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Esercito Italiano, da 160 anni al servizio del Paese

Roma, 4 maggio 2021 – L’Esercito Italiano celebra oggi, 4 maggio 2021, l’anniversario dei 160 anni dalla sua costituzione, rinnovando l’impegno degli uomini e delle donne della Forza Armata al servizio delle Istituzioni, per la sicurezza nazionale e internazionale, per la difesa dei cittadini e delle loro libertà.

Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda“.

Con questo provvedimento, datato 4 maggio 1861, l’allora Ministro della Guerra, Manfredo Fanti, decretava la nascita di un’Istituzione la cui storia aveva in realtà radici molto più lontane e profonde, risalenti alla data del 18 aprile 1659, quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia indisse un bando per il reclutamento di 1.200 uomini da inquadrare nell’Esercito sardo-piemontese, segnando così un passaggio cruciale dalle milizie di ventura dell’epoca a vere e proprie unità militari permanenti che fossero organismi proprio dello  Stato.

La ricorrenza odierna è stata celebrata questa mattina nel Cortile d’onore di Palazzo Esercito, con una cerimonia militare condotta in forma ristretta, in ottemperanza alle normative vigenti in materia di contenimento della pandemia, e trasmessa in diretta streaming sui canali social e istituzionali dell’Esercito.

Presenti alle celebrazioni il Ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini, il sottosegretario di Stato alla Difesa, sen. Stefania Pucciarelli, i presidenti delle Commissioni Difesa, sen. Roberta Pinotti e on. Gianluca Rizzo, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, il consigliere per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa, generale Rolando Mosca Moschini, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, altre autorità religiose, civili e militari.

Durante il suo intervento il Capo di SME ha voluto sottolineare come in tutti questi anni l’Esercito abbia contribuito alla realizzazione degli idealità di libertà, indipendenza, unità e sicurezza di tutto il Paese, agendo senza risparmio di energie e con devota fedeltà alle Istituzioni repubblicane, affrontando spesso aspre difficoltà e sacrifici: “I nostri 160 anni non sono certo un traguardo, rappresentano, piuttosto, solo un’altra tappa nella nostra storia, che l’Esercito ha vissuto al servizio e al fianco delle Istituzioni e dei cittadini, di cui è espressione e per i quali vuole essere saldo e incrollabile punto di riferimento”.

Il generale Vecciarelli ha ricordato come “Le ricorrenze, come quella odierna, devono rappresentare un momento importante per sottolineare lo sforzo compiuto, i sempre nuovi risultati conseguiti e per volgerci, allo stesso tempo, al futuro. Esse devono indurci a riflettere coerentemente sulla nostra prioritaria ragion d’essere per consentirci di rispondere in ogni occasione, con rinnovato slancio a quanto ci viene chiesto. Oggi, come ieri, l’Esercito continua ad operare con straordinaria efficacia e incondizionato senso del dovere sia nell’ambito dei propri compiti istituzionali che in contesti interforze, inter-agenzia e multinazionali, fornendo, con la sua presenza e professionalità, un apporto determinante all’assolvimento delle numerose missioni che ci vedono impegnati al servizio dello Stato”

“Oggi possiamo orgogliosamente festeggiare il nostro Esercito”, ha detto il Ministro della Difesa Guerini, “Innanzitutto, per l’altissimo grado di consenso che esso è riuscito a conseguire in maniera trasversale tra tutti gli italiani, che apprezzano l’instancabile impegno dei nostri militari nel tutelare la sicurezza, in concorso con le Forze dell’Ordine, nel quadro di operazioni quali “Strade Sicure”;  o che hanno visto i nostri militari mettere in campo una vasta gamma di peculiari capacità, dimostratesi in molti casi indispensabili per fronteggiare le  calamità che hanno negli anni colpito il Paese; lo straordinario dispositivo sanitario, operativo e logistico schierato, unitamente alle altre Forze Armate, per contrastare la pandemia da COVID-19, dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria fino alle più recenti Operazioni IGEA e EOS. Possiamo festeggiare il nostro Esercito anche per il grande rispetto che si è guadagnato in ambito internazionale, sia da parte dei nostri alleati sia da parte delle popolazioni delle aree di crisi in cui le donne e gli uomini della nostra Forza Armata sono stati chiamati ad operare”.

A testimonianza del diuturno impegno degli uomini e delle donne della Forza Armata, sono state conferite, nel corso della cerimonia, delle ricompense alla Bandiera di Guerra del Corpo Sanitario dell’Esercito e al personale particolarmente distintosi per abnegazione e spirito di servizio.

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Attualmente, oltre 3.000 soldati italiani, provenienti da ogni reparto dell’area operativa o logistica dell’Esercito, sono impiegati in missioni a guida ONU, NATO e Unione Europea e operano in 15 Paesi, tra cui Iraq, Libano, Afghanistan, Kosovo, Libia, Somalia, Niger, Mali e altre e zone di crisi, con compiti che vanno dalla cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di stabilizzazione e ricostruzione, sino all’addestramento delle forze di sicurezza locali, ossia quella gamma di attività nota come Security Force Assistance (SFA).

