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UNIFIL, incessante l’attività dei caschi blu italiani nel controllo della Blu Line tra Libano e Israele a tutela della popolazione

Pattugliamento appiedato sulla Blue Line

Shama, 10 settembre 2022 – I Caschi Blu italiani della missione UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon), a pochi giorni dal rinnovo della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ne legittima la presenza in Libano, continuano senza sosta, ad assicurare il controllo della propria area di responsabilità. In particolare i militari della Joint Task Force Lebanon, su base Brigata Aosta, hanno assunto il comando del Settore Ovest della missione da circa un mese e ad oggi hanno già effettuato oltre 7.000 attività di monitoraggio della linea di demarcazione (Blue Line) e del settore assegnato dalla missione, di cui oltre 1.500 condotte dalla componente di manovra italiana, contribuendo non solo alla stabilità dell’area, ma soprattutto a dare impulso all’incremento della percezione di sicurezza da parte della popolazione locale che, grazie alle oltre 750 pattuglie effettuate in concorso con le LAF (Lebanese Armed Forces), ripone piena fiducia nelle proprie istituzioni e nella missione UNIFIL.

  • 7.000 attività di monitoraggio della linea di demarcazione (Blue Line)
  • 1.500 attività condotte dalla componente di manovra italiana
  • 750 pattuglie effettuate in concorso con le LAF

A queste attività, si aggiungono quelle di cooperazione civile e militare (CIMIC) per la pianificazione e realizzazione di progetti di aiuto alla popolazione, le cui esigenze emergono grazie ai quotidiani incontri che i comandanti ai vari livelli svolgono con i rappresentanti delle autorità civili e religiose del Libano del Sud (Key Leader Engagement).

La Blue Line rappresenta quella linea pratica di demarcazione, lunga 120 chilometri di cui 60 nell’area della Joint Task Force Lebanon (JTF-L) – Sector West, che separa il Libano da Israele e che, convenzionalmente, permette l’identificazione di violazioni accidentali tra le parti.

La Task Force di manovra a guida italiana (Italbatt), su base reggimento 5˚ reggimento fanteria Aosta di Messina con il gruppo squadroni del reggimento Lancieri d’Aosta (6°) di Palermo, il battaglione logistico del reggimento logistico Aosta, una compagnia del 4° reggimento genio guastatori di anch’essi di Palermo, unitamente a personale specialistico del 28˚ reggimento Pavia di Pesaro, del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza (PN) e delle Forze Armate della Repubblica di Serbia, assicura, quotidianamente, sulla base della risoluzione n. 1701 del 2006 delle Nazioni Unite, il monitoraggio della cessazione delle ostilità, favorendo il mantenimento della stabilità nell’area di interesse, in un contesto in cui l’equilibrio si coniuga con l’operato imparziale e trasparente dei peacekeeper del contingente italiano. 

La missione italiana in Libano a guida Brigata meccanizzata Aosta, al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3.800 Caschi Blu di 16 dei 48 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte oltre 1.000 Caschi Blu italiani. Negli ultimi giorni la Moldavia si è aggiunta tra i paesi che contribuiscono allo staff del comando.

Il pattugliamento del tratto della Blue Line che insiste nell’area di Italbatt, insieme al contributo ghanese (Ghanbatt), irlandese e polacco (Irishpolbatt) nelle rispettive zone di pertinenza sotto il comando italiano, costituisce l’asse portante della stabilità del settore. 

Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo.

Il COVI è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.

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Fonte e immagini: Joint Task Force  – Lebanon Sector West


Libano: i Caschi Blu incrementano le attività operative

Oltre 1000 le attività operative condotte dai Caschi Blu di UNIFIL per assicurare la stabilità nel Libano del Sud

Shama, 3 maggio 2022 – La missione Italiana in Libano a guida Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli, è giunta a metà mandato, ed è al suo sesto impiego nella Terra dei Cedri con la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL. Al comando del generale di brigata Massimiliano Stecca operano 3800 Caschi Blu di 16 dei 46 paesi contributori alla missione ONU, tra i quali circa 1.000 militari italiani.

