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Commemorazione dei 14 Carabinieri trucidati dai nazisti nel ’43

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Teverola (CE), sabato 13 settembre 2014 – Questa mattina, alla presenza di autorità civili e militari si è svolta una cerimonia di commemorazione per i 14 Carabinieri che il 13 settembre 1943 vennero trucidati dalle truppe tedesche. Alla sobria manifestazione ha presenziato anche il comandante interregionale carabinieri Ogaden, generale di corpo d’armata Franco Mottola, accompagnato dal generale di brigata Gianfranco Cavallo, comandante della legione carabinieri Campania, dal colonnello Giancarlo Scafuri, comandante del provinciale carabinieri di Caserta e dal tenente colonnello Vittorio Carrara, comandante del reparto territoriale di Aversa. Alla presenza del sindaco della cittadina di Teverola Biagio Lusini, don Franco Fachini, capo del servizio assistenza spirituale della legione carabinieri Campania ha ufficiato la cerimonia di deposizione di una corona d’alloro al monumento intitolato ai militari caduti posto in piazza martiri di Teverola.

CENNI STORICI

L’armistizio dell’8 settembre 1943 firmato a Cassibile dal generale Castellano, per il Governo Italiano, con il rappresentante delle forze anglo-americane, segnava virtualmente la conclusione del secondo conflitto mondiale, aprendo, di fatto, quello con le truppe del Reich.

Nei giorni seguenti, nonostante le Forze Armate dello Stato fossero senza precise direttive, diversi reparti italiani diedero luogo ad una strenua resistenza. A Napoli, appena pervenne la notizia dell’armistizio, i tedeschi iniziarono immediatamente ad avere un atteggiamento ostile nei riguardi dei militari italiani. La volontà tedesca di assumere il controllo della città portò, sin dal mattino del 9 settembre 1943, a diversi scontri armati, tra cui quello con i Carabinieri posti a difesa della caserma “Pastrengo”, cui contribuirono in misura rilevante, tra gli altri, quelli della Stazione di Napoli Porto.

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Il mattino dell’11 settembre 1943, superato un primo momento di difficoltà, i soldati del Fuhrer iniziarono una nuova e più massiccia azione per occupare il “Palazzo dei Telefoni” di via De Pretis, obiettivo strategico per il controllo delle comunicazioni dell’intera area. A protezione dell’impianto furono posti 150 soldati del 40° Reggimento Fanteria, unitamente a quei Carabinieri della Stazione di Napoli Porto che si erano già disimpegnati nella difesa della caserma “Pastrengo”. Nonostante il valore dei militari italiani, nel corso della stessa giornata le truppe naziste, più numerose e meglio armate, riuscirono a prevalere sino ad attestarsi saldamente in ogni quartiere di Napoli, spegnendo tutti i focolai di resistenza.

Nella giornata del 12 settembre i tedeschi attaccarono la Stazione di Napoli Porto. Dopo accanita resistenza i Carabinieri, esaurite le munizioni, furono costretti ad arrendersi. I tedeschi, unicamente per salvaguardare la propria immagine e lasciar credere di rispettare la Convenzione di Ginevra, li dichiararono prigionieri di guerra e consegnarono loro alcuni fucili privi di caricatori, quindi li incolonnarono con altri prigionieri italiani e li avviarono fuori città, simulando che i Carabinieri avessero il compito di concorrere alla scorta dei prigionieri.

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La colonna arrestò la marcia verso la mezzanotte del 12 settembre, in Teverola, dove, dal mattino del 13 settembre, allo scopo di continuare a far credere che i Carabinieri stessero svolgendo un compito d’istituto, furono condotti, a bordo di mezzi militari, per le aree circostanti, fino a quando, in località “Madama Vincenza” di Teverola, unitamente a due civili, furono fatti disporre su due fila e trucidati con colpi di mitragliatrice.

I Carabinieri della Stazione di Napoli Porto terminarono in modo cruento la loro esistenza, responsabili unicamente di aver voluto restare fedeli al giuramento prestato ed aver inteso difendere la propria Patria.

I militari del Reich, subito dopo l’eccidio, bruciarono i documenti dei giustiziati ed ordinarono ad alcuni civili di scavare una fossa per seppellire i cadaveri.

Al termine delle ostilità venne concessa ai 14 Carabinieri ed ai 2 civili una “Medaglia d’Argento” individuale con la seguente motivazione:

“In periodo di eccezionali eventi bellici seguiti dall’armistizio, preposto con gli altri militari della sua Stazione alla difesa di importante centrale telefonica, assolveva coraggiosamente al suo dovere opponendosi al tentativo di occupazione e devastazione da parte delle truppe tedesche. Catturato per rappresaglia e condannato a morte con i suoi compagni affrontava con ammirevole stoicismo il plotone di esecuzione. Nobile esempio di virtù militare e di consapevole sacrificio”.

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Le vicende narrate, da collocare tra i tanti atti di eroismo che caratterizzano la storia dell’Arma, indissolubilmente legata a quella della nostra Patria, confermano ancora una volta la vicinanza dei Carabinieri alla popolazione, a tutti gli Italiani. L’Arma, ora come allora, si pone quale fondamentale presidio di legalità, a tutela della sicurezza delle persone e dei beni.

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Fonte: Arma dei Carabinieri
(Comando provinciale di Caserta)

I carabinieri commemorano il sacrificio dell’appuntato scelto Gianpietro Cossu

Appuntato Gianpiero Cossu

Dormelletto (NO), 27 giugno 2014 – Nel quadro delle iniziative intraprese per celebrare il Bicentenario di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, oggi 27 giugno, si è svolta in Dormelletto la cerimonia commemorativa della tragica scomparsa del militare dell’arma dei carabinieri Gianpiero Cossu.

