Roma, 29 gennaio 2019 – Al convegno “INVESTIGARE 2.0, Passato, presente e futuro nella lotta alla criminalità” che si sta svolgendo alla Scuola Superiore di Polizia a Roma, il primo panel, moderato dal giornalista Lirio Abbate, è dedicato all’attività di contrasto alle mafie, attraverso la rievocazione di pagine investigative e giudiziarie che hanno segnato la storia del Paese. Le organizzazioni criminali più spietate nel tempo hanno cambiato pelle per adeguarsi alla contemporaneità, innovando nei business illeciti, nelle regole interne, nei mezzi di comunicazione e nella proiezione oltre i confini nazionali.
Affrontati argomenti come quello dei pizzini al tempo dei social, del ruolo delle donne nella ‘ndrangheta, delle nuove leve della camorra, dell’espansione nel mondo dell’italian mafia, con l’intervento di Kieran L. Ramsey, rappresentante dell’F.B.I. in Italia, dell’aggressione ai patrimoni dei mafiosi, dei rapporti tra l’art. 416 bis del codice penale con le nuove mafie, trattato dal Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone.
In un mondo globale e digitale anche i criminali lasciano scie virtuali dei loro percorsi illeciti. Il secondo panel, moderato dal giornalista scientifico Giovanni Carrada, è dedicato alle nuove tecnologie elettroniche ed informatiche che assumono un peso sempre maggiore nelle indagini.
Mentre fino a qualche anno fa le scienze forensi di riferimento erano solo la biologia e la chimica, oggi tutti i mondi della ricerca scientifica (dalla matematica, alla fisica, all’informatica, all’ingegneria fino all’architettura) diventano protagonisti della criminalistica
Come nel teatro virtuale, dove la realtà fisica diventa digitale e l’investigatore, come nel film di Spielberg Minority Report, entra all’interno della scena del crimine e rivive quanto accaduto.
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