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I Granatieri di Sardegna onorano l’annuale impegno derivante dal lascito del Duca di San Pietro del 1776

Roma, 19 febbraio 2021 – (di Monica Palermo) I Granatieri di Sardegna, la più antica specialità dell’Esercito italiano, con una messa hanno celebrato ieri 18 febbraio il 245° anniversario della morte di don Alberto Genovese, duca di San Pietro, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

La cerimonia è stata presenziata dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Salvatore Farina, dal consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del consiglio supremo di Difesa generale Rolando Mosca Moschini, dall’ex sottosegretario di Stato per la Difesa generale di corpo d’armata Domenico Rossi, dal comandante delle Forze Operative Sud generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, dal presidente di ASSOARMA generale di corpo d’armata Mario Buscemi e dal comandante della Polizia locale di Roma Capitale dott. Ugo Angeloni, nonché autorità delle altre forze armate e di polizia.

Il capo di SME generale Salvatore Farina rende omaggio alla bandiera di guerra della Granatieri

Presenti le alte cariche della brigata Granatieri di Sardegna, il comandante della brigata, generale di brigata Liberato Amadio, il vice comandante della brigata colonnello Aniello Santonicola, il comandante del 1° rgt Granatieri di Sardegna, colonnello Giuseppe Diotallevi e il comandante del 2° battaglione Granatieri di Sardegna di Spoleto, tenente colonnello Gabriele Guidi, nonché il precedente comandante della brigata, generale di brigata Diego Filippo Fulco. Presente inoltre il comandante dei Lancieri di Montebello (8°) il colonnello Giuseppe Cacciaguerra.

La messa è stata officiata dal vicario generale dell’ordinariato militare per l’Italia monsignor Angelo Frigerio, dal cappellano militare don Pier Luca Bancale, dal diacono Franco Tolomei, generale di cavalleria, e da don Giuseppe Ganciu, nuovo vicario episcopale per l’Esercito Italiano.

Presenti alla celebrazione anche gli eredi del Duca di San Pietro.

Al termine della cerimonia il presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, generale Giovanni Garassino, ha letto la “preghiera del Granatiere”.

Approfondimenti del granatiere Ernesto Bonelli

RIPETERE NON E’ INUTILE RETORICA

Oggi 18 febbraio 2021, i Granatieri di Sardegna non potevano non rispettare il disposto del lascito testamentario di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, e lo hanno fatto nel solco delle tradizione e, come loro consuetudine, nell’osservanza del rigido protocollo imposto dalla disciplina militare pur nel rispetto delle norme anti – Covid.

Il protocollo d’altronde non poteva essere diverso in quanto questa tradizione da sempre, in qualsiasi situazione – guerra, pace, prigionia – o località sede, in Italia o all’estero per esigenze operative, delle Unità Granatieri,  viene rinnovata,  in quanto “ripetere non è una inutile retorica, ma il segno di una continuità di gratitudine e di memoria verso colui che ha voluto beneficiare il suo reggimento ed in suffragio di tutti i Granatieri che, in pace ed in guerra, sono deceduti” (Mons. Angelo Frigerio, nell’omelia).

Incantevole il quadro che si presentava nella maestosità della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma che, pur nella esiguità dei presenti, è sembrata gremita di persone, grazie anche al dettagliato e squadrato schieramento dei protagonisti della cerimonia del duca: gli eredi, i celebranti, le autorità, i comandanti di reggimento, ma, innanzitutto le bandiere del 1° e del 2° reggimento “Granatieri di Sardegna”, il medagliere nazionale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, il catafalco con ai lati il picchetto nell’uniforme del 1776, data del lascito, dei fanti del Reggimento di Sardegna, il comandante del 1° reggimento, la musica d’ordinanza del 1° reggimento e le due compagnie Granatieri equamente distribuite ai lati della Basilica con i militari distanziati, nella bellezza della loro Grande Uniforme di rappresentanza per nulla “guastata” dalla mascherina sul volto.

Mancavano i vecchi Granatieri, ma solo “in presenza”, il loro cuore e loro testa, sebbene distanti, erano all’interno del Tempio.

Particolare attenzione hanno destato le parole pronunciate da monsignor Angelo Frigerio, Vicario Generale Militare, nel corso dell’omelia. Il celebrante ha infatti evidenziato “i valori di disciplina, rispetto e fraternità che la compagine militare insegna ai giovani cittadini”; valori di cui, oggi più che mai, la società ne abbisogna visti i tragici ultimi eventi. Ha inoltre posto l’accento “sul ruolo di presidio di riferimento per la civiltà della sicurezza” che le Forze Armate ogni giorno svolgono.

