricerca dell’implementazione della Risoluzione 1701/2006 delle Nazioni Unite, fondamento giuridico della Missione UNIFIL.

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Fonte e immagini: UNIFIL
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L’Esercito sospende immediatamente il militare arrestato ad Anzio

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Roma, 17 febbraio 2019 – In merito alla notizia pubblicata da alcuni organi di informazione, relativa all’adozione di misure cautelari nei confronti di personale militare da parte del tribunale di Velletri su delega della Procura della Repubblica, l’Esercito esprime profondo sdegno e condanna.

Il militare coinvolto si è macchiato, laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento riprovevole, immorale e inaccettabile, ancor più aggravato per uomini e donne che indossano l’uniforme e rappresentano lo Stato.

Confermando totale disapprovazione e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l’Istituzione e assicurando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l’Esercito ha già avviato tutte le procedure per l’immediata sospensione del militare dal servizio ed esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inaccettabili condotte e la completa vicinanza alla ragazza nei cui confronti sono stati perpetrati gli abusi.. Tali soggetti non sono degni di indossare l’uniforme.

Tale isolato avvenimenti viola l’etica militare, e lede fortemente la dignità e l’onore di tutto il personale dell’Esercito che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere. 

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Fonte: Stato Maggiore Esercito
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Libano: oltre trenta corsi portati a termine dai militari italiani a favore delle forze di sicurezza locali

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Shama (Libano), 24 gennaio 2019 – Sono piu di 30 i corsi di formazione portati a termine dai militari italiani impegnati in Libano nell’ambito della missione UNIFIL negli ultimi 3 mesi.

I caschi blu italiani della Joint Task Force Lebanon (JTF-L) del Sector West (SW) dall’assunzione di comando del settore assegnato della missione UNIFIL, avvenuta lo scorso 19 ottobre, hanno portato a termine più di 30 corsi di addestramento congiunto con le Forze Armate Libanesi (LAF), le Internal Security Forces (ISF) e le Lebanese State Security (LST).

Ad oggi sono state oltre 100 le giornate di addestramento destinate alla formazione di circa 500 soldati libanesi. Il risultato acquisito ha favorito un sostanziale incremento delle operazioni congiunte, che vengono condotte giornalmente sul terreno, che dal 12% sono passate al 23% costituendo il picco più alto mai conseguito dall’avvio dell’operazione “Leonte”.

In aggiunta ai corsi conclusi, sono attualmente 3 quelli in fase di svolgimento e più di 10 quelli pianificati per il mese di febbraio.

La programmazione dei cicli di addestramento avviene su base mensile attraverso una riunione congiunta, tra i rappresentanti del SW e del Quartier Generale libanese del South Litani Sector (SLS), in cui viene presentata un’offerta formativa alle LAF, e tramite incontri organizzati con i vertici delle ISF e delle LST.

L’obiettivo del contingente italiano è quello di garantire alle LAF la piena indipendenza operativa e la loro legittimazione nel sostenere l’azione delle autorità di governo, specialmente nel Libano del sud, e il loro ruolo di tutori della sicurezza soprattutto nel contrasto al terrorismo.

Oltre che l’assistenza alle Forze di Sicurezza locali, le aree gravitazionali sancite dal mandato conferito dalla Risoluzione 1701/2006, in cui operano i caschi blu italiani, includono il monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Libano e Israele e il supporto alla popolazione locale.

I tre compiti sono funzionalmente interconnessi tra loro e sono univocamente orientati allo scopo di consentire l’auspicabile raggiungimento di un cessate il fuoco permanente tra le parti, rafforzare la capacità delle Forze libanesi di garantire la sicurezza del proprio territorio e creare quelle condizioni di crescita sociale ed economica funzionali al benessere della comunità locale.

L’Italia è impegnata in Libano anche con la Missione Militare Bilaterale Italiana (MIBIL), operante in Libano dal 2015, con lo scopo di organizzare, condurre e coordinare attività di formazione ed addestramento in favore delle Forze armate libanesi, inquadrandosi nel più ampio contesto internazionale che si propone di supportare le istituzioni della nazione mediorientale al fine di incrementarne le capacità complessive.

L’attuale contributo nazionale prevede un impiego massimo di 1100 militari.

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Fonte e immagini: Ministero della Difesa
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AFGHANISTAN: MILITARI ITALIANI ABILITANO 20 POLIZIOTTE  ALLE PROCEDURE DI PRIMO SOCCORSO

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Herat, 17 luglio 2017 – Si è concluso dopo circa 10 giorni di attività teoriche e pratiche il corso di  primo soccorso dedicato alle agenti della polizia penitenziaria di Herat, che può contare adesso su 20 poliziotte abilitate alle procedure di primo soccorso con la possibilità di utilizzare in caso di emergenza i defibrillatori.

Il corso tenutosi a Camp Arena, base italiana sede del Train Advise Assist Command West (TAAC-W) attualmente su base brigata alpina Taurinense, è stato sviluppato nell’ambito del programma formativo condotto dai Carabinieri dal Police Advising Team (PAT) e dal personale medico e paramedico di Esercito e Aeronautica Militare dell’ospedale da campo della base italiana (ROLE 2). Il programma comprendeva nozioni teoriche sui principi di base dell’anatomia umana nonché tecniche e procedure pratiche di intervento in caso di grave pericolo di vita, gravi attacchi cardiaco-respiratori e connesso uso del defibrillatore (BLS-D).

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L’obiettivo del corso, fortemente richiesto dalla direttrice, era abilitare un primo gruppo di agenti che possano fare in futuro da istruttrici alle colleghe dell’Istituto penitenziario. Il colonnello Pazmhan, una delle prime donne ad essere diventata ufficiale di polizia in Afghanistan, ha  ringraziato i militari italiani per la continua vicinanza e solidarietà nei confronti  delle donne afgane testimoniati anche dai numerosi progetti realizzati negli anni nel penitenziario femminile di Herat.

Il generale di brigata Massimo Biagini, comandante del TAAC-W, incontrando il colonnello Sima Pazhman e una delegazione di frequentatrici del corso, ha confermato la disponibilità del contingente italiano a contribuire alla formazione e professionalizzazione delle giovani reclute delle quali ha sottolineato il coraggio e la determinazione.

Le attività a favore delle donne afgane, realizzate nell’ambito dei progetti gender, si sviluppano in tutti i piani di addestramento (train) e di consulenza (advise e assist), che attualmente sono svolti dagli advisors del TAAC West a favore delle forze di sicurezza afgane, al fine di renderle sempre più autonome nella gestione dello sviluppo professionale del proprio personale. Ulteriori obiettivi sono: formare nuovi istruttori (train the trainers) e addestrare “specialisti” in materia di intelligence, di contrasto agli ordigni improvvisati, di impiego di mortai ed artiglierie, di controllo dello spazio aereo ed altro ancora, attraverso corsi mirati, seminari e simposi.

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Tutti gli sforzi sono focalizzati allo sviluppo organizzativo e della funzionalità delle forze di sicurezza locali, per il raggiungimento di un adeguato livello di sostenibilità.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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