Conclusa la LAMPO 23, esercitazione di non combatant evacuation collegata alla Joint Stars 23

Aerosoccorritori pronti a entrare in azione durante l’operazione

Capo San Lorenzo, 13 maggio 2023 – L’esercitazione “Lampo 23″ l’attività della Difesa che si è appena conclusa in Sardegna, nella località di Capo San Lorenzo, ha visto impegnato l’Italian Joint Force Headquarters (JFHQ), Comando ad alta prontezza operativa a disposizione del COVI, in una simulazione di evacuazione di connazionali da un’area di crisi.

La Lampo 23 è una esercitazione collegata alla Joint Stars 2023 – avviata lo scorso 8 maggio – pianificata e diretta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).

La non-combatant evacuation operation, svolta a ridosso della costa sarda, è stata concepita per incrementare la capacità di pianificare e condurre, in tempi ristretti, un’operazione di recupero di connazionali che versano in stato di pericolo in territorio straniero.

Lo svolgimento dell’esercitazione

Un’aliquota di personale è stata imbarcata a bordo della nave anfibia “San Giusto” della Marina Militare, impiegata come “base operativa avanzata”. Mezzi da sbarco con a bordo militari del Reggimento Lagunari “Serenissima” dell’Esercito Italiano e della Brigata Marina “San Marco”, hanno quindi raggiunto la costa.

A terra hanno  recuperato i connazionali e li hanno condotti dal punto di evacuazione a bordo dell’unità navale, per essere sottoposti ai controlli e allo screening sanitario. Nave “San Giusto” ha poi fatto rotta verso il porto di Cagliari dove i connazionali sono stati imbarcati su un C-130 dell’Aeronautica Militare con destinazione Roma.

Non sfuggirà come questo tipo di esercitazioni“, ha indicato il generale di brigata Giuseppe Faraglia, comandante dell’Italian Joint Force Headquarters (JFHQ) , “siano importanti in virtù di quanto è stato realmente portato a termine recentemente per l’evacuazione del personale civile dal Sudan.”

La Lampo 23, all’interno dello scenario della Joint Stars 23, è stata l’occasione per addestrare congiuntamente personale del COVI, dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare, condividendo risorse, massimizzando interoperabilità e sinergie tra gli assetti della Difesa, affinando le capacità d’intervento delle Forze Armate con un’impronta sempre più marcatamente interforze.

L’Italian Joint Force Headquarters

L’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFHQ) è un Comando interforze ad alta prontezza operativa, rapidamente schierabile, in grado di immettersi con breve preavviso nelle aree di crisi in tutto il mondo e di assumere le funzioni di comando e controllo degli assetti terrestri, marittimi e aerei resi disponibili per l’assolvimento di una missione.

Il Comando è dotato di personale altamente specializzato e contraddistinto da una struttura organizzativa flessibile e snella. È stato costituito nel febbraio del 2007 al fine di concretizzare gli obiettivi stabiliti dal Concetto Strategico della Difesa. La sua istituzione, in linea con le iniziative intraprese dai Paesi leader della NATO e dell’Unione Europea dotati di organizzazioni simili, ha contribuito a collocare l’Italia in una posizione di primo piano nell’ambito dello scenario internazionale.

Il JFHQ è stato recentemente impiegato in Sudan, nell’ambito dell’operazione di evacuazione degli italiani dal Karthoum avviata e conclusa con successo lo scorso 24 aprile.

In precedenza, è stato impiegato anche in occasione:

  • della crisi in Georgia nel 2008,
  • del sisma che ha colpito l’Abruzzo nel 2009,
  • delle emergenze di Haiti nel 2010,
  • della Costa d’Avorio e della Libia nel 2011,
  • nelle Filippine nel 2013.

Ha inoltre effettuato attività di evacuazione di connazionali:

  • dal Sud Sudan (2013),
  • dalla Libia (2014 e 2015),
  • dal Nepal (2015);

e ha inoltre:

  • preso parte alla fase iniziale della missione “Prima Parthica” in Iraq (2014/15).

Ha aperto:

  • la missione “Ippocrate” in Libia (2016),
  • la Missione Bilaterale di Supporto in Niger (2018)

ed è stato schierato a Kabul l’estate scorsa per la fase condotta dell’operazione “Aquila Omnia”.

L’attendamento allestito dal Joint Force Headquarters per un primo screening del personale evacuato

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Fonte e immagini: COVI


La Polizia Postale compie 25 anni, un nuovo logo e nuove prospettive contro la criminalità informatica

Roma, 12 maggio 2023 – La Polizia di Stato l’11 maggio ha celebrato il 25° anniversario dell’istituzione del servizio Polizia Postale, con un evento si è svolto a La Lanterna Rome. Un evento che ha visto coinvolti, in una tavola rotonda moderata dal giornalista del Tg1 Alessio Zucchini, il capo della Polizia Lamberto Giannini, il direttore del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Elisabetta Belloni, il direttore generale dell’Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) Bruno Frattasi, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno Emanuele Prisco, delegato dal Presidente del Consiglio dei ministri.

La Polizia Postale oggi si trova al centro di un processo strategico di rilancio ed evoluzione con la creazione, a livello centrale, di una Direzione Centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica e, sul territorio, grazie al superamento delle precedenti articolazioni compartimentali, potenziate e trasformate in 18 Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica (COSC), di livello regionale, ed 82 Sezioni Operative per la Sicurezza Cibernetica (SOCS) a livello provinciale.