La Santa Messa è stata concelebrata da Don Giuseppe Ganciu,  coordinatore dei Cappellani Militari dell’Esercito e da Padre PierLuca Bancale, Cappellano Militare della Brigata “Granatieri di Sardegna”, coadiuvati dal Diacono Franco Tolomei, Generale della riserva, proveniente dall’Esercito. 

Un plauso al comandante della Brigata generale di brigata Liberato Amadio, al vice comandante della Brigata colonnello dei Granatieri Aniello Santonicola ed al comandante del 1° Reggimento “Granatieri di Sardegna” colonnello Giuseppe Diotallevi ed a tutto il personale dipendente per la granatieresca, austera ed armonica dimostrazione di disciplina e di intimo sentimento di spirito di appartenenza.

IL LASCITO di Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte

 “L’anno del Signore 1776 al primo del mese di Agosto, circa alle ore 6 di Francia, alla sera in Torino …” , così inizia, come si può leggere da una copia dell’atto originale conser­vato nel Museo Storico dei “Granatieri di Sardegna”, in un cofanetto presso il salone d’onore, il documento stipulato tra Don Alberto Genovese Deroma Duca di San Pietro e Carloforte, Marchese del Castiglio, della Guardia, di Villa Erniosa e Santa Croce, Conte di Cagliari, Barone di Portoscuro, seguito da altri 19 titoli tra cui “Capitano d’Infanteria” e Don Gavino Paliaccio Mar­chese della Planargia allora comandante del Reggimento di Sardegna.

Il documento è costituito da 9 articoli. Nel primo viene san­cita la creazione della Banda di Musica e della Massa di Pietà ed istituito un fondo di 100.000 lire vecchie di Pie­monte la cui rendita annuale fissata a 4.000 lire dovrà servire lire 3200 alla manutenzione della Banda e per lire 800 alla Massa di Pietà, quest’ultima da impiegarsi quale “soccorsi da darsi dal Colonnello alle donne del Reggimento cariche di famiglia, orfani, vedove ed altri consimili opere pietose in soccorso dei più necessitosi dell’istesso corpo principiando dal Sergente fino al Soldato “. Inoltre sono stanziate altre 4.000 lire a favore della Banda “per supplire alle prime spese di vestiario, istrumenti ed altro”.

Nel secondo articolo il Duca si impegna a pagare entro un mese la somma di lire 8.000, 4,000 lire per le prime spese del vestiario, in­strumenti ed altro. La somma di 4.000 lire per la Massa di Pietà e per il mantenimento della banda nel primo anno. Il fondo di 100.000 lire verrà invece versato in tre rate an­nuali di 33.333 lire 6 soldi e 8 denari. Questo capitale però non sarebbe stato percepito per intero se non dopo tre anni, il Duca si impegnò quindi a versare £. 4.000 annue fino alla costituzione del fondo stesso. Pertanto complessivamente il Duca in tre anni sì impegnò a versare 120.000 lire vecchie di Piemonte. Il terzo e quarto articolo contengono dettagli amministrativi atti ad onorare gli impegni assunti dal Duca negli articoli precedenti.

Con il quinto articolo Don Alberto dispone che annualmente sia celebrata dal cappellano del Reggimento una messa “in suffragio dell’anima del Signor Duca padre nel giorno dell’anniversario della morte, che avvenne il 15 Febbraio 1764, con intervento del Signor Co­lonnello, e cogli Ufficiali del Corpo, e col suono, e musica di detta Banda e con quelle pompe funebri Ecclesiastiche che stimerà il Signor Colonnello“. I fondi necessari per la celebrazione di tale cerimonia dovranno essere tratti dal red­dito a favore della Massa di Musica. Inoltre Don Alberto dispose che dopo la sua morte, – che sarebbe avvenuta il 12 gennaio 1812 a Cagliari, come risulta dai “Quinque Librorum” – tale cerimonia sarebbe stata effettuata in suo onore e non più per il padre. Nel sesto articolo Don Alberto si ri­serva “la ragione e la facoltà, non trasmissibile ai suoi suc­cessori, di potersi valere della Banda e di nominare in caso di vacanza di qualche posto in detta Banda un soggetto abile“.
A mente del settimo articolo: “Tutti gli istrumenti per uso di detta Banda debbono esser marcati colle armi genti­lizie di famiglia di Signor Duca”. Con il successivo articolo il Comandante di Reggimento viene delegato alla costitu­zione, entro tre mesi, della Banda “in quella miglior forma che stimerà esso“. Inoltre viene stabilito che la Banda “debba durare sempre finche durerà detto Reggimento” e qualora il reggimento fosse stato sciolto sua Maestà definirà

Nell’ultimo capitolo, il 9°, i due contraenti si impegnano a rispettare “i sovraesposti capitoli“.

