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Libano, contingente italiano impegnato in attività CIMIC mette in opera un impianto fotovoltaico per alimentare un pozzo artesiano

Taglio del nastro in occasione dell’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico

Shama, 2 agosto 2022 – Il contingente italiano, in piena attività CIMIC, nei giorni scorsi a portato a termine la fornitura e messa in opera di un impianto fotovoltaico per produrre energia per alimentare una pompa di sollevamento dell’acqua di un pozzo artesiano, inoltre sono stati donati 6 computer ad una scuola e giocattoli della chiesa locale, nella vicina Rumaish, municipalità inserita nell’area di responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL a guida italiana.

Tutti gli eventi sono stati presieduti dal generale di brigata Massimiliano Stecca, comandante del Settore Ovest di UNIFIL e del contingente italiano in Libano.

Gli eventi sono stati presenziati dal sindaco Milal Hal Alan, per l’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico, dal direttore della scuola, Tony Elyas Hajj per la donazione dei computer e da padre Najib Al Amil per la donazione dei giochi.

Tutte le iniziative portate a termine hanno riscosso il plauso e il ringraziamento delle autorità locali, che hanno manifestato sentimenti di stima e gratitudine nei confronti del contingente italiano per i materiali donati, fondamentali per alleviare i problemi quotidiani connessi con la crisi economica e sociale che sta attraversando il Libano, portando in tal modo un sorriso sui volti dei bambini che ne rappresentano il futuro.

La donazione dell’impianto fotovoltaico, organizzata dalla Cellula G9 (Cooperazione Civile-Militare) del Comando del Sector West, si inquadra nell’area di intervento destinata al supporto essenziale all’ambiente civile/energia elettrica.

I computer donati alla pubblica Scuola Tecnica sono arrivati grazie all’impegno congiunto dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (ANAC) della Regione Veneto e dell’Associazione Lagunari Truppe Anfibie (ALTA) di Treviso, sempre al fianco del contingente nazionale di Leonte XXXI nelle iniziative promosse a favore della popolazione.

I giocattoli donati alla chiesa Tajaly sono giunti dall’Italia grazie all’Associazione Internazionale Regina Elena, costantemente presente tra le numerose realtà di volontariato e assistenza che hanno risposto all’appello di aiutare la popolazione libanese in questo momento di grave crisi economica e sociale.

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La missione Italiana in Libano è attualmente a guida brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli, al suo sesto mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, e ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3800 Caschi Blu di 15 dei 46 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte circa 1.000 militari italiani.

Le attività svolte in teatro operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo.

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Fonte e immagini
: Joint Task Force  – Lebanon Sector West


Esercito: celebrato il ventennale dell’ingresso in Kosovo, del contingente italiano, alla presenza del capo di SME

Intervento del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito

Caserta, 20 settembre 2019 – Conclusa con una cerimonia militare in piazza Carlo II, alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Salvatore Farina, del comandante generale dell’Arma del Carabinieri generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, degli ex comandanti del contingente italiano in Kosovo, del sindaco di Caserta e di altre autorità locali, la due giorni di celebrazioni per il ventennale dell’ingresso del Contingente Italiano in Kosovo, avvenuto nel giugno del 1999.

La manifestazione è stata aperta ufficialmente ieri nei saloni della Reggia di Caserta con la conferenza storico rievocativa tenuta dal generale di corpo d’armata (in quiescenza) Mauro Del Vecchio, primo comandante del Contingente Italiano in Kosovo e Comandante della Brigata Bersaglieri “Garibaldi” che ha ripercorso l’ingresso nei territori kosovari dei militari italiani raccontando la sua esperienza, corredata altresì da quella degli altri comandanti presenti, tra i quali il generale di corpo d’armata Carlo Cabigiosu primo comandante italiano della Forza NATO di KFOR.

Mostra fotografica sull'ingresso del contingente italiano in Kosovo

A corollario della conferenza è stata allestita una mostra video fotografica riferita agli accadimenti di quel periodo.

