Asiago, 1 giugno 2016 – Nei giorni 4 e 5 giugno 2016, nei comuni di Cogollo del Cengio e Asiago, si svolgerà il 32° Raduno Nazionale dell’Associazione Granatieri di Sardegna. Lo scopo è quello di rievocare, a cento anni di distanza, i combattimenti che ebbero luogo negli altopiani di Asiago contro le forze austro-ungariche.
Chi sono i Granatieri?
I Granatieri di Sardegna sono il più antico Corpo d’ordinanza europeo. Essi vennero costituiti dal duca Carlo Emanuele di Savoia il 18 aprile 1659 in Torino.
La storia dei Granatieri va di pari passo con quella dell’Italia dal piccolo ducato del 1659 alla Repubblica dei giorni nostri.
Allo stato attuale danno il nome ad una brigata con sede a Roma composta dal 1° Reggimento Granatieri di Sardegna e dal Reggimento Lancieri di Montebello. La brigata, dopo i recenti impegni internazionali volti ad assicurare la pace in Libano, provvede a collaborare, con le forze dell’ordine, all’Operazione Strade Sicure per quanto riguarda i territori di Roma.
La brigata sarà presente al raduno con la Musica d’ordinanza, una compagnia Granatieri e la bandiera da combattimento del 1° Reggimento Granatieri.
La Granatieri di Sardegna è comandata dal gen. b. Gaetano Lunardo.
L’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna
Costituita a Milano, il 14 aprile 1912, ha una presidenza nazionale, con sede a Roma, e 134 sezioni su tutto il territorio nazionale coordinate da centri provinciali e regionali.
Gli iscritti sono circa 3.200.
L’associazione è diretta dal gen. d. ris. Giovanni Garassino.
La battaglia degli altopiani
Nel corso della battaglia degli Altipiani (maggio – luglio 1916) ed in particolare durante i combattimenti di Monte Cengio e di Cesuna (22 maggio- 3 giugno 1916), la brigata «Granatieri di Sardegna» compì eroiche gesta per impedire all’esercito austro – ungarico, nel tratto di fronte assegnato, di «sfociare» nella Val d’Assa, conquistare la pianura vicentina e, quindi, dilagare nella pianura veneta.
Negli acerrimi combattimenti – una storia popolare narra che i Granatieri terminate le munizioni abbracciavano gli austriaci e si lanciavano nel vuoto lungo la parete del Monte Cengio (la località viene denominata “Il salto del Granatiere”) – la Brigata subì perdite pari al 70% degli effettivi: 487 morti, 1073 feriti (di cui il 20% morì negli ospedali), circa tremila fatti prigionieri (tra questi il 30% morì nei campi di prigionia).
Al momento dell’avvicendamento dal fronte – il 3 giugno 1916 – il reparto rientrò a Marostica (VI) a «ranghi serrati», marciando con fierezza come in una parata, con sole mille unità degli oltre seimila tra Ufficiali e Granatieri prima dell’inizio dei combattimenti.
Per tali azioni fu conferita, alle Bandiere di entrambi i Reggimenti (1° e 2°), la medaglia d’oro al valor militare.
Furono altresì concesse ben sette medaglie d’oro individuali (di cui due ad irredentisti triestini, i fratelli Stuparich, inquadrati nel 1° Reggimento) oltre a centinaia di medaglie d’argento e di bronzo al valor militare.
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