Più di 7.000 invece sono i militari che in questo momento sono impiegati su tutto il territorio nazionale in supporto a cittadini e Istituzioni locali, in attività di concorso a seguito di pubbliche calamità e in supporto alle Forze di Polizia nel contrasto della criminalità e nella prevenzione di possibili attacchi terroristici.

L’Esercito, inoltre, in stretto coordinamento con le altre Forze Armate, è intervenuto sin dal mese di marzo 2020, allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, mettendo a disposizione capacità e mezzi necessari per la gestione e il contenimento del virus: dalle sanificazioni di locali pubblici e di culto al controllo di aree e città, sino all’allestimento di ospedali da campo.

Migliaia i militari impiegati nelle operazioni IGEA ed EOS, avviate su iniziativa del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e volte a incrementare la capacità nazionale di effettuazione, rispettivamente, di tamponi e vaccini.

Numerosi, inoltre, sono gli interventi che oggi, a seguito di eventi calamitosi, l’Esercito conduce in sinergia con la Protezione civile per il soccorso della popolazione e il ripristino della viabilità: dalle alluvioni, ai terremoti, al contrasto agli incendi boschivi, dagli interventi di bonifica di ordigni esplosivi e residuati bellici rinvenuti sul nostro territorio sino al supporto tecnico fornito da taluni reparti specialistici dell’Esercito per il funzionamento di strutture strategiche del Paese (come il Mo.SE. di Venezia).

Un impegno poliedrico quello dell’Esercito, che evidenzia la preparazione e la competenza di tutti i suoi uomini e donne e che oggi ricorda i suoi 160 anni di storia al servizio dell’Italia. L’Esercito è una Istituzione cardine del sistema Paese, fondata su una salda base etico-valoriale, vicina al cittadino e in grado di rinnovarsi e adattarsi ai repentini mutamenti degli scenari nazionali e geopolitici, una Forza Armata pronta, capace, efficiente e coesa, basata sull’elemento umano, dotata di moderni sistemi e tecnologie e, soprattutto, supportata dal consenso dei propri cittadini. 

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Fonte
: Stato Maggiore Esercito
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Anniversario Granatieri di Sardegna, 362 anni di storia per il corpo più antico dell’Esercito Italiano

Roma, 18 aprile 2021 – Con una lettera di auguri il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino ricorda oggi l’anniversario della costituzione dei Granatieri di Sardegna, 362 anni di storia iniziati dal duca Carlo Emanuele di Savoia.

Nessuna cerimonia in ottemperanza delle normative vigenti per il contenimento della diffusione del contagio da SARS-Cov-2.

Grande partecipazione però sui social tra gli appartenenti all’Associazione Granatieri di Sardegna per celebrare questo importante giorno, come questa grafica di Max il Granatiere.

Come nascono i Granatieri di Sardegna

FESTA DELLA PIÙ ANTICA SPECIALITÀ DELLA FANTERIA ITALIANA

Alla metà del sec. XVII la Dinastia dei Savoia aveva signoria nel Paese da circa sette secoli e Carlo Emanuele II era quattordicesimo nella serie dei Duchi che si erano susseguiti dopo che nel 1416 l’antica Contea era stata innalzata a Ducato.
Venuto a trovarsi in un’epoca nella quale nell’intero contesto internazionale si andavano già avvertendo manovre determinate proprio dalla politica dinastica di ampliamento che tutti i principali Stati europei andavano impostando palesemente o occultamente; epoca nella quale le stesse guerre non erano più combattute dalle Chiese o dalle Nazioni come era avvenuto in passato ma dai Re.
Si imponeva quindi più che mai ai sovrani d’ogni specie e, in particolare, a quelli regnanti sugli Stati più piccoli, se non volevano rassegnarsi al destino del vaso di coccio tra i vasi di ferro, quanto meno di costituire forti ed organizzate milizie: tanto più, per quanto concerne il Ducato di Savoia, che in esso si era sempre preferito avvalersi di proprie milizie e non far uso, se non per estremo bisogno, di quelle mercenarie.
Il Duca Carlo Emanuele II, secondogenito dì Vittorio Amedeo I e di Cristina di Borbone, era nato a TORINO il 20 giugno 1634 ed era succeduto al fratello Francesco Giacinto il 14 ottobre 1638.
Era rimasto tuttavia, durante la minore età fino al 1649, sotto la reggenza della madre, per cui al momento in cui lo coglie la nostra storia governava direttamente lo Stato esattamente da dieci anni.