Durante la cerimonia militare in piazza, in cui erano presenti i reparti e molti dei protagonisti che nel 1999 diedero inizio alla missione, il generale Farina, anch’egli ex comandante della Kosovo Force da settembre 2013 a settembre 2014, ha sottolineato quanto KFOR sia una missione importante che contribuisce alla stabilizzazione dei Balcani occidentali e, in termini più ampi, dell’intera Europa; aggiungendo che in tale ambito l’Esercito Italiano svolge un ruolo primario sia per il mantenimento della sicurezza nell’area sia per l’integrazione degli attori regionali con l’Unione Europea.

Bandiera di Guerra del 1° Reggimento Bersaglieri

Il capo di SME ha poi proseguito evidenziando che: “ la nostra tradizione culturale improntata al dialogo e al rispetto verso il prossimo e la  formazione attenta e costante dei nostri militari sono stati elementi fondamentali per ottenere in Kosovo la fiducia, la sinergia, il dialogo e il rispetto tra le parti. I Comandanti e i Soldati italiani dell’Esercito, dei Carabinieri e dell’Aeronautica e della Marina che negli anni hanno operato in Kosovo hanno sempre dimostrato altissima preparazione e ferma determinazione sul campo coniugando l’uso proporzionato della forza con un atteggiamento proattivo e imparziale fra le parti. Solo con un approccio multidimensionale, coordinato e integrato con ogni altro soggetto operante sul campo è possibile ottenere grandi risultati. Questi aspetti sono infatti alla base del motto MORE TOGHETER che coniai durante il mio mandato da Comandante di KFOR”.

La missione in Kosovo, nella denominazione di  KFOR  (Kosovo Force) iniziò il 12 giugno 1999, su mandato delle Nazioni Unite, con l’adozione, da parte del Consiglio di Sicurezza della Risoluzione 1244, che autorizzava l’impiego di un contingente militare inizialmente composto da circa 50000 militari provenienti da Paesi NATO e altri alleati. Così, il Contingente italiano composto da circa 6.500 uomini delle unità della Brigata “Garibaldi” e da assetti specialistici di altre Forze Armate, entrò nel Kosovo alla mezzanotte dello stesso giorno e raggiunse la città di Pec il mattino del 14 giugno 1999. Alla Brigata italiana, Brigata Multinazionale Ovest (MNB-W), venne assegnata la responsabilità dell’area ovest.

Attualmente all’operazione “Joint Enterprise” in Kosovo partecipano 28 paesi,  con un impegno complessivo di forze di circa 4000 unità, ed il Comando della Kosovo Force è affidata in modo continuativo ad un Generale dell’Esercito italiano dal 2013.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Esercito
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Niger: contingente italiano dona al ministero della salute locale medicinale contro la meningite

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Niamey, 25 Gennaio 2019 – Il comandante della missione bilaterale di supporto in Niger, generale di brigata Antonio Maggi e l’incaricato di affari dell’ambasciata d’Italia, Angelo Petruccio, hanno consegnato al direttore di gabinetto del ministero della Salute Pubblica del Niger, Arnard Ismail, dei farmaci per curare la meningite. La consegna è avvenuta questa mattina nel corso di una cerimonia presso l’aeroporto di Niamey. 

Al termine della cerimonia, il direttore di gabinetto, di fronte ai media locali, ha ringraziato l’Italia per questo ulteriore e concreto atto di solidarietà nei confronti della popolazione del Niger, in un settore di particolare importanza sanitaria in questo periodo dell’anno.

L’ottava donazione di farmaci, per un totale di 65 tonnellate, è avvenuta a seguito della richiesta del Ministero della Salute Pubblica del Niger, che ha espresso la necessità di ricevere un supporto nella lotta all’epidemia di meningite in atto.

Il contributo comprende circa 12.000 flaconi di Ceftriaxone, antibiotico utilizzato per il trattamento di circa 4000 pazienti affetti dalla patologia.