Un anno dopo alla stipula di tale atto, e precisamente il 15 ottobre del 1777, il Duca di San Pietro si obbliga a vestire a sue spese il Tamburino Maggiore del Reggimento Sarde­gna e di provvedere ogni 6 anni a simile carico di vestiario da parata. A tal fine, stimata una spesa annua di 800 lire si impegna a versare una volta estinto il debito contratto con l’atto precedente, un fondo di 20.000 lire vecchie di Pie­monte così che lo stesso possa fruttare, con un interesse annuo del 4%, la somma necessaria al mantenimento del Tamburino Maggiore, ovvero 800 lire annue.

Successivamente, con lo scioglimento del Reggimento Cac­ciatori di Sardegna e la successiva fusione dello stesso con il 1° e 2° Reggimento Granatieri, il fondo fu ceduto alla Bri­gata Granatieri di Sardegna.

Un documento dimostra lo stato patrimoniale del fondo, così come avvallato il 6 giugno 1852 dall’ultimo comandante del Reggimento Cacciatori di Sardegna tenente colonnello Enrico Cereale.

Ernesto Bonelli

Il comandante della Granatieri, generale b. Liberato Amadio, il generale c.a. Giuseppenicola Tota, generale b. Diego Filippo Fulco

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Esercito: a Pescara di corsa con i bersaglieri per il 65° raduno nazionale

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Pescara, 21 Maggio 2017 – Una domenica di festa nella città di Pescara dove si è concluso il 65° Raduno Nazionale dei Bersaglieri, iniziato mercoledì scorso, alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi, del capo di stato maggiore dell’Esercito e decano in servizio del corpo dei Bersaglieri, generale di corpo d’armata Danilo Errico, del prefetto di Pescara dottor Francesco Provolo e di molte autorità civili, religiose e militari.

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A salutare le decine di migliaia di bersaglieri in servizio e in congedo e le migliaia di famiglie che hanno assistito al raduno, il vice presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri  (A.N.B.) Daniele Carozzi, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser, dove si svolgerà il raduno il prossimo anno.

Il sottosegretario alla Difesa, nel corso del suo intervento ha ricordato come “nella società i bersaglieri di tutte le età sono portatori sani di valori, che tutti noi abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni perché sono il futuro del nostro Paese“.

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Il generale Errico, nel suo discorso, ha evidenziato l’impegno dei bersaglieri nelle operazioni di stabilizzazione all’estero al quale “si aggiungono, in Patria, gli innumerevoli interventi di pubblica utilità in occasione di calamità naturali e quelli in concorso alle Forze dell’Ordine, che, anche in questo momento, vedono le fiamme cremisi schierate a presidio delle vie e delle piazze delle nostre città nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, a testimonianza, ancora una volta, dell’alto profilo di efficienza e prontezza raggiunto“. Nel corso del suo intervento, il generale Errico ha altresì espresso “il più caloroso augurio per una rapida guarigione e un pronto rientro nei ranghi del proprio reparto” ai militari e all’agente che “che giovedì scorso, nel corso di un controllo presso la stazione ferroviaria di Milano, sono stati aggrediti e feriti.

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Migliaia di cappelli piumati hanno invaso le strade di Pescara: più di 60 fanfare si sono esibite per giorni nelle piazze della città suonando e cantando brani storici del corpo: la “ricciolina”, “il reggimento di papà”, “arrivederci Roma”, “la corsa di resistenza” e tante altre. Presenti le sezioni dell’A.N.B. provenienti da ogni regione d’Italia che domenica mattina hanno sfilato di corsa – 180 passi al minuto come ancora vuole il regolamento del 1836 – partendo dallo Stadio Adriatico e arrivando in piazza della Rinascita tra le grida e gli applausi della gente. Nello sfilamento una compagnia del 7° Reggimento Bersaglieri di Altamura, la fanfara d’ordinanza e la bandiera di guerra dell’unità, da pochi mesi rientrata dall’Afghanistan, missione Resolute Support.