La fondazione dei primi Reggimenti e del “Reggimento delle Guardie” in particolare non costituirono, ad ogni modo, eventi meramente occasionali e contingenti bensì si inquadrarono nel contesto della riforma militare che Carlo Emanuele II e poi suo figlio Vittorio Amedeo II attuarono, spinti dalle necessità del Ducato determinate dal particolare assetto internazionale dell’epoca e aggravate dalla situazione nella quale il Ducato stesso era venuto a trovarsi dopo le appena trascorse gravi vicende politiche interne.
La riforma organica dell’esercito sabaudo si presentò quindi al Duca Carlo Emanuele II come primo compito da assolvere. A quell’epoca vigeva il sistema dei Reggimenti di proprietà dei Comandanti, tutti di nobili origini e di consistenti disponibilità economiche. Tali Reggimenti venivano assoldati al momento delle necessità relative ai conflitti.

Nel Ducato di Savoia – dove, come si è già accennato, si era sempre evitato di far ricorso a truppe straniere mercenarie assunte solo eccezionalmente come ausiliarie, e dove si era fatto divieto ai sudditi di arruolarsi a loro volta al soldo straniero – Emanuele Filiberto, che tale divieto aveva posto, aveva provveduto a instaurare l’obbligo del servizio militare, dicendosi certo che i suoi sudditi sarebbero stati fieri di non servire come mercenari “mais comme en leur cas propre pour la deffense et conservation de leur prince nature! et de leur propre patrie”.
La storia ha quindi inizio nell’anno 1559 con la prima grande riforma militare piemontese iniziata appunto dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia.

Il Duca, infatti, modificò “per gradi gli ordini, e per gradi intese ridare loro la perfezione cui fosse. Principiando neppur sapeva ancora con sicurezza quale dovesse essere”.

Per prima cosa dispose che era “Vietato ai sudditi suoi di militare a soldo straniero” (Duboin, Raccolta…delle leggi….emanate…sino all’8 dicembre dai Sovrani della Real Casa di Savoia). Instaurò l’obbligo del servizio, e “perché fosse universalmente adempiuto, lo rese gradevole con privilegi che concesse ai descritti nei ruoli della milizia”. Costituì, quindi, non un esercito permanente, ma una milizia “solo diversa dalle antiche perché destinata anche alla guerra in campo, e a questa apparecchiata con giusto addestramento e buon ordine di comandanti”. Tale milizia viveva in guarnigioni e prestava servizio agli ordini di Capitani, Castellani o Governatori nominati dal Sovrano, che aveva affidato tutta l’organizzazione ad un certo Giovanni Antonio Levo, detto Sergente Maggiore Generale della fanteria piemontese.

In periodo successivo detta milizia fu divisa in Colonnellati. Il Colonnellato era una Unità militare simile al Reggimento. Il suo ordinamento prevedeva una forza pari a quattro/sei Compagnie – di circa 400 uomini ciascuna -, divise in quattro Centurie, a loro volta suddivise in quattro Squadre. Il personale, non volontario, in tempo di pace, era radunato per Squadre per svolgere addestramento nei villaggi di residenza nei giorni festivi, e nella pienezza di organico, dai Colonnelli almeno due volte l’anno. Si ritiene che con il nome di Colonnello venisse indicato solo il capo territoriale di più Compagnie, il comandate “tattico” di un Reggimento si chiamava invece Maestro di Campo.

La sostituzione del nome di Colonnello a quello di Maestro di Campo è del 1661 in Francia (Daniel, Histoire de la Milice Francoise) ed all’incirca nello stesso periodo in Piemonte, prova ne sia che il Millet de Challes, Comandante del Reggimento Savoia, fu chiamato sia “maestro de champ,” in una patente del 1 settembre 1659, sia Colonnello nel calcolo della paga per la soldatesca nell’anno 1660 (Camussi, Dizionario analitico delle circolari dell’azienda generale della guerra, sotto Savoia).

L’opera del Duca Emanuele Filiberto fu continuata da suo figlio Carlo Emanuele I, il quale mantenne la milizia istituita dal padre chiamandola Milizia Generale e stabilì che non potesse essere impiegata fuori della Provincia di residenza.Contemporaneamente istituì una Milizia Reale di 18.000 uomini, tratta dalla Milizia Generale e “disponibile al Principe dovunque occorresse per far guerra”.

Si ebbe così una specie di Milizia Mobile distinta dalla Milizia Territoriale.

Vittorio Amedeo I, succeduto al padre Carlo Emanuele I, conservò gli ordini militari lasciatigli dal padre. Alla sua prematura morte, successe Francesco Giacinto.
La reggenza di Madama Reale (madre di Vittorio), che gli succedette a causa dell’immatura morte, fu funestata dalle discordie e dalle lotte interne, e si vide “discogliersi” la Milizia, scissa tra le fazioni opposte, che si combattevano.
Ma fu il Duca Carlo Emanuele II, una volta salito al trono, che ripristinò le Milizie ricostituendo la Milizia Reale e la Milizia Generale.