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I farmaci sono stati raccolti e messi a disposizione dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, nell’ambito dell’accordo di collaborazione in essere tra il Comando Operativo di vertice Interforze (COI), l’Ordinariato Militare e la fondazione stessa, finalizzato allo sviluppo di attività di supporto alla popolazione locale in campo sanitario nelle aree di crisi dove le Forze Armate Italiane operano. 

La donazione si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative di Cooperazione Civile-Militare poste in essere dal contingente militare italiano a favore della popolazione nigerina, che comprende in particolare un sostegno articolato nel settore della salute, al fine di fornire un contributo concreto alla risoluzione di particolari esigenze sanitarie. L’attività rappresenta un ulteriore e tangibile segno della volontà di supportare fattivamente il Niger con varie forme di cooperazione.

Le attività di donazione farmaci sono state 8 in totale con quella di ieri, la prima il 24 aprile dello scorso anno, 15 tonnellate di farmaci e presidi sanitari a seguire il 28 maggio altre 12 tonnellate, poi il 30 luglio ed il 20 settembre sono state donate rispettivamente 7 e 5 tonnellate di farmaci per fare fronte ad una epidemia di colera, il 20 settembre sono state donate anche 2000 zanzariere.

Il 23 novembre un’ulteriore donazione sempre a Niamey di 7 tonnellate di farmaci contro meningite, colera e morbillo, sempre provenienti da UNHCR di Brindisi ed infine il 17 dicembre a Zinder altre 7 tonnellate di farmaci anti colera e meningite orientate all’ospedale locale che ha un bacino di 30.000 persone.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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Afghanistan: Cimic, aviatori dell’Aeronautica Militare e dell’Esercito fanno una donazione all’orfanotrofio di Herat

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Herat, 12 dicembre 2018 – Gli aviatori dell’Aeronautica Militare e dell’aviazione dell’Esercito del contingente italiano della missione in Afghanistan hanno donato scarpe e tessuti ai bambini dell’orfanotrofio Ansari di Herat.

Una donazione di scarpe e tessuti è stata effettuata a favore dei bambini dell’orfanotrofio Khaja Abdullah Ansari di Herat, ieri mattina presso la sede del Train Advise and Assist Command West (TAAC-W), comando multinazionale a guida italiana su base brigata “Pinerolo”  della missione NATO Resolute Support (RS), è stata effettuata  

In particolare, grazie alla generosità degli aviatori dell’Aeronautica Militare e dell’aviazione dell’Esercito del contingente italiano è stato possibile acquistare circa duecento paia di scarpe invernali e tessuti, per confezionare federe e copriletto, consegnati ai piccoli meno fortunati in una giornata di festa e di svago con i militari italiani.

Questo gesto di solidarietà è nato in seguito ad una specifica richiesta della Direttrice dell’Orfanotrofio in occasione della donazione di circa duecento completini invernali effettuata dal Contingente Italiano la scorsa settimana.

La direttrice dell’Istituto ha ringraziato sia gli aviatori del contingente italiano di Herat, per la solerzia dimostrata nel rispondere all’esigenza palesata in tempi brevissimi per il bene dei piccoli ospiti, sia il popolo italiano che da sempre è vicino alle esigenze della popolazione afgana più sfortunata.

Il supporto alla popolazione, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili della società, è una delle attività che si affianca a quella principale di addestramento consulenza ed assistenza alle Forze di Sicurezza afghane per migliorarne la funzionalità e la loro capacità di autosostenersi, focus degli advisors italiani nell’ambito della missione NATO Resolute Support (RS), e viene realizzato sia in maniera diretta con progetti individuati e condotti dal contingente nazionale, sia facilitando la distribuzione di aiuti umanitari provenienti da organizzazioni benefiche nazionali.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Afghanistan
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Iraq: militari italiani coadiuvano le forze di sicurezza irachene, riaperta la strada principale tra Mosul e Duhok

TF Praesidium - La movimentazione dei Check-point per garantire la compl...