Ad aprire la tavola rotonda un video sulla sensibilizzazione dei pericoli della rete rivolto soprattutto ai minori.

A seguire l’intervento del giornalista e divulgatore scientifico Alberto Angela, che ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dagli specialisti della Polizia postale soprattutto a tutela dei minori, informandoli sui rischi della rete, e degli anziani.

Il capo della Polizia Giannini, nel suo intervento, ha sottolineato “Sin dal 1998 la Polizia postale, e quindi la Polizia di Stato, ha sempre adempiuto al mandato di essere vicino alle persone ed è per questo che noi stiamo cercando di esserelo stando al passo con i tempi. A breve entrerà in funzione una nuova Direzione che unirà le competenze della Polizia scientifica con quelle della Polizia postale con cui andremo verso nuove frontiere sempre con lo stesso obiettivo: tutelare il cittadino in tutte le declinazioni, partendo dai più fragili, i più indifesi, i bambini, fino ad arrivare alle aziende, che possono essere vittime di attacchi hacker. Il nostro obiettivo è quello di esserci sempre, facendolo insieme come sistema di sicurezza del Paese”.

Questa per Lamberto Giannini è stata la sua ultima uscita da Capo della Polizia, essendo stato nominato dal Consiglio dei ministri nuovo prefetto di Roma, che subito dopo la comunicazione ai partecipanti ha ricevuto un grande applauso.

Con la celebrazione del 25 anniversario un nuovo logo della Polizia Postale che accanto al recupero della tradizione, con il richiamo allo storico rapporto con Poste Italiane, pone sullo sfondo la rete degli Uffici a tutela del territorio e quindi, soprattutto dei cittadini.

Elemento imprescindibile dell’attività della Specialità è la protezione dei cittadini, dal momento che qualsiasi attività umana assume oggi profili “cibernetici”, tanto più significativa quando si rivolge ai più vulnerabili, i minori. 

La protezione dei più piccoli sin dal 1998, anno di avvio della nuova mission della Postale, è centrale nell’attività oggi affidata al Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On line che coordina le indagini dei settori specializzati istituiti all’interno dei COSC. 

L’istituzione poi dei Nuclei Operativi per la Sicurezza Cibernetica (NOSC), emanazione a livello territoriale del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) con il quale operano in stretto raccordo, chiude idealmente un cerchio, completando quel disegno di capillarità e prossimità che consente di costruire la rete di protezione cibernetica a beneficio dell’intero Sistema-Paese, con riguardo sia ai maggiori erogatori dei servizi strategici, sia agli operatori dei servizi locali, delle piccole e medie imprese e delle pubbliche amministrazioni territoriali, attori di un unico circuito partenariale di collaborazione informativa ed assistenza operativa. 

Tale rinnovato impegno si riflette nel nuovo logo della Postale che, accanto al recupero della tradizione, con il richiamo allo storico rapporto con Poste Italiane, pone sullo sfondo la rete degli Uffici a tutela del Paese e quindi dei cittadini.

Nuova linfa all’azione di contrasto al cybercrime e alla capacità di analisi criminale dei fenomeni deriva infine dal crescente sviluppo delle iniziative di formazione, che consentono di governare la continua evoluzione tecnologica con l’impiego di investigatori sempre più specializzati, nell’ambito di una più complessa ed evoluta strategia di contrasto in grado di affrontare la minaccia cibernetica.

Storia della Polizia Postale

Il servizio Polizia Postale nacque con il decreto istitutivo del primo marzo 1998, e tra i principali compiti aveva quelli di tutelare i servizi postali e delle telecomunicazioni, reprimere i reati contro l’inviolabilità della corrispondenza, vigilare gli uffici postali, garantire servizi di scorta per le operazioni di trasporto di valori, tutelare il diritto d’autore e delle radiofrequenze, attività basate sulla carta e sulla corrispondenza. 

Poi il mondo è diventato digitale, portandosi dietro anche importanti tipologie di crimini, che oggi sono il focus della nuova polizia postale. Crimini finanziari, pedopornografia, cyberterrorismo, sono le nuove frontiere sulle quali i poliziotti della Postale si confrontano quotidianamente, affrontando un mondo in continua evoluzione, nel quale sono il principale baluardo a tutela di tutti coloro che ormai, ineluttabilmente, navigano nel web per i più disparati motivi.

L’esigenza di essere al passo con le trasformazioni della società digitale ha portato alla recente ristrutturazione della Polizia postale che sta vivendo un importante processo di rilancio ed evoluzione. A livello centrale è stata creata la Direzione centrale per la Polizia scientifica e la sicurezza cibernetica e, a livello territoriale, sono stati potenziati quelli che oggi prendono il nome di Centri operativi per la sicurezza cibernetica (Cosc), che sono 18 e con competenza regionale e le Sezioni operative per la sicurezza cibernetica, che sono 82 con competenza provinciale.

La riorganizzazione della rete territoriale mira a potenziare l’attività operativa in due settori di competenza prioritari: la lotta ai reati contro la persona commessi attraverso Internet, con particolare attenzione alla tutela dei minori online, e la protezione degli asset economico-strategici, per la quale giocano un ruolo fondamentale il Centro nazionale anticrimine per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), a livello centrale, e i Nuclei operativi per la sicurezza cibernetica (Nosc) sul territorio.