Una sequenza di immagini che racconta un po' la storia dei Granatieri

Inizialmente furono scelti i migliori Comandanti e i migliori gregari e fu fondato il Battaglione di Piemonte, forte di 6.180 uomini, divisi in 12 Reggimenti, di otto Compagnie ciascuno. Detta milizia era chiamata alle armi soltanto per esigenze di guerra.
In tempo di pace occorrendo truppe necessarie per mantenere l’ordine interno e per vigilare e presidiare le fortezze, il Duca stipendiò un certo numero di Reggimenti, della cui “levata” e del relativo “mantenimento” assunsero l’onere alcuni nobili piemontesi o ricchi stranieri, di gradimento del Sovrano.
Stando al Dizionario Analitico di Eugenio Camussi, i primi Reggimenti di Fanteria o Colonnellati che esistevano all’epoca della rivista passata il 30 luglio 1659, erano: Marolles, Servantes, Livorno, Nasino, Gumittieres, Catalano, Lobella, Lullino, San Damiano, Malabaila, Bellino.
La riforma iniziata nel 1659, fu ultimata soltanto nel 1664. Il Reggimento delle Guardie fu “levato” il 18 aprile del 1659.

(testo del Granatiere Generale Ernesto Bonelli)

Spigolatura

Il 18 aprile 1923, 264° anniversario della costituzione del Corpo, i Granatieri festeggiarono l’evento con la “festa del tetto” raggiunto durante la costruzione del nostro Museo. Due compagnie di Granatieri vi salirono sopra e brindarono al compleanno.

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Il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito compie 40 anni (video)

Roma, 9 ottobre 2020 – Il Corpo degli Ingegneri compie oggi 40 anni. Venne costituito il 9 ottobre 1980 a seguito dell’unificazione dei preesistenti Servizi Tecnici delle diverse Armi e ora è impegnato più che mai sui progetti ad alta valenza tecnologica e sulle sfide che è chiamato ad affrontare per omologare e fornire mezzi, materiali e sistemi d’arma che rispondano appieno alle attuali esigenze operative della Forza Armata.

Il Corpo ora ricopre un ruolo fondamentale nel processo di miglioramento costante dell’Esercito effettuando studi scientifici e tecnici, sviluppando regolamentazioni per la manutenzione, l’uso e la riparazione di mezzi e materiali, nonché progettando e collaudando immobili e infrastrutture, rappresentando una risorsa insostituibile.

Orgogliosi eredi delle tradizioni e dei servizi tecnici dell’Esercito, gli ufficiali ingegneri contribuiscono in maniera decisiva al costante rinnovamento della Forza Armata generando innovativi e virtuosi processi di sviluppo in stretta sinergia con il mondo accademico e dell’industria.

Il loro prezioso lavoro è stato particolarmente apprezzato anche durante l’emergenza Covid-19, quando alcuni ufficiali ingegneri sono stati impiegati in una azienda italiana per potenziare la produzione di respiratori polmonari, destinati ai reparti di terapia intensiva nel momento di maggior bisogno.

Il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito comprende ufficiali laureati in un’ampia gamma di discipline tecnico – scientifiche provenienti da corsi di laurea di durata quadriennale e quinquennale, impiegati in diverse articolazioni della Difesa, essi assolvono ai propri compiti istituzionali presso le Direzioni Tecniche (TERRARM, GENIODIFE, ARMAEREO, TELEDIFE e NAVARM), gli organi centrali, i Poli di Mantenimento (Roma, Terni, Piacenza e Nola), gli Stabilimenti, il Centro Polifunzionale di Sperimentazione (CEPOLISPE), il Centro Logistico Interforze NBC (CETLI NBC), gli Uffici Tecnici Territoriali (Torino e Nettuno), gli Stabilimenti dell’Agenzia Industrie Difesa.

Ufficiali brillanti e sempre pronti a mettere al servizio del Paese la loro competenza e professionalità, in qualsiasi circostanza, gli Ufficiali del Corpo degli Ingegneri dell’Esercito, contraddistinti dall’elmo di Minerva sulle loro mostreggiature, rappresentano una preziosa risorsa per tutto il nostro Paese.

Nel video augurale agli Ufficiali del Corpo, il tenente generale ing. Paolo Giovannini, direttore degli armamenti terrestri e capo del corpo degli ingegneri dell’Esercito ricorda i programmi di sviluppo e potenziamento quali “l’ammodernamento del carro Ariete, la sperimentazione delle nuove piattaforme VTLM2 e VBM, l’acquisizione di sistemi ed equipaggiamenti con il programma Soldato Sicuro, lo sviluppo e l’ammodernamento di munizionamento di vario calibro”

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L’Esercito Italiano compie 159 anni, discorso agli italiani del capo di SME, generale Salvatore Farina (video)

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Roma, 04 maggio 2020 – Dal 1861 l’Esercito Italiano è orgoglioso di servire il Paese con lo stesso spirito e gli stessi valori di sempre, ma oggi in emergenza Covid nessuna parata oggi, nessuno schieramento per celebrare il 159 l’anniversario della Costituzione dell’Esercito Italiano.