Mosul (Iraq), 19 gennaio 2018 – Le forze di sicurezza irachene hanno permesso la riapertura, dopo oltre tre anni, della principale strada che collega la città di Mosul con la vicina provincia di Duhok, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. Nell’ambito del processo di normalizzazione dell’area della diga di Mosul, i militari italiani hanno coadiuvato le forze di sicurezza irachene e curde nella realizzazione di una cornice di sicurezza che consentisse alla popolazione di potersi nuovamente muovere liberamente attraverso le due province. Con la riapertura dei check point lungo il confine della regione autonoma del Kurdistan, infatti, migliaia di famiglie potranno ritrovarsi, dopo diversi anni di separazione, e il processo di stabilizzazione potrà svilupparsi anche su una delle principali direttrici del nord dell’Iraq.

Nel corso della prima fase, i mezzi della TF hanno scortato quasi 1200 v...

Chiusa alla fine del 2014, dopo che le forze irachene e curde avevano limitato l’espansione di Daesh, dalla provincia di Ninewa (Mosul) a quella di Duhok, la strada era rimasta inaccessibile al transito attraverso la Kurdish Defence Line che segnava il principale fronte difensivo dalle forze del sedicente stato islamico. La sua chiusura aveva tuttavia impedito, per anni, di poter mantenere le relazioni tra le due aree ed in molti casi, non aveva più permesso alle famiglie di mantenere rapporti, influenzando anche l’economia dell’area.

TF Praesidium - La riarticolazione dei Check-point è stata accompagnata ...

La riapertura dell’importante arteria stradale rappresenta un altro rilevante indicatore del miglioramento della situazione della sicurezza nell’area della diga di Mosul e raffigura concretamente l’importante lavoro svolto dai militari italiani che, in coordinamento con le forze di sicurezza irachene e curde, hanno tangibilmente favorito il processo di normalizzazione. In tale contesto, fondamentale si è rivelata sia la presenza sul terreno dei nostri militari presso la diga sia il lavoro svolto dagli addestratori dell’Esercito che, in questi ultimi anni, hanno trasferito alle forze dell’esercito e della polizia irachene e curde le capacità operative necessarie per sconfiggere ISIS e per ritornare verso una situazione di normalità.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Difesa
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Libano: il vescovo serbo visita il contingente italiano

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Shama (Libano), 13  novembre 2017 – Il vescovo della chiesa serba Jovan, ha incontrato a Shama i militari del contingente italiano della missione UNIFIL.

L’incontro ha assunto un valore particolare per lo speciale legame che lega il vescovo Jovan alla brigata paracadutisti Folgore che, da metà ottobre, è al comando del settore ovest della missione UNIFIL e costituisce il grosso delle forze dispiegate nel Libano meridionale.

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Il vescovo, che ha incontrato il comandante del settore ovest generale di brigata Rodolfo Sganga, i paracadutisti del 183°Rgt Nembo e del Savoia Cavalleria nonché i colleghi serbi schierati a fianco dei militari italiani,  oltre ad essere anch’egli paracadutista, è rimasto legato alla Folgore sin dagli anni dell’impiego dei Paracadutisti Italiani nei conflitti nei Balcani.

La Folgore, grazie all’impegno profuso per la tutela della comunità serba all’inizio degli anni 2000, fu insignita, prima unità militare nella storia, della prestigiosa Croce di San Sava.

Inizialmente istituito dal Re Milan I di Serbia per compensare civili meritevoli nelle arti e nelle scienze, dopo il 1914 l’Ordine di San Sava venne concesso anche ai militari e, da dopo la caduta della monarchia serba, dal 1945 l’Ordine venne ripristinato dalla chiesa ortodossa serba.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Libano
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Libano: i militari italiani svolgono corsi di formazione a favore delle forze di sicurezza libanesi

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Shama, 9 novembre 2017 – Nell’ambito dell’assolvimento della Missione, in aderenza alla risoluzione 1701 che prevede il supporto alle Forze Armate Libanesi, proseguono le attività di formazione svolte dal persone del Settore Ovest di UNIFIL.