Il raduno, interamente organizzato dall’Associazione Nazionale Bersaglieri, riveste quest’anno un duplice significato: da un lato è un momento di festa per tutti gli appartenenti alla specialità, dall’altro lato esso consolida quel profondo legame che, soprattutto nell’ultimo decennio, si è venuto a creare tra l’Esercito Italiano e le popolazioni d’Abruzzo. La Forza Armata, presente nella regione sin dal terremoto del L’Aquila del 2009, ha di recente concluso l’Operazione “Sabina”. Gli uomini e le donne dell’Esercito sono stati i primi a intervenire in centro Italia dopo la scossa del 24 agosto e da allora sono stati mediamente impiegati sul terreno 1.500 militari al giorno, con un picco massimo di 2.500 unità e 950 mezzi, gran parte dei quali appartenenti ai reparti del Genio per attività quali: ricerca e soccorso di superstiti, rimozione macerie, ripristino della viabilità stradale, costruzione di ponti, interventi di urbanizzazione per la costruzione di scuole e moduli abitativi e, per finire, impiego di due Task Force, inquadrate nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”, per il controllo degli accessi alle zone rosse dei comuni terremotati, attività di soccorso ai superstiti dell’hotel di Rigopiano.

 

Per il sacrificio e l’impegno profusi da migliaia di professionisti della Forza Armata che con il loro operato hanno contribuito a salvare vite umane e a ripristinare la sicurezza in quelle aree dell’Italia centrale, compreso l’Abruzzo, colpite da questi tragici eventi, lo scorso 4 maggio, per il 156° anniversario della costituzione dell’Esercito, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Bandiera di Guerra dell’Esercito. 

COME NASCONO I BERSAGLIERI

181 anni di storia per uno dei corpi dell’Esercito più antichi e più amati dagli Italiani. La sua fondazione risale al 18 giugno 1836 quando, per Regio Viglietto di re Carlo Alberto di Savoia, su proposta dell’allora capitano delle guardie Alessandro La Marmora, venne istituita a Torino la 1^ compagnia bersaglieri, truppe scelte, addestrate a un combattimento dinamico e a un tiro veloce e preciso.

Da allora, i fanti piumati hanno scritto le pagine più importanti del risorgimento e della storia d’Italia: dalle guerre di indipendenza, ai primi interventi in aiuto alla popolazione, come l’intervento a Reggio Calabria e Messina per il terremoto del 1908; dalle due guerre mondiali alle operazioni di peacekeeping, sino all’attuale impiego all’estero e all’interno dei nostri confini, in supporto alle Forze dell’Ordine o per casi di pubblica calamità.

COME VENGONO IMPIEGATI I BERSAGLIERI

Attualmente sono circa 4.000 gli uomini e le donne dell’Esercito impiegati all’estero in 14 diversi paesi: 800 di loro sono bersaglieri in forza alla Brigata Garibaldi, schierati in Afghanistan in Iraq. Delle 7.050 unità impiegate in concorso alle Forze dell’Ordine per l’Operazione “Strade Sicure”, circa 460 sono bersaglieri appartenenti al 1° reggimento di Cosenza, al 3° reggimento di Capo Teulada, al 6° reggimento di Trapani e all’8° Reggimento di Caserta. 400 bersaglieri del 7° reggimento di Altamura sono impiegati nell’ambito del contingente di 2.400 militari dell’Esercito che, per tutto il mese di maggio, contribuirà, unitamente alle Forze di Polizia, a formare il dispositivo di sicurezza per il vertice internazionale del G7. E intanto, a Orcenico Superiore (PN), un battaglione di 500 bersaglieri dell’11° Reggimento costituisce la cosiddetta Very High Readiness Task Force, vale a dire un’aliquota della Forza di Reazione Rapida della NATO.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Esercito
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Esercito: giurano gli allievi della Teuliè (video)

Allievi del corso Turinetto II al momento del giuramento2

Milano, 24 marzo 2017 – Oggi settantadue allievi, 43 ragazzi e 29 ragazze, del 1° anno della scuola militare “Teuliè” hanno giurato fedeltà alla repubblica italiana alla presenza del sottosegretario alla Difesa, onorevole Domenico Rossi, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Danilo Errico e del comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito generale di corpo d’armata Pietro Serino.

All’evento hanno partecipato, autorità civili, militari e religiose oltre ai familiari degli allievi protagonisti della giornata. Nel corso della  cerimonia, il comandante della scuola militare “Teuliè”, colonnello Gianluca Ficca ha riconsegnato all’assessore alla trasformazione digitale e servizi civici di Milano, professoressa Roberta Cocco, il primo tricolore che sventolò durante le storiche “Cinque Giornate” di Milano.

Il Sottosegretario di Stato alla Difesa on. Domenico RossiLa nostra società accusa principalmente una crisi di valori etici e morali”, ha detto il sottosegretario di stato alla Difesa Domenico Rossi nel suo intervento rivolgendosi agli allievi della scuola, “voi che alla vostra età avete fatto una scelta, siete la risposta a questa crisi. Siate dunque portatori di germi sani di cui la società ha bisogno per avere un futuro migliore”. Dopo aver rivolto un pensiero di vicinanza alle vittime del recente attentato a Londra, il Sottosegretario Rossi ha concluso esortando gli allievi a “non aver paura di perseguire i propri sogni e ideali, rimanendo sempre fedeli, nella vita, al giuramento prestato”.