L’Esercito conta oggi circa 2.750 militari schierati in importanti missioni internazionali in oltre 15 Paesi tra cui Iraq, Libano, Afghanistan, Kosovo, Libia, Somalia, Niger, Mali e altre missioni internazionali con compiti che vanno dalla cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di stabilizzazione e ricostruzione, fino all’addestramento delle forze di sicurezza locali, ossia quella settore di attività noto come Security Force Assistance (SFA).

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I soldati impegnati in Italia nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure” sono invece stati incrementati a circa 7.200 che, in concorso alle Forze dell’Ordine per il presidio del territorio, attraverso idonee rimodulazioni del dispositivo, sono stati destinati anche a garantire il rispetto delle norme poste in essere dalle autorità governative, per contenere la diffusione del Covid 19.

La storia del nostro Esercito, pur avendo radici molto più lontane e profonde nel tempo, iniziava il 4 maggio 1861 data in cui un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dell’Armata Sarda e la nascita dell’Esercito Italiano. Il contributo dato da tutti gli italiani che hanno avuto l’onore di servire il proprio Paese con l’uniforme dell’Esercito è incommensurabile e continua anche oggi in questo delicato periodo, che vede la Forza Armata schierata in prima linea al fine di contenere la diffusione del Covid-19.

Schermata 2020-05-04 alle 17.06.06Non potendo onorare questa data con nessuna cerimonia, in ottemperanza alle vigenti disposizioni di legge, in un video messaggio diffuso sui canali social come Facebook, YouTube, Instagram, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina rivolgendosi a tutti gli italiani ha affermato: “Noi soldati, donne e uomini dell’Esercito, siamo veramente orgogliosi di servire il nostro Paese; l’Esercito c’è oggi, ci è stato in passato, e ci sarà sempre, per voi e insieme a voi”.

Durante il suo intervento il cenerale Farina ha voluto sottolineare come in tutti questi anni i valori di amor di Patria, di responsabilità, di altruismo, di giustizia e di libertà trasmessi da chi ci ha preceduto siano rimasti intatti nel tempo e siano patrimonio anche dei soldati di oggi che compiono il loro quotidiano dovere in Italia e all’estero.

(Un omaggio social della banda dell’Esercito)

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Un impegno poliedrico dell’Esercito, che evidenzia una eccezionale preparazione e competenza di tutti i suoi uomini e donne che, attraverso una formazione improntata allo spirito di sacrificio e alla dedizione per il proprio lavoro, forniscono allo Strumento Militare Terrestre, sia avanzate capacità di combattimento sul terreno, sia straordinarie possibilità di intervento, in Patria o all’estero, in situazioni emergenziali e di pubblica utilità.

Una presenza rassicurante, richiesta a gran voce da tutti i cittadini e dagli amministratori locali, soprattutto in questo particolare momento che vede l’Esercito impiegato su vari fronti come la sanificazione e igienizzazione di edifici pubblici, residenze sanitarie assistenziali e strade di vari comuni d’Italia, un contributo che non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato una preparazione e un addestramento costante nel tempo.

Continua anche il piano di trasporto multimodale effettuato, in supporto alla Protezione Civile Nazionale, per la distribuzione, non solo di materiale sanitario e dispositivi di protezione individuale ma anche di generi alimentari in favore dei cittadini più bisognosi. Un momento di difficoltà che sta evidenziando le particolari doti di altruismo e generosità dei soldati dell’Esercito che, con spiccata iniziativa si sono mobilitati per la raccolta di materiali e generi alimentari evidenziando un fortissimo senso civico che li contraddistingue.

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Un prezioso contributo è dato in questa emergenza, soprattutto dai circa 200, con punte massime di impiego fino a 260, tra medici e infermieri dell’Esercito, che operano costantemente in varie strutture militari e civili d’Italia, per alleviare il peso della pandemia sulle aziende sanitarie locali. A tal fine è stato da poco inaugurato presso il Policlinico militare Celio di Roma un’importante struttura Covid-Hospital realizzata grazie al pregevole contributo dei nostri soldati dell’Arma del Genio.

L’Esercito, che oggi ricorda i suoi 159 anni di storia al servizio dell’Italia, è una Istituzione cardine del sistema Paese, fondato su una salda base etico-valoriale, vicina al cittadino e in grado di rinnovarsi e adattarsi ai repentini mutamenti degli scenari di riferimento, una Forza Armata sempre pronta, capace, efficiente e coesa, basata sull’elemento umano e supportata da moderni sistemi e tecnologie. Mai come in questo momento il nostro grazie a tutti i soldati dell’Esercito Italiano!

 L’Esercito c’è oggi, c’è stato in passato, e ci sarà sempre, per voi e insieme a voi! 

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Cerimonia di apertura del museo storico dei bersaglieri nel 183 anniversario della loro costituzione

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Roma, 19 giugno 2019 – Il Museo storico dei Bersaglieri di Roma a Porta Pia, ha riaperto le sue sale al pubblico con una doppia cerimonia. Il giorno della riapertura ha coinciso con il 183 anniversario dalla costituzione della specialità dei Bersaglieri.