Oltre all’attività repressiva, la Polizia postale svolge anche attività di tipo preventivo-informativo. Infatti, mediante alcune campagne come “Una vita da social”, gli operatori di polizia sensibilizzano giovani e adulti sulla sicurezza dei nostri dati sul web e sull’uso consapevole della Rete, istruendoli su tematiche come il cyberbullismo o la pedopornografia.

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Immagini: ph Monica Palermo


Protocollo d’intesa tra presidenza del Consiglio dei Ministri e dipartimento Pubblica Sicurezza per il contrasto alla droga

Sottoscritto protocollo d’intesa tra il dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri e il dipartimento per la pubblica sicurezza – direzione centrale per i servizi antidroga

Roma, 10 maggio 2023 – Il Capo del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri Cons. Paolo Molinari e il Direttore Centrale per i servizi antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza generale di corpo d’armata della Guardia di Finanza Antonino Maggiore, hanno sottoscritto oggi a Roma un protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra le due Amministrazioni.

Il protocollo risponde all’esigenza di potenziare l’efficacia e l’efficienza operativa del sistema nazionale di allerta precoce. Quest’ultimo, istituito nel 2009 dal Dipartimento per le politiche antidroga, ha tra i suoi compiti principali quello di identificare nuove droghe potenzialmente dannose per la salute pubblica circolanti sul territorio nazionale e nuove modalità di consumo di sostanze stupefacenti già vietate.

Con la firma del protocollo, dopo una pluriennale fase di collaborazione in via sperimentale, viene sancita formalmente la partecipazione al Sistema del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, attraverso la Direzione Centrale per i servizi antidroga, anche in considerazione del ruolo decisivo che svolgono, in tale strumento, le informazioni provenienti dai circuiti di polizia.

L’implementazione dello SNAP, anche attraverso i dati e le informazioni relative ai sequestri di droga, consente alle Autorità sanitarie competenti di avviare con tempestività le procedure di individuazione di nuove droghe – indispensabile passaggio per l’attivazione di un’effettiva risposta sanzionatoria – e permette di diffondere in tempo reale informazioni e alert indispensabili per salvaguardare la salute dei cittadini.

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Fonte e immagini: Polizia di Stato


Joint Stars 2023, inizia la fase interagenzia

Posti medici avanzati, gestione profughi, ricerca e soccorso in mare, contrasto agli attacchi cyber e al traffico illecito: fino al 14 maggio previsti 28 eventi esercitativi

Decimomannu, 9 maggio 2023 – Inizia la fase interagenzia della Joint Stars 2023, l’esercitazione nazionale più importante della Difesa, pianificata e diretta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI). Eventi esercitativi con posti medici avanzati della Croce Rossa Italiana per soccorrere i feriti, attività mirate a contrastare il contrabbando, cyber operations, gestione sfollati, evacuazione profughi, check point per fronteggiare traffici illeciti via terra, scandagliamento dei mari da parte di assetti navali specializzati.

Questa fase terminerà il 14 maggio e vedrà ben 28 eventi esercitativi che interesseranno, oltre a reparti di Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri, anche assetti della Guardia di Finanza, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana e della Capitaneria di Porto. Lo scopo è incrementare l’integrazione e l’interoperabilità tra le componenti delle Forze Armate e le altre articolazioni dello Stato coinvolte nella gestione dell’ordine pubblico, nelle attività di contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti, nel soccorso ai profughi e nella gestione delle situazioni emergenziali. 

A Capo San Lorenzo assetti specialistici dell’Arma dei Carabinieri svolgeranno attività di Polizia di Stabilità. Nel corso di operazioni, mirate al controllo del territorio e alla ricerca di criminali, condurranno posti di controllo e perquisizioni anche con l’intervento di unità del Reparto Operativo Speciale (ROS). A Decimomannu, personale del Comando delle Operazioni Spaziali (COS), del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dell’Arma e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco seguiranno un simulato rientro in atmosfera terrestre dei resti di un razzo impiegato per immettere satelliti in orbita, intervenendo sul luogo dell’impatto per svolgere l’analisi e la decontaminazione dell’area, in una cornice di sicurezza garantita da reparti di Polizia Militare dei Carabinieri. 

Marina Militare, Guardia di Finanza e Guardia Costiera pattuglieranno le acque antistanti la città di Cagliari per un’attività complessa di contrasto al contrabbando in mare, che vedrà l’impiego iniziale del pattugliatore multiruolo “Monte Sperone” e di un ATR-72, in servizio nei reparti navali e aerei delle Fiamme Gialle. Il velivolo localizzerà un’imbarcazione sospetta al largo della costa sarda e, dopo avere acquisito i dati identificativi dei cellulari del personale a bordo, allerterà via radio le unità navali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera disponibili in zona, che avranno il compito di abbordare il natante sospetto e scortare a terra i componenti dell’equipaggio per i successivi adempimenti di polizia giudiziaria. 

La Croce Rossa Italiana partecipa all’esercitazione con un Posto Medico Avanzato, che sarà in azione per attività di primo soccorso e screening sanitario e triage anti-COVID di personale soccorso in mare. In particolare, si simulerà l’avvistamento, a circa 15 miglia nautiche dalla costa, di alcuni barconi in condizioni di precaria stabilità, uno dei quali si capovolgerà. Motovedette veloci della Guardia Costiera e delle Fiamme Gialle, con a bordo team sanitari della Croce Rossa, si dirigeranno alla massima velocità sul luogo dell’avvistamento dando inizio all’attività di ricerca e soccorso dei naufraghi. Previsto anche l’intervento di elicotteri dell’Aeronautica Militare, che effettueranno le evacuazioni mediche (MEDEVAC).  