Alle ore 10.00 è stata celebrata la SS Messa presso la chiesa “Maria Vergine Assunta”, e al termine è stata letta la Preghiera del Carabiniere.

La celebrazione è poi proseguita all’interno del locale cimitero, dove è stato consegnato alla vedova, signora Leyla, di un attestato firmato del comandante generale dell’arma dei carabinieri, generale di corpo d’armata Leonardo Gallitelli, e sono stati resi gli onori militari con la deposizione di una corona di fiori sul luogo di sepoltura dell’eroico militare.

La cerimonia si è svolta alla presenza del comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, generale di brigata Gino Micale, ha visto la partecipazione dei sindaci di Dormelletto, Bogogno, Gattico, Inveruno, Paruzzaro e Lesa, dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma (in particolare di tutte le sezioni della provincia di Novara dell’Associazione Nazionale Carabinieri) con i loro labari, e di rappresentanti delle Forze Armate e di Polizia.

Il sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali, on. Franca Biondelli, ed il prefetto di Novara, s.e. il dott. Francesco Paolo Castaldo, non presenti poiché impegnati in concorrenti attività istituzionali, hanno fatto pervenire un caloroso messaggio di vicinanza all’Arma ed alla vedova del militare.

I fatti che portarono al tragico epilogo narrano di un uomo che, quel tragico 27 giugno del 2005 alle ore 15.00 circa, dopo aver ucciso il perito inviato dal Tribunale di Novara per stimare la sua casa, aveva cominciato a sparare in modo indiscriminate su chiunque passasse per strada, uccidendo un motociclista, ferendo un altro passante e continuando a fare fuoco con le numerose armi in suo possesso.

Durante quel lungo pomeriggio, lo squilibrato ha ferito 7 militari dell’Arma, intervenuti per soccorrere e mettere al riparo i feriti e, tra questi, l’appuntato scelto Cossu che, colpito mortalmente, si era accasciato esanime al suolo.

Quella tragica giornata si è conclusa con l’azione risolutiva del Gruppo di Intervento Speciale (G.I.S.) dei Carabinieri che ha fatto irruzione nella casa, arrestando il pericoloso soggetto.

Per l’eroico gesto al militare fu conferita la Medaglia d’Oro al valor civile alla memoria con la seguente motivazione:

Con generoso slancio cosciente sprezzo del pericolo, interveniva presso un’abitazione ove un uomo, colto da raptus, aveva poco prima ucciso a colpi d’arma da fuoco un perito giudiziario ed indirizzato altri colpi di fucile verso ignari passanti e militari dell’arma accorsi sul luogo. Espostosi a grave rischio per prestare soccorso alle persone che erano state gravemente ferite e che si trovavano ancora sotto il tiro dell’omicida, veniva raggiunto da alcuni colpi di fucile, accasciandosi esanime al suolo. L’intervento si concludeva con l’arresto del folle ed il sequestro di numerose armi. Nobile esempio di elette virtu’ civiche ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrifico”.

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Fonte: Arma dei Carabinieri / Centrale Operativa Carabinieri Novara


Bersaglieri e alpini commemorano la battaglia di Nikolajewka

Roma, 26 gennaio 2014 – Nel Giardino dei Caduti sul Fronte Russo, via Cassia, si è svolta la Manifestazione per il 71 Anniversario della battaglia di Nikolajewka. Molta la gente presente ad assistere alla commemorazione. A ritmo del Passo di corsa dei Bersaglieri è arrivata la fanfara “Nulli Secundus, diretta dal capofanfara Renzo Tomò, ed è quindi iniziata la cerimonia.

Il Bersagliere Massimo Flumeri, in rappresentanza del Gruppo Medaglie d’oro al Valor Militare, ha presentato man mano i vari momenti dell’evento. L’Inno d’Italia, suonato dalla fanfara, ha accompagnato il momento solenne dell’alzabandiera.
I rappresentanti della Polizia di Roma Capitale hanno poi portato e deposto sul cippo le corone di alloro inviate dal Sindaco di Roma e dal Presidente della XV circoscrizione Daniele Torquati, che ha poi preso la parola, seguito dal consigliere comunale Athos De Luca in rappresentanza del sindaco di Roma, entrambi hanno evidenziato come sia significativo e importante il ricordo dei caduti. È stata poi deposta la corona di alloro di Commemorazione ai Caduti dal Bersagliere Sandro Bari e dall’alpino Silvano Leonardi, del Comitato per Nikolajewka (UNIRR). Monsignor Giacomino Ferminò, come consueto ha quindi benedetto le corone e i presenti. Il bersagliere Antonio Abbadessa ha letto la Preghiera del disperso in Russia dopo la quale la fanfara Nulli Secundus ha suonato il brano Il Silenzio, dedicato ai caduti.

L’attore Angelo Blasetti ha poi letto delle poesie, tra cui una di Trilussa, e l’Alpino Silvano Leonardi ha ricordato alcuni momenti della campagna di Russia. Alla commemorazione molti i labari presenti e molti i rappresentanti delle associazioni d’Arma: la Folgore con l’ANPdI di Velletri, i Carabinieri, gli Alpini, il battaglione San Marco, la Marina, la X flottiglia MAS, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa Italiana, la Polizia di Roma Capitale, nonché i volontari della Protezione Civile e del Comitato di quartiere Cassia Grottarossa. Terminata la manifestazione la fanfara ha intrattenuto per un po il pubblico presente con alcuni famosi brani del repertorio dei Bersaglieri tra cui l’Inno del I Reggimento Bersaglieri, 20 anni allegramente, la ricciolina e altre.

di Monica Palermo

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