La mattina si è tenuta una cerimonia ufficiale alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale di corpo d’armata Salvatore Farina, dell’onorevole Enrico Stefano presidente dell’assemblea capitolina in rappresentanza della sindaca di Roma Virginia Raggi, del comandante militare della capitale generale di corpo d’armata Agostino Biancafarina, del direttore del museo tenente colonnello Pietro Zoccolini, del presidente di Assoarma generale Mario Buscemi, del segretario del’ANB Enrico Verzari in rappresentanza del presidente nazionale ANB e del presidente del comitato organizzatore “Roma 2020 – 150° Anniversario di Porta Pia” generale di brigata Nunzio Paolucci, ed autorita cilivili e militari in rappresentanza di altri reparti.

La significativa cerimonia si è svolta nel cortile dell’edificio michelangiolesco, dove hanno preso la parola alcune delle autorità presenti. Il capo di SME e il segretario generale dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri hanno sottolineato l’importanza della riapertura sia per il suo valore storico che per la sua grande testimonianza da proporre alle nuove generazioni.

E’ seguito un breve concerto della Fanfara Bersaglieri “Nulli Secundus” della Sezione ANB di Roma Capitale guidata dal capo fanfara Silvano Curci.

La storia nazionale unitamente a quella dei bersaglieri rivive tra i cimeli, i materiali e la documentazione che nel tempo i fanti piumati hanno saputo raccogliere e custodire gelosamente nel loro museo, che il direttore del museo tenente colonnello Pietro Zoccolini ha illustrato agli ospiti e autorità presenti.

La sera il museo è stato aperto ufficialmente alla cittadinanza che con grande calore ha ascoltato il concerto della fanfara Nulli Secundus.

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I Granatieri di Sardegna, la più antica specialità d’arma dell’Esercito, hanno compiuto 360 anni

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Roma, 30 aprile 2019 – I Granatieri di Sardegna hanno compiuto 360 anni. Una cerimonia si è svolta nei giorni scorsi nella caserma “Gandin” di Roma per celebrare l’anniversario. Presenti all’evento il decano dei Granatieri di Sardegna e presidente del Centro Alti Studi della Difesa (CASD), generale di corpo d’armata Massimiliano del Casale, il comandante della brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna, generale di brigata Diego Fulco, delle associazioni combattentistiche e d’arma e di autorità civili e militari, la cerimonia per la ricorrenza del 360° anniversario della fondazione dei Granatieri di Sardegna, .

L’evento ha visto la Brigata schierarsi con una rappresentanza di alcuni dei suoi reparti: il 1° reggimento Granatieri di Sardegna, il 2° battaglione Granatieri “Cengio” e il Reparto Comando e Supporti Tattici.

Il generale Fulco, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come i granatieri abbiano dato in ogni fase della storia d’Italia il loro importante contributo, dalle guerre d’indipendenza alle due guerre mondiali, passando per la Somalia, l’Albania, il Kosovo, il Libano e l’Afghanistan, fino ad arrivare all’impiego sulla città di Roma nell’operazione “Strade Sicure” per il presidio del territorio e alle attività di supporto alle popolazioni colpite da calamità naturali come il recente terremoto che ha colpito, nel 2016, il centro Italia.

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Nel corso della celebrazione, i Granatieri del 1° Reggimento hanno dato vita ad una rievocazione storica, sfilando in uniformi d’epoca, per ricordare i principali fatti avvenuti nei 360 anni di storia. Successivamente, in un ideale trascorso storico, è stata condotta un’attività  tattica dimostrativa della capacità combat acquisita dai granatieri. A seguire, tre team hanno  svolto  degli esercizi del metodo di combattimento militare (M.C.M.), importante tassello dell’addestramento del singolo combattente nel corpo a corpo.

La specialità  granatieri affonda le sue origini nel 1659, allorquando il Duca di Savoia Carlo Emanuele II, nell’ambito di un’ampia riforma del suo Esercito, diede vita al primo esempio di Esercito permanente con la fondazione, il 18 aprile dello stesso anno, del Reggimento Guardie; da allora, i granatieri hanno preso parte a tutti i più  importanti fatti d’arme, dal periodo pre-unitario quando concorsero all’unificazione d’Italia, alle due guerre mondiali per finire ai giorni nostri dove i bianchi alamari prendono parte alle missioni nei vari teatri d’operazione all’estero ed hanno contribuito alle Homeland Security Operation attraverso il presidio del territorio congiuntamente con le Forze di Polizia sulla delicata piazza di Roma nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”.

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Fonte: Stato Maggiore Esercito
Immagini: Monica Palermo
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Il Comando Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale compie 50 anni, una moneta e un francobollo per celebrare l’anniversario

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Roma, 30 aprile 2019 – Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) ha compiuto 50 anni. 

L’anniversario è stato celebrato ieri nella Sala Museo dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, Angelo Tofalo, che, durante il suo discorso, ha sottolineato che quella di ieri è stata “una importante cerimonia per riconoscere le straordinarie competenze e le capacità delle donne e degli uomini di questa nicchia d’eccellenza, fiore all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri.