I peacekeepers italiani hanno recentemente intensificato le attività operative in tutta l’area di operazioni assegnata, compresa tra il fiume Litani a nord e la Blue Line (linea di demarcazione tra il territorio Libanese e quello Israeliano) a sud. Tale incremento si è reso necessario in esito alla concomitanza del Ramadan, della Pasqua Cattolica e di quella Ortodossa e, soprattutto, a seguito della ripresa dei lavori di fortificazione della Technical Fence Israeliana.

L’attenzione si concentra principalmente nel garantire la piena libertà di movimento, in primis lungo l’arteria strategica della coastal road che collega Naqoura, sede del comando di UNIFIL, il Settore Ovest e Beirut, e nel mantenere il controllo e la stabilità dell’intero settore, con particolare riguardo alla Blue Line.

Lungo questa linea di demarcazione il contingente italiano conduce pattugliamenti diurni e notturni, appiedati e motorizzati, oltre a presidiare due basi avanzate, UNP 1-31 e, soprattutto, UNP 1-32A, ove si svolgono le riunioni del Tripartito con i rappresentanti di UNIFIL, Libano e Israele.

Dall’inizio del mandato, i militari della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli hanno condotto più di 1000 attività di pattugliamento appiedato e a bordo di mezzi. Di queste, oltre il 12% sono state condotte in stretta sinergia con le Forze Armate Libanesi (LAF). Ad integrare il pattugliamento sono state sviluppate sul terreno più di 100 attività di controllo delle possibili aree di lancio di razzi verso Israele nonché più di 1000 attività tra scorte e posti di osservazione temporanei e permanenti. 

Un ulteriore incremento potrà rendersi necessario al termine delle festività religiose, per scongiurare qualsiasi atto dimostrativo da parte di facinorosi. In tale contesto, un ulteriore innesco di possibili tensioni sono il particolare momento storico che il Libano sta attraversando a causa di un’importante crisi socio-economica e politica ed i recenti accadimenti in Israele.

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Fonte e immagini: Contingente Italiano
Joint Task Force  – Lebanon Sector West

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Missione in Libano, Sector West: 36 ore sulla Blue Line

01_Jackpot operation lungo la Blue Line

Shama, 26 luglio 2020 – L’obiettivo delle forze UNIFIL impegnate nel sud del Libano è mantenere la pace e la sicurezza nell’area di operazione. Per i caschi blu questo si traduce concretamente nel controllo della Blue Line, la linea di demarcazione tra il territorio israeliano e quello libanese, sancita e realizzata dalle UN con lo scopo di riportare la stabilità nell’area.

L’attività dei peacekeeper sulla Blue Line è cospicua e costante e il 50% dei tanti pattugliamenti avviene nelle ore notturne. Per aumentare l’efficacia di questo controllo la Joint Task Force Lebanon Sector West ha incrementato ulteriormente la propria presenza conducendo, negli ultimi mesi, sessanta operazioni Jackpot.

La Jackpot operation è caratterizzata da 36 ore di presenza costante sulla Blue Line in cui le pattuglie provenienti dai dipendenti battaglioni italiano, ghanese e irlandese con il supporto di coreani e malesi si muovono e si coordinano mettendo in atto posti di osservazione e pattuglie appiedate che aumentano l’efficacia del controllo dell’area.

Questo modus operandi ha fatto registrare più di 2000 ore di presenza continuativa sulla linea blu migliorando qualità e quantità dei report informativi provenienti dalle attività di pattugliamento.

Uno sforzo notevole ma che ha portato ad un ulteriore periodi di stabilità, come ha ricordato il generale di brigata Diego Filippo Fulco, comandante del Sector West parlando ai suoi uomini: “Avete assicurato ulteriori otto mesi di pace in questa zona. Un risultato che, se oggi può sembrare facile, negli anni passati non appariva per nulla scontato. La nostra presenza, il nostro lavoro permette una stabilità rara in questa area geografica. ne dovete essere orgogliosi” 

Nonostante l’emergenza sanitaria, i caschi blu del Sector West, attualmente su base brigata “Granatieri di Sardegna” sono riusciti a mantenere invariate numero e frequenza delle attività operative.