Il Capo di Stato Maggiore Esercito Generale di Corpo d'Armata Danilo ErricoIl capo di Stato Maggiore dell’Esercito, durante il suo intervento, rivolgendosi ai giurandi, ha sottolineato come “con il giuramento che avete appena proferito vi siete assunti un impegno che vi lega al rispetto di valori quali: onore, disciplina, costanza, lealtà e senso del dovere e dell’appartenenza, che si perpetueranno in ogni espressione della vostra esistenza e che costituiscono, da sempre, il patrimonio etico di quanti indossano un’uniforme e di ogni cittadino degno di questo nome”.

Presenti anche i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma, il gonfalone del comune di Milano, della Regione Lombardia e della città metropolitana di Milano oltre che la gloriosa Bandiera dell’Istituto, decorata di Medaglia di Bronzo al merito dell’Esercito e centinaia di ex allievi.

La scuola militare “Teuliè”, liceo d’élite dell’Esercito Italiano, mediante un concorso pubblico, offre la possibilità a tutti i ragazzi e le ragazze che abbiano concluso con esito positivo il secondo anno dei Licei classico e scientifico di proseguire il triennio di studi. Peraltro, è di questi giorni la pubblicazione del bando di concorso per l’ammissione all’anno scolastico 2017-2018.

Bandiera di guerra, Gruppo Bandiera e Reggimento della Scuola Militare Teuliè

La scuola garantisce una vasta e profonda preparazione particolarmente attenta al completamento di tutti i programmi didattici previsti e nel contempo includendo nel percorso formativo diverse discipline sportive tra cui l’equitazione, il nuoto e la scherma.

L’elemento che caratterizza maggiormente gli allievi formati dall’istituto sono i valori etici e morali propri dei militari dell’Esercito italiano che attualmente garantisce un impegno complessivo  di circa 12.000 uomini e donne quotidianamente presenti sul territorio nazionale, nell’ambito delle operazioni “Strade Sicure” e “Sabina”, circa 8.000, e all’estero nell’ambito delle principali missioni, circa 4.000.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Esercito
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Il capo di SME alla cerimonia dell’anniversario della Battaglia di Mignano Montelungo

Mignano Monte Lungo (CE), 9 dicembre 2015 – Ieri è stato celebrato, presso il Sacrario Militare, il 72° Anniversario dell’omonima battaglia, combattuta nel secondo conflitto mondiale, per la quale la città fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare e della Medaglia d’Oro al Merito Civile.

La cerimonia si è svolta alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico.

Il sottosegretario alla Difesa Rossi ricordando il sacrificio estremo di quei ragazzi che hanno combattuto la battaglia di Montelungo ha sottolineato, nel, ricordare i caduti, che “non c’è nessuna differenza tra i morti nella prima, seconda guerra mondiale e nelle operazioni in Italia ed all’estero. Tutti uniti dal giuramento“.

Il generale Errico dopo la deposizione di una corona in memoria dei caduti, nel suo intervento ha rivolto un reverente e commosso pensiero a tutti i caduti di ogni tempo ribadendo che “accanto ai caduti di allora c’è la vicinanza dei militari di oggi, che si basano sugli stessi valori. L’esercito è protagonista della storia del paese e custode dei valori della nazione“.

Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, il comandante Militare della Capitale, generale Agostino Biancafarina, il sindaco di Mignano Montelungo, Antonio Verdone, il presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione, ambasciatore Cortese De Bosis. Nello schieramento interforze, per la resa degli onori, era schierata la bandiera di guerra del 17 Reggimento addestramento volontari e la banda della Brigata Granatieri di Sardegna.

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Fonte e immagini: Comando Forze di Difesa Interregionale Sud SM

Esercito: inaugurato l’anno accademico scolastico 2015 – 2016

Generale di corpo d'armata Danilo Errico

Generale di corpo d’armata Danilo Errico

Modena, 27 novembre 2016 – Questa mattina il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Danilo Errico, alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa on. Domenico Rossi,  di numerose autorità civili e militari, e dei frequentatori di tutti gli istituti scolastici dell’Esercito, ha inaugurato l’anno accademico-scolastico 2015 – 2016, nella storica cornice del Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare. 