Le Forze Armate, i Corpi Armati e non dello Stato e la Protezione Civile si addestreranno per mantenere un elevato livello di prontezza ed efficienza, allo scopo di reagire prontamente in qualsiasi tipo di emergenza. 

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Fonte e immagini: COVI


CELEBRATO A PIAZZA DEL POPOLO IL 162 ANNIVERSARIO DELL’ESERCITO ITALIANO, L’ESERCITO DEGLI ITALIANI (photoreportage)

Il 4 maggio 1861 a Torino l’allora Ministro Manfredo Fanti decretò la nascita dell’Esercito Italiano. A Roma la celebrazione presso Piazza del Popolo.

Roma, 4 maggio 2023 – Celebrato il 162 anniversario dell’Esercito italiano questa mattina a Roma a Piazza del popolo. La cerimonia militare è iniziata con l’azabandiera con le note dell’Inno d’Italia.

La piazza era transennata e tutt’intorno all’area un grande pubblico per assistere alla celebrazione.

I reparti sono iniziati ad entrare, per posizionarsi davanti alla tribuna delle autorità, preceduti dalla Musica d’ordinanza del 1 reggimento Granatieri di Sardegna seguiti dalla Banda dell’Esercito italiano.

Una formazione pluriarma di Bersaglieri, Granatieri di Sardegna, Lancieri di Montebello, gli allievi della Scuola Militare di Modena, e della Scuola Militare di Modena, Lagunari, Carristi, Artiglieria da campagna, Paracadutisti della Folgore, Aviazione dell’Esercito, si è schierata di fronte alle autorità, civili, militari e religiose. Il generale Giovanni Brafa Musicoro ha poi preso il comando dello schieramento.

Sono poi entrati i medaglieri delle diverse associazioni d’arma e il gonfalone di Roma Capitale.

Il lancio di tre paracadusti, che hanno portato il tricolore e la bandiera con il logo dell’esercito, ha dato il via alla cerimonia, che si è svolta alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica, sen. Ignazio La Russa, del sottosegretario di Stato alla Difesa, sen. Isabella Rauti, del capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Pietro Serino e di altre autorità civili, militari e religiose.

Successivamente il Presidente del Senato, dinanzi alla Bandiera di Guerra dell’Esercito, ha conferito tre onorificenze ai reparti e al personale distintosi per particolari atti di valore nel corso di operazioni in Italia e all’estero. 

La cerimonia militare si è conclusa con un omaggio agli atleti dell’Esercito e con un saggio militare eseguito dai bersaglieri, a sottolineare l’importanza della preparazione sportiva quale solida base, anche valoriale, per l’addestramento.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, durante il suo discorso ha sottolineato che “l’Esercito ha la capacità di svolgere con grande preparazione il proprio ruolo indispensabile per la libertà, l’indipendenza e la sicurezza dei cittadini”.

Il sottosegretario di Stato alla Difesa nel suo discorso ha evidenziato come “possiamo essere davvero orgogliosi del nostro Esercito perché i suoi successi, la sua credibilità, la stima che lo circonda anche a livello internazionale, sono il segno di un’organizzazione costituita da persone che credono in ciò che fanno, e che proprio per questo è apprezzata e giustamente considerata”.

“L’Esercito è la ragion d’essere delle Forze Armate, ovvero la sicurezza dei cittadini, dello Stato e delle Istituzioni democratiche. Negli ultimi anni, vi siete dimostrati una macchina formidabile, capace di preparare e impiegare migliaia di donne e uomini in Teatri operativi ad alto rischio in tutto il globo, a salvaguardia della pace e della sicurezza internazionali”, ha affermato il Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Durante il suo intervento, il Generale Serino ha ringraziato tutti i cittadini per la vicinanza e l’apprezzamento nei confronti della Forza Armata. “Gli italiani hanno fatto diventare l’Esercito il volto rassicurante dello Stato. Nessun riconoscimento potrebbe essere più gratificante per un Soldato”.

Successivamente il Presidente del Senato, dinanzi alla Bandiera di Guerra dell’Esercito, ha conferito tre onorificenze ai reparti e al personale distintosi per particolari atti di valore nel corso di operazioni in Italia e all’estero. 

Inoltre, dallo scorso 29 aprile ad oggi, è stato allestito in Piazza del Popolo il “Villaggio Esercito”, un’area in cui i cittadini hanno potuto avvicinarsi al mondo con le “stellette” cimentandosi in attività quali il percorso di military fitness, l’arrampicata su parete di roccia artificiale, il simulatore di biathlon, una stazione di addestramento virtuale e altri sistemi di simulazione di tiro, di volo e di guida, tutto al ritmo della musica di Radio Esercito.

Le celebrazioni si sono concluse alle 21.15 di questa sera con la trasmissione in prima serata su Rai 5 dell’evento musicale “Esercito con le stelle”, organizzato in media partnership con Rai Cultura.