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Il sottosegretario Tofalo elogiando poi i militari ha rimarcato che: “la loro professionalità è grande motivo di orgoglio per la Difesa e per tutto il Paese. Un impegno quotidiano che da cinquant’anni è a salvaguardia del nostro meraviglioso e unico patrimonio culturale”.

Per l’occasione sono stati presentati la moneta e il francobollo commemorativi, realizzati congiuntamente all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, all’Amministrazione Postale d’Italia, alla Città del Vaticano e al Sovrano Militare Ordine di Malta.

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Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Gianluca Vacca, il comandante delle Unità Mobili Specializzate, generale di corpo d’armata Riccardo Amato, il presidente di Poste Italiane S.p.A, dott.ssa Bianca Maria Farina, il dott. Paolo Aielli dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e i rappresentanti dello Stato del Vaticano e del Sovrano militare ordine di Malta.

L’Italia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato. Infatti, il Comando Carabinieri TPC – istituito nel 1969 – ha preceduto di un anno la Convenzione Unesco di Parigi del 1970 che stimolava gli Stati membri ad adottare opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato.

Inoltre, grazie alla “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando Carabinieri TPC per conto del MiBAC, ci sono circa 6 milioni di opere registrate a disposizione di tutte le polizie del mondo.

A livello internazionale nel 2015 i Carabinieri TPC sono diventati il fulcro dell’iniziativa UNESCO denominata “caschi blu della cultura”: una task force nata su iniziativa italiana per dare una risposta agli attacchi nei confronti del patrimonio culturale di popoli e nazioni ad opera di gruppi estremisti di ispirazione religiosa.

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La Polizia a piazza don Bosco a Roma con stand, manifestazioni sportive e alle 18,30 un concerto della fanfara a cavallo

 

cani con conduttoriRoma, 14 aprile 2019 – La Polizia di Stato nell’ambito delle celebrazioni del 167 anniversario ha organizzato una giornata dedicata alla cittadinanza con stand e dimostrazioni operative a Piazza Don Bosco a Roma.

In mattina è stato possibile donare il sangue, che grazie al lavoro dell’Associazione Donatori Nati e alla solidarietà dei poliziotti e dei cittadini, consente di salvare moltissime vite umane.

Per tutta la giornata si alternano le esibizioni degli atleti delle Fiamme Oro di karate – pugilato – scherma con la presenza di Valentina Vezzali, le dimostrazioni delle unità cinofile e degli artificieri e i concerti della Fanfara.

Presso gli stand i poliziotti danno informazioni sui servizi al cittadino, sui passaporti, sulle modalità per presentare denunce.

Nello stand della Direzione Centrale di Sanità e dell’Ufficio Sanitario della Questura sono presenti i  medici della Polizia di Stato che hanno scelto di mettere la loro professionalità al servizio dei cittadini per poter effettuare alcuni accertamenti clinici, come la misurazione della massa corporea, il cardio check, per l´assetto lipidico-glicemico e la misurazione della pressione; i poliziotti della Polizia Scientifica raccontano i segreti del loro lavoro sulla scena del crimine, illustrando le varie tecniche di rilievi tecnici e fotografici, ma anche le attività di analisi degli stupefacenti; la Polizia Stradale è presente con la  Lamborghini Huracan; la Polizia Postale e delle Comunicazioni con i cyber-poliziotti mostrano le potenzialità, ma anche i pericoli della navigazione in rete.

La Polizia Ferroviaria illustra il progetto di educazione alla legalità, denominato “train…to be cool”, diretto agli studenti per sensibilizzarli al rispetto delle regole e a un comportamento corretto nelle stazioni e sui treni  e per i più piccoli giochi e quiz, sulla sicurezza ferroviaria, con il rilascio dell’attestato “train…to be cool”.

La Polizia delle Frontiere e degli Stranieri espone le apparecchiature e le tecnologie utilizzate dagli uffici di frontiera, nei porti e negli aeroporti nazionali, per la verifica delle contraffazioni / falsificazioni dei documenti di viaggio. Sotto la guida dei poliziotti ci si potrà cimentare nell´utilizzo di queste tecnologie per l´individuazione dei falsi documentali. 

Alle 18.30, a chiusura della giornata di eventi, ci sarà il concerto della Fanfara a cavallo.

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Fonte e immagini: Polizia di Stato
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La Polizia di Stato celebra il 176° anniversario

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Roma, 10 marzo 2019 – La Polizia di Stato celebra il 167° anniversario della Polizia di Stato dalla fondazione. Location dell’evento la spettacolare terrazza del Pincio di Roma alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

Durante la cerimonia sono state consegnate le onorificenze e le ricompense ai poliziotti caduti in servizio, a quelli che hanno portato a termine importanti attività operative, e agli sportivi olimpici del Gruppo Fiamme Oro che hanno conseguito importanti risultati sportivi nel corso dell’anno.