Nel corso del suo intervento il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, rivolgendosi agli allievi, ha ricordato che “L’Esercito e il nostro Paese si aspettano che, sempre e ovunque, voi facciate la differenza. Solo così sarete pienamente Comandanti, dirigenti, militari e uomini“.

La campana del dovere

La campana del dovere

Al termine dell’intervento del generale di corpo d’armata Errico, i rintocchi della “Campana del Dovere” hanno idealmente sancito l’inizio dell’Anno Accademico-Scolastico in tutti gli Istituti militari: la Scuola di Applicazione di Torino, l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, la Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia e le due Scuole militari, “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano.

Nell’occasione il generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, comandante per la formazione specializzazione e dottrina dell’Esercito, ha messo in evidenza che “la formazione è un pilastro di continuità e di crescita per meglio rispondere alla complessità e all’imprevedibilità che sempre di più caratterizzano il contesto nel quale si è chiamati ad operare“.

Il prof. Fausto Pocar, presidente dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo, ospite in Accademia Militare, ha tenuto il tradizionale intervento accademico sul tema: “Il principio di umanità’ nell’attuale diritto dei conflitti armati – Un valore aggiunto per i futuri comandanti”. A seguire, sono stati premiati gli allievi e ufficiali frequentatori più meritevoli provenienti dai diversi istituti dell’Area della formazione dell’Esercito.

Momento della cerimonia

Momento della cerimonia

La cerimonia si è conclusa con l’intervento dell’on. Rossi che ha ricordato il suo passato di ufficiale facendo particolare riferimento “ai valori che contraddistinguono la formazione e la vita di tutto il mondo militare, parte fondamentale e sana della società in cui viviamo“. Rivolgendosi poi agli allievi ha aggiunto “l’esempio è una componente fondamentale della vostra vita futura, siate sempre pronti a dimostrare di essere in grado di fare quello che ordinate agli altri“.  

Gli istituti di formazione dell’Esercito hanno il compito di accrescere e consolidare, nei frequentatori, i valori che caratterizzano il militare, quali onore, lealtà, coraggio, senso del dovere, fedeltà alle Istituzioni. Ogni anno i corsi svolti negli istituti di formazione dell’Esercito sono frequentati da oltre 1000 ufficiali, 400 allievi ufficiali, circa 600 sottufficiali e 400 studenti allievi delle scuole militari. Ad essi si aggiungono gli oltre 2500 frequentatori dei corsi di lingue straniere presso la scuola di lingue estere.

Onorevole Rossi premia un allievo

Onorevole Rossi premia un allievo

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Fonte e immagini: Stato Maggiore dell'Esercito

Inaugurata dal ministro Pinotti la mostra sulla Grande Guerra al museo storico della fanteria

Roma 9 settembre 2015 – Inaugurata dal Ministro Roberta Pinotti la mostra sulla Grande Guerra “Bollettino 1268.­ Il confine di carta”.

Il ministro della Difesa on. Roberta Pinotti accompagnata dal sottosegretario di Stato Domenico Rossi, dal capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano, dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. c.a. Danilo Errico, alla presenza della curatrice della mostra, dottoressa Dal Forno, delle principali autorità civili e militari di Roma, ha inaugurato presso il Museo Storico della Fanteria in piazza S. Croce in Gerusalemme la mostra sulla grande guerra intitolata “Bollettino 1268. Il confine di carta”.

Questa iniziativa dell’Esercito che rientra nel programma ufficiale del Governo per il centenario della Grande Guerra, racconta il conflitto a partire dai suoi protagonisti, ovvero, i tanti uomini che, anche non essendo votati alle armi, imbracciarono il fucile per combattere sul fronte, in risposta all’appello del Paese. 

Un tributo al soldato, al contadino, all’operaio, proiettati in trincea a centinaia di chilometri dalle loro famiglie, nonché alle donne con la gerla al fronte o a quelle che sostituirono gli uomini nelle fabbriche. 

Il bollettino della vittoria, il numero 1268, sancì la fine della guerra ed è stato assunto quale emblema della mostra, quale memoria dell’istante in cui l’Italia tutta si strinse unita e commossa attorno alla propria Bandiera, guardando alla pace come a un’enorme conquista.