L’Esercito conta oggi oltre 4.200 militari schierati in 14 diversi paesi come Iraq, Libano, Niger, Kosovo, Libia, Somalia e Mali, con compiti che vanno dalla cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di stabilizzazione e ricostruzione, sino all’addestramento delle forze di sicurezza locali e circa 7.000 militari in prontezza operativa in caso di interventi tempestivi in Patria o all’estero, in situazioni di emergenza o di pubblica utilità: tra queste bonifiche di ordigni esplosivi e sortite antincendio. Circa 4.850 sono invece i soldati impegnati in Italia nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”, in concorso alle Forze dell’Ordine per il presidio del territorio e la vigilanza. 

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Immagini: ph Monica Palermo


Incidente ultraleggero in Friuli: il cordoglio dell’Aeronautica Militare per la scomparsa del capitano Alessio Ghersi

Annullato il tradizionale evento del 1 maggio a Rivolto per l’apertura della stagione acrobatica

Roma, 30 aprile 2023 – L’Aeronautica Militare, nell’apprendere del tragico incidente che ha coinvolto un velivolo civile in cui hanno purtroppo perso la vita nel tardo pomeriggio di ieri i due occupanti, tra cui il capitano Alessio Ghersi, pilota in servizio presso il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori”, si unisce al dolore dei familiari.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale di squadra aerea Luca Goretti, a nome di tutta la Forza Armata, si stringe alla moglie e ai loro due bimbi in questo momento di profondo dolore.

Il tradizionale evento di conclusione del periodo di addestramento della formazione in vista dell’avvio della stagione acrobatica, in programma il prossimo 1° maggio sulla base aerea di Rivolto, non avrà luogo.

Il Capitano Ghersi, 34 anni , originario di Domodossola, ricopriva attualmente la posizione di 2° Gregario destro, Pony 5, all’interno della formazione delle Frecce Tricolori. Era entrato in Aeronautica Militare nel 2007 con il Corso Ibis V dell’Accademia Aeronautica. Dopo le scuole di volo era stato assegnato al 4° Stormo di Grosseto, dove aveva conseguito la qualifica di pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, svolgendo attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato. Selezionato successivamente per le Frecce Tricolori, avrebbe a breve preso parte alla sua quinta stagione acrobatica con la Pattuglia Acrobatica Nazionale.

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Fonte e immagine: Aeronautica Militare


ORRORE NEL CROTONESE: VIOLENZE SESSUALI REITERATE SU UNA BAMBINA DI 7 ANNI, ARRESTATI IL PADRE ED UN AMICO DI FAMIGLIA

I due avrebbero abusato sessualmente, negli anni, della bambina di soli 7 anni, affetta da disabilità intellettiva media: è questa l’accusa contestata dalla Procura di Crotone al padre e all’amico di famiglia, entrambi arrestati dai Carabinieri e tradotti nel carcere di Crotone.

Crotone, 29 aprile 2023 – I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Crotone, in collaborazione con i militari della Stazione Carabinieri di Scandale, nei giorni scorsi hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Crotone, nei confronti di 2 persone, D.V e V.V, ultracinquantenni di Scandale (KR), in ordine ai quali venivano raccolti gravi indizi di colpevolezza del reato di “maltrattamenti in famiglia e abusi sessuali su minore”.

Gli abusi sarebbero stati commessi a Scandale, piccola comunità della provincia crotonese, in un contesto familiare di gravissimo degrado socio-culturale. La madre della piccola, anch’ella vittima di maltrattamenti fisici e verbali, avrebbe tentato più volte di fermare il marito nel corso del tempo, assistendo in più occasioni agli abusi sessuali che la piccola subiva – sin da quando aveva pochi anni di vita (circa 3 anni) – anche dall’amico di famiglia, con la complicità del padre.

Le indagini dei Carabinieri sono state avviate dopo la segnalazione degli assistenti sociali del comune crotonese: a far scattare l’allarme sono stati i comportamenti inusuali della bambina sia nel contesto sociale, che in quello scolastico: da qui, le immediate investigazioni condotte dai militari della Sezione Operativa e della Stazione Carabinieri di Scandale, sotto l’attenta direzione della Procura della Repubblica di Crotone, hanno disvelato una realtà a dir poco “raccapricciante” nella quale viveva, da anni, la povera bambina.

I racconti puntuali forniti dalle vittime, le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché le testimonianze raccolte dagli inquirenti in un contesto caratterizzato da palesi reticenze ed omissioni volte a screditare la realtà dei fatti, evidentemente nota ai più stretti familiari, sono confluite nell’inchiesta che, nonostante le difficoltà, ha permesso ai Carabinieri di arrestare i 2 indagati e salvare la madre e la bambina, entrambe collocate in idonee strutture protette.

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Fonte: Arma dei Carabinieri


Polizia di Stato, operazione “Landayà” contro il traffico di esseri umani

La Polizia di Stato di Catania ha posto in stato di fermo 25 cittadini extracomunitari, ivoriani e guineiani, gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Catania, 29 aprile 2023 – La Polizia di Stato di Catania, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, ha posto in stato di fermo di indiziato di delitto undici cittadini della Costa d’Avorio, un maliano, quattro della Nuova Guinea  e uno  del  Burkina Faso in quanto gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dall’aver agito in più di dieci persone e dei reati-fine di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravati dall’avere agito in più di tre persone in concorso tra loro, di avere commesso il fatto al fine di trarne profitto anche indiretto e dalla transnazionalità.