Le unità, per operare in sicurezza, si sono adeguate all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale previsti non permettendo flessioni della capacità operativa dimostrando di aver compreso appieno l’importanza del proprio ruolo di peacekeeper nella terra dei cedri.

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Libano: i militari italiani di UNIFIL celebrano l’International day of United Nations peacekeepers

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Shama (Libano) 30 maggio 2017 – Si è celebrato ieri la giornata internazionale dei peacekeepers delle Nazioni Unite (International Day of United Nations Peacekeepers), a memoria di tutti i militari e civili delle Nazioni Unite che hanno perso la vita nelle operazioni di mantenimento della pace nelle aree più difficili del pianeta. 

Anche i caschi blu italiani, insieme al contingente internazionale impiegato nella missione UNIFIL, hanno celebrato presso il quartier generale in Naqoura, nel sud del Libano, questa giornata in memoria dei circa 3500 caduti e in onore dei più di 113.000 militari, poliziotti e civili che oggi prestano il loro servizio a favore delle popolazioni in difficoltà.

La missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), nata nel 1978 con le risoluzioni n. 425 e n. 426 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, vede la sua attuale configurazione di oltre diecimila peacekeepers a seguito del conflitto tra Libano e Israele nel 2006, anno in cui fu incrementato il numero di caschi blu nel Sud del paese dei cedri a seguito della risoluzione n. 1701.

 

Da più di dieci anni, l’Italia partecipa alla missione con l’operazione “Leonte” per la quale fornisce oltre un migliaio di peacekeepers che rappresentano, in termini numerici, il secondo contingente più grande, dopo quello indonesiano, tra quelli delle quaranta nazioni contributrici.

UNIFIL ha visto al suo comando ben tre ufficiali generali italiani e la guida permanente del settore occidentale con la Joint Task Force – Lebanon Sector West, attualmente su base brigata “Granatieri di Sardegna” e con a capo il generale di brigata Francesco Olla.

12. International Day of United Nations Peacekeepers (3)

In base alla citata risoluzione n. 1701, i caschi blu dell’operazione “Leonte XXII” supervisionano, senza sosta, la cessazione delle ostilità attraverso un costante monitoraggio della Blue Line (la linea di demarcazione tra Libano e Israele); il supporto alla popolazione locale, attraverso la funzione operativa di cooperazione civile-militare (CIMIC); il supporto alle Forze Armate libanesi dislocate nel Libano del sud, attraverso il coordinamento, la pianificazione e l’esecuzione di attività addestrative e operative congiunte.

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Fonte e immagini: Contingente italiano nel Libano del sud
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Libano: cambio del comando dell’unità di manovra dell’Esercito italiano, le redini passano ai Lancieri di Montebello

Le “redini” della task force ITALBATT passano al reggimento “Lancieri di Montebello” (8°).

Il passaggio della bandiera ONU che sancisce il Traferimento di Autorità

Al Mansouri (Libano), 02 maggio 2017 – Ha avuto luogo questa mattina, presso la base italiana di   Al Mansouri, la cerimonia di avvicendamento del comando di ITALBATT, l’unità di manovra del contingente italiano della missione UNIFIL, tra il colonnello Angelo Di Domenico, cedente, e il colonnello Massimo Crocco Barisano Colizza, subentrante.

Il passaggio della bandiera delle Nazioni Unite alla presenza del gen. b. Francesco Olla, comandante della Joint Task Force – Lebanon Sector West su base brigata meccanizzata “Granatieri di Sardegna”, e degli stendardi dei reggimenti “Genova Cavalleria” (4°) e “Lancieri di Montebello” (8°), ha sancito ufficialmente l’inizio dell’operazione “Leonte XXII” per il “Montebello”.