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti rispondendo alle domande dei giornalisti ha sottolineato ” l’uso della forza non è un desiderio dei militari, ma a volte una necessità – i militari italiani hanno imparato dalla storia della Grande Guerra che la forza è l’ultimo elemento da utilizzare e sono i primi ad essere consapevoli dell’importanza del dialogo tra i popoli

Questa mostra – ha sottolineato il generale Graziano – ci illustra un mondo passato in molti aspetti, ma che si riverbera ancora oggi  nella nostra vita. Un mondo in cui la pace che conosciamo,  grazie al  superamento del senso della contrapposizione, deriva anche dal sangue delle trincee, versato dai nostri militari in  tanti luoghi. Questo racconto è fondamentale perché  Il ricordo non si deve spegnere, tutti questi racconti devono rimanere nel nostro cuore e questo itinerario storico ci dà l’opportunità per spiegare cosa siamo oggi. Un grande Paese , un grande popolo che ha grande spirito di solidarietà, ma anche  orgoglio di essere italiani e di amare la Patria”.

Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. c.a. Danilo Errico, ha evidenziato come “con questa mostra, l’Esercito Italiano ha scelto di consolidare quell’ideale continuità di valori che accomunano non solo i militari italiani di ogni generazione, ma un popolo intero che, nella primaguerra mondiale, ha scoperto il senso dell’unità e della nazione”.

Il percorso della mostra è articolato su più livelli di comprensione mediante una trattazione differenziata degli argomenti e delle tematiche relative al conflitto, al fine di poter coinvolgere al meglio tutti i visitatori.

Sono previsti i seguenti percorsi:

  • tattile, che permetta al pubblico di maneggiare alcuni cimeli (elmetti, parti di equipaggiamento);
  • multimediale, con rimandi ad altre collezioni e/o documenti appartenenti ad archivi storici italiani;
  • esperienziale, attraverso la ricostruzione di una trincea dotata di impianti audio-visivi per favorire l’immedesimazione del visitatore nel momento storico rappresentato.

La mostra si articola in 20 sale espositive, con 1 bookshop, 122 pannelli didattici, 120 cimeli, 17 pedane espositive, 30 vetrine, 8 manichini con uniformi o abiti d’epoca, 1 trincea (scala 1:1) con superficie coperta 5 x 6 mt., 3 schermi video, 2 touch-screen.

La mostra ha il patrocinio di Roma Capitale, della Regione Lazio, dell’Università di Roma “Tor Vergata”, dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna e della Provincia Autonoma di Trento. 

Sarà aperta dal 10 settembre 2015 al 4 novembre 2018, con i seguenti orari:

  • da martedì a venerdì dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00;
  • sabato e ultima domenica del mese dalle 9:30 alle 12:30, lunedì chiusura settimanale. 

L’ingresso è gratuito.

		
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© All rights reserved Fonte: Stato Maggiore dell'Esercito Immagini: Monica Palermo

Cambio al CMA Sardegna: avvicendamento tra il generale Tozzi ed il generale Pintus

Alla cerimonia di avvicendamento tra il generale Tozzi ed il generale Pintus, erano presenti il sottosegretario alla Difesa on. Domenico Rossi, il presidente della regione Sardegna, on. Francesco Pigliaru e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, autorità civili, ecclesiastiche e militari locali, nonché le Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Significativa, inoltre, è stata la presenza dei familiari di alcuni Caduti sardi nelle missioni estere insieme ad alcuni feriti nell’adempimento del dovere, nei confronti dei quali il capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha espresso la solidarietà e vicinanza sua e dell’intera Forza Armata.

Nel corso dei cinque anni trascorsi al vertice del comando territoriale dell’isola, il generale Claudio Tozzi, che lascia il servizio attivo, ha diretto molteplici attività oltre ad aver ampliato e consolidato i rapporti con le autorità politiche, religiose e culturali della Sardegna.

Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito nel corso del suo intervento, oltre ad auspicare un buon lavoro al nuovo comandante, ha evidenziato la proficua collaborazione della Forza Armata con le amministrazioni locali che nel tempo ha creato opportunità a favore dell’intera collettività regionale.

Durante la sua permanenza sull’isola, il gen. Errico ha inoltre visitato i reparti dell’Esercito presenti su Cagliari, complimentandosi con tutti per quanto fanno per la sicurezza della collettività nazionale.​

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Fonte e immagini: Stato Maggiore dell'Esercito

Italian Blade 2015, in esercitazione 30 elicotteri di 7 nazioni europee per combattere il terrorismo

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Roma, 3 luglio 2015 – Si è conclusa ieri mattina, alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, onorevole Domenico Rossi, e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, l’esercitazione Italian Blade 2015, la più grande esercitazione militare con elicotteri in Europa, coordinata dal comando aviazione Esercito di Viterbo.

Organizzata dall’European Defence Agency, presso il poligono di Monteromano l’addestramento ha coinvolto più di 30 elicotteri, che hanno volato per oltre 600 ore, e circa 1200 militari appartenenti a 7 Nazioni, con lo scopo di incrementare il livello di interoperabilità delle Forze Armate dei diversi paesi europei.