E’ terminato oggi il primo corso di procedure di Polizia Militare “MP Procedures Course” condotto dai Carabinieri Italiani a favore di venticinque militari della State Security del distretto regionale di Nabatieh.

L’obiettivo del corso è stato quello di trasmettere le tecniche di base di scorta e tutela VIP e convogli, le tecniche di perquisizione e ammanettamento e su come eseguire correttamente un primo intervento sulla scena del crimine. Le attività sono mirate a rendere sempre più specializzate, anche in questi settori molto tecnici, le forze di sicurezza libanesi.

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Inoltre ieri è iniziato il 2° corso di lingua italiana  svolto dal personale militare di Sector West e dall’associazione Dante Alighieri, a favore di 17 ufficiali della General Security Libanese. L’attività didattica, che terminerà a Febbraio 2018, è sviluppata su due tipologie di classe,  una basica, tesa a far acquisire espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto, ed una avanzata che garantisce il raggiungimento di un’autonomia in contesti comunicativi elementari.

Il Progetto Lingua Italiana è teso a conferire il diploma di certificazione rilasciato dalla società Dante Alighieri in base a una convenzione con il MAECI, con l’Università “La Sapienza” di Roma ed è riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dal MIUR quale di titolo per l’immatricolazione universitaria degli studenti stranieri, dal Ministero dell’Interno quale titolo necessario allo straniero che intenda richiedere il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo in Italia.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Libano
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Militari italiani si addestrano con le Forze Armate Libanesi e le componenti di Unifil  

 

Linea di tiro del poligono a mare

Shama (Libano) 02 ottobre 2017 – ​Si è conclusa ieri l’intesa settimana addestrativa che ha visto il contingente italiano in Libano impegnato contemporaneamente in due esercitazioni multinazionali, la “Steel Storm” e la “Blue Phoenix 1-17”.

La “Steel Storm”, a cadenza semestrale, ha lo scopo di perfezionare l’efficienza dei peacekeepers in termini di impiego delle armi individuali e di reparto congiuntamente alle Lebanese Armed Forces (LAF) e, nel contempo, di verificare e migliorare le procedure di coordinamento.

Oltre l’attività a fuoco, l’esercitazione ha compreso l’attuazione di procedure particolari come il Medical Evacuation (MEDEVAC) interessando anche ITALAIR, la componente aerea delle Nazioni Unite in Libano composta da piloti ed elicotteri delle Forze Armate Italiane.

La “Blue Phoenix”, svolta nell’ambito della Joint Task Force – Lebanon Sector West (JTF-L SW), ha messo alla prova i posti comando dei dodici contingenti alle dipendenze del Generale di Brigata Francesco Olla, comandante del settore occidentale di UNIFIL, nell’attuazione delle procedure contemplate ai piani di contingenza della missione.

I caschi blu italiani hanno preso parte a entrambe le esercitazioni con il comando della JTF-L, su base Brigata “Granatieri di Sardegna”, nonché assetti dellaTask Force di manovra “ITALBATT” e dell’unità in Riserva di Settore (Sector Mobile Reserve – SMR), ambedue su base Reggimento “Lancieri di Montebello” (8°).

Militare libanese durante l'esercitazione a fuoco

Le attività addestrative sono finalizzate a mantenere alta l’efficienza delle unità e le procedure di “Comando e Controllo” in contesto multinazionale, nonché l’individuare le best practise sulle lacune che sono individuate esercitazione durante.

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Fonte e immagini: contingente italiano in Libano

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Libano: i militari italiani di UNIFIL addestrano le Forze Armate Libanesi (video)

Libano – I militari italiani di UNIFIL addestrano le forze armate libanesi sulle tecniche e procedure di controllo della folla

Fase di contatto del plotone esercitato durante la simulazione di uno scontro con la folla

Al Mansouri (Libano), 15 settembre 2017 –  Si è concluso oggi l’addestramento sulle tecniche e procedure di Controllo della Folla (CRC – Crowd and Riot Control) a favore delle Forze Armate Libanesi (LAF – Lebanese Armed Forces)  a cura del contingente italiano impiegato nel Sud del Libano.