La cedente task force “Genova” nel corso dell’ultimo mese ha condotto un corso di lingua italiana a favore delle giovani studentesse dell’Istituto Femminile di Tiro e uno di Information Communication Technology a favore di circa 10 donne in collaborazione con il Social Development Centre che opera nell’area a sud del Litani. I progetti di formazione, oltre a aver contribuito ad infondere una conoscenza di base delle materie trattate, hanno volutamente coinvolto l’importante dimensione femminile nell’ottica di una prospettiva di gender, aspetto fondamentale nella condotta delle operazioni internazionali delle Nazioni Unite.

La costituita Task Force MONTEBELLO

Le “redini” della task force ITALBATT passano quindi al reggimento “Lancieri di Montebello” (8°), con le unità operative del proprio Gruppo Squadroni Esplorante – che esprimono nell’ambito della stessa operazione anche la riserva tattica di settore alle dirette dipendenze del generale comandante il Sector West – e un battaglione del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”, entrambi di stanza a Roma.

I compiti operativi che i “Verdi Lancieri” saranno chiamati ad assolvere nella propria area di operazione sono definiti dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che vedono, tra i suoi obiettivi principali, la cessazione delle ostilità attraverso un costante monitoraggio della blue line; il supporto alla popolazione locale, attraverso la funzione operativa di cooperazione civile-militare (CIMIC); il supporto alle forze armate libanesi dislocate nel Libano del sud, attraverso il coordinamento, la pianificazione e l’esecuzione di attività addestrative e operative congiunte.

I “Lancieri di Montebello” e i Granatieri continueranno ad assicurare le attività di alta rappresentanza e cerimoniale di stato nella città di Roma, così come le attività operative nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure” in Roma Capitale.

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Fonte e immagini: Contingente italiano in Libano del sud
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UNIFIL: continuano i lavori di demarcazione della Blue Line

Il gen. Portolano con i rappresentanti delle Forze Armate Libanesi durante l'attivita' di demarcazione della Blue Line

Il gen. Portolano con i rappresentanti delle Forze Armate Libanesi durante l’attivita’ di demarcazione della Blue Line

Kafer Kela  (Libano del Sud), 16 dicembre 2015 – “Un ulteriore passo avanti è stato compiuto oggi verso la definitiva stabilizzazione dell’area”. Queste le parole del generale di divisione Luciano Portolano, Head of Mission e Force Commander di UNIFIL, in occasione dei lavori di demarcazione della Blue Line, la linea armistiziale  che separa il Libano da Israele.

Il processo di demarcazione della Blue Line – ha detto il generale Portolano – continua e rappresenta un importante elemento del meccanismo di confidence building, frutto di una costante attivita’ di mediazione e negoziazione di UNIFIL con entrambe le parti”.

Attività di demarcazione della Blue Line

Attività di demarcazione della Blue Line

La visualizzazione sul terreno della Blue Line, attraverso il concordato posizionamento dei pilastri Blue Barrels, costituisce lo “strumento indispensabile per monitorare la cessazione delle ostilità, per prevenire incidenti ed evitare inutili incomprensioni e frizioni” ha aggiunto il generale che ha rimarcato come “l’attuazione e l’implementazione della Risoluzione 1701 si realizzi attraverso il pieno rispetto di detta linea, sia da parte libanese sia da parte israeliana”.

Lunga circa 120 chilometri, la Blue Line coincide con la linea del ritiro delle truppe israeliane dal Libano del Sud avvenuto nel maggio del 2000. Attualmente essa è materializzata con 237 pilastri a fronte di 528 teoricamente necessari.