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”Italian Blade 2015”, dove l’Italia ha partecipato con il contingente più numeroso, con assetti ed equipaggi dell’Aviazione dell’Esercito e anche un elicottero della Marina Militare, è iniziata lo scorso 22 giugno e ha visto in azione i militari di altre 6 nazioni tra le quali Germania, Austria, Slovenia, Ungheria, Belgio e Repubblica Ceca, che si sono preparati alle diverse tipologie di missioni.

Nella giornata conclusiva, dopo il lancio di paracadutisti, è stata simulata la cattura di un terrorista attuando, in modo coordinato, procedure e tecniche dei diversi paesi europei. 

Esercitazioni come queste costituiscono un’ottima occasione per le forze armate europee per scambiarsi idee, esperienze e procedure maturate nei diversi contesti operativi.

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Immagini: Ph. Monica Palermo

Esercitazione dell’arma del Genio alla presenza dell’on. Domenico Rossi e del capo di SME gen. Danilo Errico

Roma, 26 giugno 2015 – Si è conclusa oggi, alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, onorevole Domenico Rossi, e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, l’esercitazione Smart Sapper 2015 che ha avuto luogo presso il poligono “Gigli” del comprensorio della città militare della Cecchignola.

Al termine dell’esercitazione, il generale Errico ha posto l’accento sull’importanza delle capacità tecnico-specialistiche dell’Arma del Genio, “nonché sulla sua naturale vocazione a essere un potente strumento di raccordo fra le istituzioni militari e quelle civili”. “I reggimenti Genio di supporto diretto – ha aggiunto il capo di Stato Maggiore – saranno potenziati nella loro capacità di ricerca degli ordigni improvvisati”, implementando le misure di sicurezza e di protezione dei soldati in operazione.

L’esercitazione “Smart Sapper”, della durata di una settimana, ha visto impegnati oltre 170 militari di diversi reparti della Forza Armata e diverse decine di mezzi specialistici dell’arma del Genio ed ha permesso di mettere alla prova procedure e capacità operative per l’impiego sia sul territorio nazionale sia in missioni internazionali.

Particolare attenzione è stata dedicata alle attività di protezione delle forze amiche (Force Protection e Counter Improvised Explosive Devices – C-IED), capacità essenziali per garantire la sicurezza dei circa 2.500 militari dell’Esercito attualmente impegnati nelle operazioni internazionali in 17 diversi paesi.

Le capacità e l’esperienza acquisite nelle operazioni internazionali fanno si che i 12 reggimenti del Genio, dislocati su tutto il territorio nazionale, siano in grado di intervenire in ogni momento, nei casi di pubbliche calamità e utilità a supporto della popolazione, confermando di essere una risorsa dual use, pronta e flessibile al servizio del Paese.

Nelle foto qui sotto mezzi speciali dell’esercito per lo sminamento e la bonifica delle strade da ordigni esplosi improvvisati

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Fonte e immagini: Stato Maggiore dell'Esercito

Roma celebra il 179° anniversario dei Bersaglieri

Al caporal maggiore scelto Monica Contraffatto il riconoscimento dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Roma.

Roma, 19 giugno 2015 – Grande successo di pubblico per  lo spettacolo organizzato dall’Esercito Italiano ieri al Museo Storico dei Bersaglieri di Roma – Porta Pia in occasione del 179° anniversario della fondazione del Corpo dei Bersaglieri.

Centinaia di persone, tra turisti, bambini e Bersaglieri di tutte le età, hanno testimoniato la vicinanza al Corpo, affollando il cortile del museo per festeggiare il compleanno dei Fanti Piumati. La celebrazione, svolta alla presenza del sottosegretario alla Difesa on. Domenico Rossi e del vice comandante militare della capitale, generale di divisione Francesco Diella, ha visto anche l’applauditissima partecipazione della fanfara in congedo “Roma” che, dopo aver reso gli onori ai 49 soldati italiani e 19 pontifici caduti negli scontri di Porta Pia del 1870, ha entusiasmato il pubblico con decine di brani bersagliereschi.

Molta emozione per la consegna di un attestato di benemerenza della Sezione di Roma Capitale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri al caporale maggiore scelto Monica Contraffatto, gravemente ferita in Afghanistan e prima donna dell’Esercito Italiano ad essere stata decorata con la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito.

La manifestazione si è conclusa con l’esecuzione del Canto degli Italiani da parte del soprano Claudia Toti Lombardozzi, erede di Enrico Toti, il bersagliere ciclista decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare.​

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Fonte e immagini: Comando Militare della Capitale

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