Il Comandante di ITALBATT, Col. Massimo Crocco Barisano Colizza

L’unità di manovra italiana della Joint Task Force – Lebanon (ITALBATT), su base reggimento “Lancieri di Montebello” (8°) e comandata dal col. Massimo Crocco Barisano Colizza, ha organizzato e condotto un addestramento di due settimane a favore di un plotone della 5^Brigata delle LAF, per fornirgli le capacità necessarie a far fronte a una folla composta da elementi ostili, anche se in superiorità numerica. In particolare l’addestramento ha avuto lo scopo di illustrare teoricamente e praticamente l’approccio verso una folla, la postura e le formazioni da assumere in base all’atteggiamento degli elementi ostili che la compongono, nonché il riconoscimento e l’isolamento degli elementi chiave che condizionano la folla. La cura dell’equipaggiamento e il suo utilizzo è fondamentale per fronteggiare la situazione in atto e i suoi possibili sviluppi, così come l’aderenza alle regole d’ingaggio che ogni unità è tenuta a rispettare.

L’addestramento delle LAF dislocate nel sud del Libano è una delle più importanti attività previste dalla risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, insieme al supporto alla popolazione locale attraverso le attività promosse nell’ambito della Civil and Military Cooperation (CIMIC), nonché al monitoraggio costante della Blue Line, attraverso il pattugliamento appiedato e motorizzato.

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Fonte e immagini: Contingente italiano nel Libano del sud
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Italiani in Libano: esercitazione multinazionale dei caschi blu delle Nazioni Unite

Esercitazione dell'assetto CRC francese in coordinamento con la sala ope...

Shama (Libano), 12 settembre 2017 –  Si è conclusa in questi giorni, nel Libano del sud, l’esercitazione RITE III/17 (Reserve Integration Training Exercise) per il contingente italiano della Joint Task Force – Lebanon che conduce l’operazione “Leonte XXII” dal 27 aprile scorso.

In contesto multinazionale, il Sector West di UNFIL, con a capo il generale di brigata Francesco Olla, ha testato le proprie capacità di “Comando e Controllo” delle unità dispiegate sul terreno al fine di aumentarne la reattività, l’interoperabilità e la flessibilità.

Pianificazione e condotta del Posto Comando Avanzato prima degli assetti...

L’esercitazione ha visto oltre 200 uomini e donne, 45 veicoli blindati e 4 posti comando tattici condurre le operazioni che garantiscono la stabilità dell’area da oltre undici anni. Attraverso l’ausilio degli assetti specializzati quali squadre antisommossa e nuclei EOD (Explosive Ordinance Disposal), per far fronte al riconoscimento e disinnesco degli ordigni inesplosi (UXO –  Unexploded ordnance) o improvvisati (IED – Improvised explosive device), le unità del contingente multinazionale sono state ingaggiate e valutate attraverso la simulazione delle più probabili minacce che potrebbero verificarsi nel Sud del Libano. 

L'assetto EOD con relativo equipaggiamento robotico

L’esercitazione si è svolta in una zona non popolata del villaggio di Naqoura, che insiste nell’area di responsabilità del cntingente italiano su base brigata “Granatieri di Sardegna”. L’unità di manovra italiana (ITALBATT), congiuntamente a quella malese, irlandese, finlandese, sud-coreana e ghanese, garantisce, in base a quanto sancito dalla Risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il monitoraggio costante della Blue Line, la linea di demarcazione che divide il Libano da Israele; il supporto alla popolazione locale, attraverso numerosi progetti in sostegno alle autorità municipali e governative a sud del fiume Litani; la pianificazione e condotta, a favore delle Lebanese Armed Forces (LAF), di attività addestrative e operative finalizzate all’implementazione del mandato previsto dalla risoluzione stessa.

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Fonte e immagini: Contingente italiano nel Libano del sud
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