Le indagini sono iniziate dalla vicenda relativa ad una minore straniera non accompagnata giunta in data 25.1.2021 presso il  porto di Augusta, collocata presso una struttura sita nel catanese ma fermamente intenzionata a raggiungere la Francia seguendo le indicazioni avute in Libia da una donna che l’aveva avvicinata mentre ivi si trovava in attesa di imbarco e che le si era presentata come sorella di un soggetto che, in Italia, si occupava di far completare il lungo  viaggio dal paese di origine sino alla Francia passando per l’Italia e del quale forniva il contatto telefonico.

La minore, giunta in Italia e collocata in struttura per minori stranieri non accompagnati, se ne allontanava affidandosi alle cure del soggetto indicatole in Libia e grazie all’operato di questo ultimo e di altri indagati, riusciva a fuggire per tre volte dalle comunità in cui veniva ospitata sino a  raggiungere il territorio francese.

L’impegno investigativo dedicato alla vicenda di questa minore, caratterizzato da attività di tipo tradizionale e tecnico, permetteva da subito di focalizzare l’attenzione su alcuni soggetti di cittadinanza guineana e ivoriana coinvolti nel trasferimento in Francia della predetta e, partendo da questi soggetti, consentiva di individuare un articolato sodalizio criminale di matrice straniera, a carattere transnazionale, formato da più cellule operative in Africa (Libia, Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia e Marocco), in Italia (a Genova, Torino, Asti, Cuneo e Ventimiglia) ed in Francia, dedito al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in favore di una clientela (donne, uomini, bambini e addirittura neonati) che, dietro pagamento di somme di danaro, variabili a seconda della natura degli accordi e della tranche di viaggio da eseguire (oscillando da almeno 200,00 euro per il mero passaggio dei confini sino a 1.200,00 euro circa per fasi di viaggio più ampie), si affidava ad esso perché specializzato nella “gestione” dei viaggi per raggiungere altri paesi dell’Unione Europea, in particolare in sconfinamenti verso la Francia.

Le indagini, coordinate da questo Ufficio ed eseguite dai poliziotti della  Squadra Mobile di Catania Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione consentivano di acquisire, allo stato degli atti, elementi che dimostrerebbero come i fermati, per lo più francofoni, della Guinea e Costa d’Avorio, sarebbero in grado di garantire al migrante la realizzazione del progetto migratorio nella sua interezza, dal paese di origine a quello di destinazione, attraverso paesi di mero transito (tra i quali l’Italia) con la pattuizione del pagamento di un prezzo per ogni tappa del viaggio, corrisposto alle diverse persone incaricate di curare la singola tratta, utilizzando allo scopo precipuo del raggiungimento del confine francese treni e macchine (più raramente sentieri di montagna) ed offrendo a tal fine tutti i servizi necessari allo “sconfinamento”: dall’organizzazione dello spostamento del migrante dal centro cui veniva affidato in accoglienza dallo Stato italiano -o, comunque, dal luogo dove si trovava- fino al sito dal quale operare il travalicamento dei confini, la fornitura eventuale di documenti falsi (anche di tipo sanitario quali falsi green pass, falsi esiti del test Covid-19 e patenti di guida), la presa in carico del migrante una volta raggiunto sul luogo in prossimità del confine, l’offerta di ospitalità nelle more, comprensiva di vitto ed alloggio, la reiterazione dei tentativi di sconfinamento, la presa in carico ad opera di altri membri una volta raggiunta la Francia.

Il sodalizio risultava avere struttura fluida perché capace di adattarsi ma in ogni caso ben definita quanto ai ruoli: non vi era evidentemente un capo all’apice, ma quattro capi/organizzatori ciascuno per ognuno dei gruppi, quattro entità collettive operanti con una organizzata gestione di risorse umane e materiali, stabilmente a disposizione le une delle altre e sinergicamente attive con metodi illeciti, con la finalità della commissione di plurimi delitti rientranti in un unico superiore progetto associativo che dall’Italia passava soltanto, in quanto iniziava all’estero e terminava all’estero.

Veniva individuata una struttura complessa e articolata del sodalizio, composto fondamentalmente da tre cellule:

una con sede nel piemontese precisamente a Torino;

una con sede in Liguria ma con un associato dimorante ad Asti;

una terza con sede a Ventimiglia ed a sua volta suddivisa in due sottogruppi.

Accanto a questi gruppi sono stati individuati ulteriori due sodali soggetti definibili “cerniera”  in quanto non inquadrabili definitivamente come soggetti alle dipendenze esclusive di alcuno dei vari leader o come in collaborazione con uno solo dei gruppi in particolare, ma stabilmente disponibili ad intervenire nella catena di azioni necessarie a garantire le azioni di sconfinamento dei migranti rivoltisi al sodalizio.

Nel corso delle investigazioni è emersa una fibrillazione – scaturita ragionevolmente per contese concernenti il controllo del territorio di riferimento –  tra antagonisti di diversa cittadinanza (da una parte cittadini nigeriani, dall’altra i francofoni), dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina via terra, fibrillazione che potrebbe avere originato una violenta aggressione ai danni di uno dei destinatari del decreto di fermo, allo stato irreperibile.

Ulteriori evidenze investigative emergevano dagli accertamenti patrimoniali svolti sincronicamente alle attività tecniche e tradizionali, accertamenti che permettevano di apprezzare un considerevole giro d’affari: sebbene la maggior parte dei movimenti dei flussi di denaro avvenisse in contanti (soprattutto per la clientela agganciata alla spicciolata in prossimità dei confini) ed un’altra parte attraverso sistemi basati sulla mera fiducia, definita dai monitorati con il termine “landaya”, l’analisi delle postepay in uso ad alcuni degli indagati consentiva di attestare che uno dei sodali aveva effettuato l’acquisto on line di titoli di viaggio in un limitato arco temporale per un ammontare di circa 26.000,00 euro.

