Roma, 17 novembre 2014 – L’Esercito Italiano ha conquistato il secondo posto al 5° trofeo “Un altro calcio è possibile, il torneo quadrangolare di calcio a 11 tra le Forze Armate e la TOP CUP, squadra rappresentativa di seminaristi e sacerdoti dei collegi e delle università pontificie. La manifestazione calcistica, giunta alla sua quinta edizione, ha visto la partecipazione di squadre appartenenti alle Forze e ai Corpi Armati dello Stato e ai seminaristi pontifici.
La quadra dell’Esercito ha superato di misura la TOP CUP nel match d’esordio, piazzandosi al secondo posto nella finalissima disputata l’altro ieri a Roma al Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito.
Il match decisivo ha visto contrapposti Esercito e Guardia di Finanza, due squadre che hanno dimostrato di possedere tutte le credenziali per vincere il torneo. Il trofeo è stato conquistato dal coriaceo team allenato da Vincent Candela, al suo esordio in panchina.
Terzo e quarto posto guadagnati rispettivamente da TOP CUP e Aeronautica Militare. Le squadre si sono affrontate amichevolmente in una sfida calcistica volta a promuovere lo sport come scuola di vita, incoraggiando tutti al rispetto per le regole, per i compagni di squadra, per gli avversari e per il proprio corpo, con l’obiettivo di riportare l’attenzione sui valori etico-sportivi insiti nel calcio.
Testimonial di questi valori i celebri allenatori impegnati da sempre nella crescita tecnica e umana dei giocatori: Delio Rossi per l’Esercito Italiano, Emiliano Mondonico per l’Aeronautica Militare, Vincent Candela per la Guardia di Finanza e Felice Pulici per la Top C.U.P.
Ad accogliere le squadre, la benedizione di monsignor Giorgio Corbellini, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e presidente ad interim dell’Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede, il quale, nel corso della conferenza stampa, ha rimarcato come “mediante la loro partecipazione al torneo, i giocatori e gli allenatori riconoscono che di certi valori etici c’è bisogno non solo nel mondo del calcio, ma nello sport in genere. Qui – ha concluso monsignor Corbellini – siamo tutti testimoni in favore di uno sport che non è ‘solo spettacolo’ o ‘solo passatempo’, ma si configura come capace di educare bravi uomini e buoni cittadini”.
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