Il gen. Portolano in occasione dei lavori di demarcazione della BLUE LINE

Il gen. Portolano in occasione dei lavori di demarcazione della BLUE LINE

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Fonte e immagini: United Nations Interim Force in Lebanon Headquarters

Lungo la Blue Line, il docu-film dell’esercito in onda su SKY

Roma, 23 aprile 2015 – Questa mattina nella Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito si è svolta la conferenza stampa di presentazione del docu-film Lungo la Blue Line alla quale hanno partecipato il sottosegretario di stato alla Difesa, on. Gioacchino Alfano, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Danilo Errico, il dott. Andrea Zappia, amministratore delegato di SKY Italia e il produttore, dott. Michele Bongiorno

Il generale Errico, nel suo intervento ha sottolineato che “questo docu-film è la dimostrazione di quanto la Difesa e l’Esercito Italiano siano una risorsa per il Paese, all’estero e in madrepatria, favorendo la diffusione della coscienza e la consapevolezza presso l’opinione pubblica di quello che facciamo quotidianamente”. “Quest’opera – ha aggiunto il capo di Stato Maggiore dell’Esercito – onora la memoria di quanti hanno sacrificato la vita o portano i segni del loro impegno sul proprio corpo”. 

Il dott. Zappia durante la presentazione del documentario ha affermato “riteniamo che una tv come la nostra abbia anche dei doveri, e cerchiamo di eseguirli facendo delle scelte: quella di andare a raccontare l’Esercito, e in un paese che fortunatamente vive in pace da molto tempo, non è facile. Siamo orgogliosi di poter avere l’opportunità di raccontare un pezzo d’ Italia così importante  che rappresenta così bene i valori di uomini e donne italiani.” 

Lungo la Blue Line è un viaggio all’interno del contingente Italiano impegnato nella missione UNIFIL sul confine tra Libano e Israele realizzato, con il supporto dell’Esercito Italiano, da Good Day Films con la regia di Andrea Bettinetti. 

In prima TV lunedì 27 aprile alle 21 su Sky Cinema Cult HD, il docu-film è il racconto del lavoro quotidiano dei militari dell’Esercito Italiano impegnati in Libano. Questa collaborazione consente di approfondire la conoscenza delle attività condotte all’estero dall’Esercito, che quotidianamente contribuisce alla sicurezza del Paese con il personale impegnato sul territorio nazionale nell’operazione “Strade Sicure”.

Storie ‘speciali’ di sacrificio e passione, come ad esempio quella del capitano Anna Chiara Rametta, sposata con un ufficiale rimasto gravemente ferito in missione a Herat, la storia del sergente Emanuele Volpe del team cinofilo  anti – esplosivo, che racconta del suo rapporto con il cane e di quanto questo sia importante per affrontare il particolare scenario operativo. E ancora, la storia e il rapporto quotidiano tra il primo maresciallo Marco Forte e il caporal maggiore scelto Michela Forte, rispettivamente padre e figlia, che si sono ritrovati quasi per caso nella stessa base.

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Fonte e immagini: Stato Maggiore dell'Esercito

Roma: il console italiano di Tiro in visita ai Granatieri di Sardegna

Roma, 20 giugno 2014 – Il Console italiano a Tiro, nel Sud del Libano, l’architetto Ahmad Seklaoui, ha fatto visita al comando brigata Granatieri di Sardegna a Roma.
Il console, ricevuto dal generale di brigata Maurizio Riccò, ha voluto evidenziare l’altissimo contributo in termini di stabilità e sicurezza che la brigata ha fornito nel corso dell’ultimo impiego in teatro operativo libanese dallo scorso novembre al mese di aprile.
Nell’occasione il diplomatico della Terra dei cedri ha evidenziato come oramai in Libano il modello italiano abbia fatto breccia nei cuori dei libanesi e che sia preso ad esempio per il prosieguo della pace e del dialogo tra e con la popolazione locale.
A questo proposito il generale Riccò ha affermato che le autorità libanesi, infatti, “hanno da anni intrapreso con il contingente italiano un rapporto diretto fatto di relazioni umane e professionali e le municipalità del Libano del Sud ricevono, nel contempo, tutto il supporto necessario in termini di aiuti alla popolazione locale, come attività di medical care, donazioni di materiale e altri interventi di cooperazione civile e militare.