L’analisi dei flussi di denaro relativi alle carte postepay utilizzate restituiva per ciascuna un saldo pressoché pari a zero: dette carte venivano infatti utilizzate quali meri contenitori precari, con transazioni complessivamente ammontanti a 800.000,00 euro solo considerando le carte postepay intestate a diversi indagati e dovendosi, comunque, tenere in considerazione che spesso nel settore dello smuggling e del trafficking, i flussi di denaro di rilievo avvengono utilizzando soggetti apparentemente non legati agli autori del reato, onde evitare che operazioni di movimentazione di danaro anomale, reiterate e di un certo rilievo, possano esser foriere di attenzione investigativa.

A ciò va aggiunto che l’attività tecnica permetteva di registrare numerose conversazioni espressamente concernenti la bellezza e le fattezze fisiche delle migranti di sesso femminile gestite dal sodalizio ed in alcuni casi anche di rilevare che le stesse, oltre al pagamento in denaro, corrispondevano prestazioni sessuali, anche quando viaggiavano con figli minori, così potendosi apprezzare ancora una volta l’estrema vulnerabilità delle migranti di sesso femminile il cui inserimento nel flusso migratorio e la dipendenza da trafficanti privi di scrupoli determina una seria esposizione a rischi di sfruttamento e una sovrapposizione tra  percorsi di smuggling e percorsi di trafficking (quasi tutte le migranti emerse nella indagine risultavano in possesso di plurimi indicatori di tratta).

Sempre avuto riguardo alle vulnerabilità, in alcune occasioni emergevano movimentazioni illecite di bambini in tenera età, accompagnati dalle madri e talvolta da esse momentaneamente affidati ad un componente del sodalizio, nonché la strumentalizzazione della condizione di incertezza del migrante il quale, desideroso di portare a termine il proprio progetto migratorio, veniva in qualche modo anche confuso e catturato da una falsa attenzione ai suoi bisogni, funzionale solo ad assicurarsi definitivamente l’affare ed evitare che il migrante si rivolgesse ad altri operatori del medesimo illecito settore di mercato.

In questo senso varie le strategie psicologiche sperimentate e finalizzate alla massimizzazione dei guadagni derivante dal numero sempre maggiore di migranti che si rivolgevano al sodalizio.

I fermati, giunti in Italia a partire dal 2016, avrebbero dimostrato una non comune expertise criminale tanto che avrebbero affinato le tecniche di interazione con la clientela sintetizzabili, tra l’altro, nelle parole utilizzate da uno di essi in un dialogo monitorato: “questa è una cosa che ti ho detto mille volte!!! quando parli con un cliente devi per prima cosa farlo partire, guidandolo da dove si trova, sino a farlo giungere a Milano oppure a Ventimiglia… poi dopo gli  puoi chiedere in quale città vuole andare ed infine gli dici il prezzo!!! così hai la certezza di poter trovare un accordo!!! già non arrivano tante persone e quelle poche che arrivano con il tuo modo di lavorare li fai allontanare!!!”. In sostanza, la strategia consisteva nell’imbrigliare il migrante offrendogli quanto da esso atteso e anche di più ed in fretta, portandolo sino ad un punto di avanzamento delle operazioni tale da rendergli impossibile il rifiuto del servizio.

Tra l’altro alcuni degli indagati, avrebbero approfittato in tal senso, del loro inserimento a vario titolo all’interno di strutture di accoglienza per migranti: per un verso accreditandosi presso i migranti per il fatto stesso di svolgere attività all’interno di dette strutture; per altro verso sfruttando tutte le informazioni per tale ragione disponibili circa i nuovi arrivi, le nazionalità e l’età dei potenziali clienti.

All’operazione di polizia denominata “Landayà”, che in lingua dioula significa “fiducia” (termine utilizzato durante le trattative con i migranti clienti) è stata data esecuzione con la collaborazione degli omologhi uffici investigativi di Asti, Cuneo, Genova, La Spezia, Pavia, Rimini, Savona e Torino.

I 25 destinatari del decreto di fermo sono tutti di cittadinanza ivoriana e guineana (così come la maggior parte dei migranti da essi gestiti), sono in gran parte regolari sul territorio nazionale e otto di essi non sono stati rintracciati in quanto non presenti in Italia: gli indagati nei cui confronti è stata data esecuzione al decreto di fermo, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso le Case Circondariali dei territori interessati dall’esecuzione (otto diversi centri in Liguria e Piemonte).

Il quadro indiziario raccolto, pur in una fase che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, ha poi permesso di richiedere e, in larga parte, di ottenere, dai competenti Giudici per le indagini preliminari, la convalida del provvedimento di fermo e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

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Fonte e immagini: Polizia di Stato


UNIFIL: cooperazione con le Lebanese Armed Forces

Attività di formazione nell’ambito della psicologia del combattimento

Libano del sud, 29 aprile 2023 – Prosegue la collaborazione tra il comando del Sector West di UNIFIL e le Lebanese Armed Forces a Sud del Litani.