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Medaglia d’oro al merito civile è stata consegnata alla bandiera della Polizia di Stato con questa motivazione: “Alle donne e agli uomini delle Digos e della Polizia di prevenzione che con eccezionale valore e senso del dovere, spinto anche alle estreme conseguenze, hanno profuso ogni energia nella lotta a qualunque forma di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, per la strenua difesa dei valori e delle istituzioni della Repubblica”.

L’evento è stato visto in diretta sull’account Facebook “Polizia di Stato” e sul sito istituzionale www.poliziadistato.it. Inoltre, sarà è stato possibile seguirlo anche attraverso il live twitting dall’account @poliziadistato, con l’hashtag #AnniversarioPolizia, nonché nelle stories dell’account Instagram “poliziadistato_officialpage”.

Infine, come di consueto, al Quirinale, alle ore 16.00, si terrà il suggestivo cambio della guardia con lo squadrone a cavallo in uniforme storico-risorgimentale e la Banda della Polizia di Stato, che eseguirà un concerto con alcuni dei brani più significativi del repertorio istituzionale.

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Fonte e immagini: Polizia di Stato
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L’Aviazione dell’Esercito compie 67 anni

Onori allo Stendardo del Centro Addestrativo dell'Aviazione dell'Esercito

Viterbo 10 maggio 2018 – Si è celebrato ieri il 67° anniversario della costituzione dell’Aviazione dell’Esercito (AVES), nata nel 1951 con lo scopo di consentire alla Forza Armata di concepire, organizzare e condurre operazioni terrestri nella terza dimensione. Alla cerimonia, che si è svolta all’interno dell’hangar del 28° gruppo squadroni “Tucano” nell’aeroporto militare “Fabbri”, ha partecipato il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, accompagnato dal comandante delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo Esercito, generale di corpo d’armata Federico Bonato e le autorità civili, militari e religiose della città e della provincia di Viterbo unitamente ai labari e le associazioni combattentistiche e d’arma.

Prima della cerimonia, il comandante dell’Aviazione dell’Esercito, generale di brigata Paolo Riccò, accompagnato dai vertici dell’associazione nazionale e dai rappresentanti della città e della provincia viterbese, ha deposto una corona di alloro al monumento ai caduti dell’AVES in Largo Caduti Aviazione dell’Esercito, per onorare la memoria di quanti, nell’adempimento del proprio dovere, hanno donato la vita alla Patria.

Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Generale di Corpo d'Armata Salvatore FARINA saluta lo Stendardo 1

In 67 anni di storia, ovunque l’AVES sia stata impiegata, ha disegnato un percorso evolutivo basato  su un unico filo conduttore: la passione per il proprio lavoro.

Concetto enfatizzato dalle parole del generale di brigata Paolo Riccò che, ringraziando tutti gli uomini e le donne della Specialità, ha posto l’accento sui passi compiuti durante questo anno di comando durante il quale, i baschi azzurri, si sono sempre dimostrati aderenti nel rispondere alle mutevoli esigenze d’impiego, mantenendo sempre alti i propri standard operativi, grazie all’addestramento svolto nelle molteplici esercitazioni con scenari nazionali e internazionali e alla preparazione e professionalità dei propri militari.

In un contesto dove l’Aviazione dell’Esercito si prefigura quale “importante pedina operativa della Forza Armata e della Difesa”, sempre pronta e in prima linea sia nelle attività e operazioni sul territorio nazionale sia in quelle internazionali, è doveroso porre l’accento sull’impiego “duale” che ha coinvolto i diversi assetti della Specialità su più fronti: dalla campagna antincendi per circa 350 ore di volo, al trasporto sanitario d’urgenza, dall’impiego di unità a supporto dell’Operazione “Strade Sicure”, ai più recenti interventi a favore della comunità come lo scorso gennaio in Val Venosta dove gli elicotteri dell’Esercito sono stati impiegati per portare in salvo 70 turisti rimasti bloccati dalle valanghe.

Allocuzione del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Generale di Corpo d'Armata Salvatore FARINA 2

A dare alla cerimonia una nota di maggiore solennità, anche le parole del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che ha voluto congratularsi con il personale dell’Aviazione dell’Esercito per la passione, lo spirito di corpo che contraddistinguono la più giovane Specialità tra le Armi dell’Esercito.

“Giorno dopo giorno, sono cresciute le capacità dell’AVES per merito di tutti voi che ci lavorate oggi e di quelli che vi hanno preceduto in un segno di continuità che caratterizza ed è la forza dell’Esercito Italiano. L’Aviazione dell’Esercito ha una chiara attitudine all’impiego duale che le permette di operare in ogni contesto operativo e a supporto della popolazione. L’AVES è una realtà moderna e all’avanguardia, unica, che vive e opera da sempre in contesti tecnologicamente avanzati, multiarma, interforze e internazionali.”

Al termine della cerimonia, gli ospiti presenti hanno potuto visitare una mostra statica dei principali mezzi (aerei ed elicotteri) in uso nella Forza Armata.

Mostra statica

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Fonte e immagini: Stato Maggiore Esercito
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