In tale contesto – ha concluso il comandante Riccò – anche l’assistenza alle Forze Armate Libanesi (LAF) e il contestuale monitoraggio della Blue Line hanno permesso, nel settore del Libano del Sud a guida italiana, di favorire per le LAF un costante recupero in termini di capacità operative, addestrative e di controllo del territorio”.

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Fonte: Comando delle Forze Operative Terrestri


Libano: il 6 Genio posiziona nuovi Blue Pillar sulla blue-line tra Libano e Israele

Libano, 9 aprile 2014 – Nell’ambito dell’attività di demarcazione della Blue Line, la linea armistiziale che separa il Libano da Israele, il Comando UNIFIL di Naqoura ha assegnato alla Joint Task Force Lebanon, a guida Brigata Granatieri di Sardegna, la costruzione di tre Blue Pillar, il cui allineamento permetterà ai militari italiani di monitorare il cessate il fuoco lungo la Linea Blu nel pieno rispetto del mandato assegnato dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite.
In tale contesto, la Engineer Coy del 6° Reggimento Genio Pionieri ha terminato i lavori per la realizzazione e il posizionamento del primo Pilastro Blu (AP 184).
I genieri hanno impiegato meno di una settimana per il completamento dei lavori e, a riguardo, il comandante del Settore Ovest – Generale di Brigata Maurizio Riccò, accompagnato nell’occasione dal Tenente Colonnello Maurizio Todaro – comandante del Battaglione di Supporto alle attività operative (CS BN – Combat Support Battalion) ha voluto presenziare alla messa in posa del primo Pilastro Blu, primo non solo in termini temporali ma anche in senso assoluto per tutti i contingenti italiani che si sono alternati negli anni. 
Il Generale Riccò ha sottolineato il momento altamente significativo per tutto il contingente italiano affermando che “il lavoro e la grande professionalità di un geniere non si ferma alla realizzazione della base in cemento e della messa in posa del Blue Pillar perché con l’allineamento ora visibile dei diversi punti di riferimento, ha contribuito in maniera tangibile e duratura nel tempo a favorire l’opera del peacekeeper, arbitro imparziale del cessate il fuoco tra Libano e Israele”.

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Fonte: Esercito Italiano
Foto: © Esercito Italiano


Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione in visita al contingente italiano

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Shama (Libano), 24 febbraio 2014 – Lo scorso 21 febbraio, una delegazione dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione (ANCFARGL), ha fatto visita al contingente italiano presso la base Millevoi di Shama, sede del Comando congiunto del Settore Ovest del Libano del Sud (JTF-L, Joint Task Force Lebanon) su base Brigata Granatieri di Sardegna.

Accolto dal Comandante del Settore – Generale di Brigata Maurizio Riccò, l’Ambasciatore De Bosis, Presidente Nazionale della citata Associazione, dopo la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti, si è rivolto al personale schierato: “siamo qui per esprimere il nostro plauso, la nostra ammirazione e riconoscenza ai militari del contingente italiano di UNIFIL che svolgono il ruolo di “sentinelle di pace”, con le Forze Armate libanesi, contro la barbarie del terrorismo in questo paese.”

Tra i militari del contingente italiano e chi nel 1943, decise di difendere la Patria dall’occupazione delle truppe germaniche, esiste un legame forte. La “Granatieri di Sardegna” nelle giornate dell’8, 9 e 10 settembre 1943, sostenuta dalla popolazione, si oppose, con grande senso dell’onore, di sacrificio, di abnegazione e di valore, all’occupazione di Roma.

La visita si è poi sviluppata in una mostra statica, allestita per l’occasione nella base di Shama, per poi concludersi presso una postazione avanzata della Blue Line, presidiata dalla Task Force di manovra (ITALBATT).

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Fonte:
 contingente italiano nel Libano del sud
Foto: © Brigata Granatieri di Sardegna


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