Tra le altre, è stata avviata con il supporto dell’Ufficiale Psicologo del contingente maggiore Concita Carbone, una attività di formazione nell’ambito del trattamento psicologico dello stress management​, con l’obiettivo principale di potenziare la consapevolezza di sé nel personale addestrato ed evitare l’effetto sorpresa, sul piano emotivo, che molto spesso compromette il processo decisionale e l’efficacia dell’azione.

Questo addestramento è parte degli sforzi di UNIFIL per rafforzare le capacità delle LAF nel supportarne l’obiettivo di prendere il pieno controllo dell’area di operazioni di UNIFIL.

E’ stata anche esaminata la tecnica della respirazione diaframmatica, tra quelle per preservare la lucidità e la consapevolezza necessaria nei momenti di maggiore difficoltà e complessità, potenziando concentrazione e attenzione.

UNIFIL lavora a fianco a fianco con l’Esercito libanese, riferimento per tutta la popolazione di grande impegno e attaccamento al dovere” – ha evidenziato il generale Roberto Vergori, comandante del Settore Ovest di UNIFIL – “Operiamo in stretto coordinamento con l’Esercito libanese con consapevolezza e responsabilità per assicurare l’integrale rispetto della Risoluzione 1701 e supportare le Istituzioni locali a mantenere la sicurezza e la stabilità nel Sud del Libano, offrendo tutte le nostre energie fisiche e mentali. Come tutti i Soldati ci spendiamo per il prossimo con dedizione e professionalità e per difendere i valori morali a cui abbiamo dedicato la nostra vita, anteponendo sempre gli interessi della collettività”.

___________________________

Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), che è l’alto Comando della Difesa deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.

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Fonte e immagine: Joint Task Force  – Lebanon Sector West


DIFESA: AL VIA IN SARDEGNA LA “JOINT STARS” 2023, PRINCIPALE EVENTO ADDESTRATIVO DELLA DIFESA

L’esercitazione interforze e inter agenzia, sarà preceduta dall’esercitazione NATO Noble Jump ‘23

Roma, 28 aprile 2023 – Dall’8 al 26 maggio 2023 in Sardegna, presso l’aeroporto di Decimomannu, nei poligoni di Capo Teulada e Salto di Quirra e zone marittime antistanti, si svolgerà la “Joint Stars” l’esercitazione interforze nazionale e inter-agenzia più importante della Difesa, pianificata e condotta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI). L’esercitazione vedrà il coinvolgimento anche di diverse articolazioni e Corpi Armati dello Stato, quali Guardia di Finanza, Capitanerie di Porto, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, Vigili del Fuoco, istituzioni e rappresentanti del mondo accademico.

Si tratterà di un’esercitazione multi-dominio che vedrà le Forze Armate italiane addestrarsi nella difesa degli spazi aerei, terrestri e marittimi, nella sicurezza cibernetica e spaziale, nella difesa da contaminazione chimica, biologica, radiologica o nucleare e nel contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie emergenti, sempre più spesso utilizzate nella fabbricazione di droni sottomarini o aerei.

Sul terreno opereranno oltre 4.000 uomini e donne e circa 900 tra mezzi terrestri, aerei e navali. L’obiettivo è addestrare unità e assetti delle Forze Armate nazionali per operazioni di difesa del territorio nazionale e dell’Alleanza, ma non solo. L’evento addestrativo verterà su una prima risposta civile ad una crisi umanitaria e di sicurezza pubblica e una successiva risposta militare interforze e multinazionale in aderenza all’art. 5 del Trattato del Nord-Atlantico, che stabilisce il principio di difesa collettiva in caso di aggressione a uno dei Paesi alleati.

In particolare, verranno simulati scenari connessi al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, all’antiterrorismo, al contrasto dei traffici illeciti, al soccorso di profughi e, più in generale, alle azioni di risposta in situazioni emergenziali.

Particolare cura verrà posta al tema della tutela ambientale. Infatti, l’organizzazione prevede il coinvolgimento di esperti e consulenti ambientali delle autorità preposte degli enti locali della Sardegna, che vigileranno, insieme agli Enti della Difesa, sul rispetto della normativa nazionale e delle disposizioni contenute nei Piani di Tutela Ambientale di ciascuna area addestrativa interessata. Bonifica approfondita e operazioni di pulizia e ripristino ambientale sono le attività che interesseranno specifiche squadre della Difesa durante tutte le fasi e anche oltre il termine delle esercitazioni. Queste ultime, saranno affiancate da assetti navali specializzati nello scandagliamento dei mari e nella localizzazione di oggetti sui fondali, che verranno così definitivamente rimossi.

L’esercitazione Joint Stars sarà preceduta dall’esercitazione NATO Noble Jump 2023: esercitazione multinazionale alla quale prenderanno parte militari e mezzi provenienti da 7 nazioni dell’Alleanza Atlantica. Le attività addestrative sono rivolte a favore delle forze in altissima prontezza operativa della NATO (NATO VJTF – Very High Readiness Joint Task Force) e sono finalizzate a verificare la capacità di allertamento e di schieramento in tempi brevi di tali forze, in seguito all’insorgere di una situazione di pericolo per la sicurezza dell’Alleanza. L’Italia come nazione ospitante fornirà il supporto logistico alle forze partecipanti.

In contemporanea alla Joint Stars 2023, saranno organizzate diverse attività collaterali di tipo sportivo, sociale, culturale, didattico e di protezione dell’ambiente a favore della popolazione, delle scuole e delle università locali, in collaborazione con le autorità e gli enti preposti della Regione Sardegna e dei comuni interessati.

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