Archivi del giorno: novembre 12, 2014

Al via il quadrangolare di calcio per lo sport etico. Sfida al centro sportivo olimpico dell’Esercito Italiano di Roma

Roma, 12 novembre 2014 – È previsto alle 14.00 di sabato 15 novembre il fischio di inizio della V edizione di Un altro calcio è possibile, il torneo quadrangolare di calcio a 11 tra le forze armate e una rappresentativa di seminaristi e sacerdoti dei collegi e delle università pontifici.

Sul campo del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito Italiano di Roma (Via degli Arditi, 1) l’esercito italiano, la guardia di finanza, l’aeronautica militare e la Top C.U.P. si affronteranno amichevolmente in una sfida calcistica volta a promuovere lo sport come scuola di vita, incoraggiando tutti al rispetto per le regole, per i compagni di squadra, per gli avversari, per il proprio corpo, con l’obiettivo di riportare l’attenzione sui valori etico-sportivi insiti nel calcio, sport spesso macchiato da scandali, episodi di violenza e disprezzo delle regole.

Mister delle squadre, celebri allenatori impegnati da sempre nella crescita tecnica e umana dei giocatori: Delio Rossi per l’esercito italiano, Emiliano Mondonico per la guardia di finanza, Fabio Liverani per l’aeronautica militare, Felice Pulici per la Top C.U.P.

 

Programma

Alle 14.00 avrà inizio il torneo, che prevede quattro partite con incontri di due tempi di gioco da 20 minuti ciascuno. In caso di parità, al termine dei minuti regolamentari si procederà ai calci di rigore.

Prime a sfidarsi, esercito italiano e Top C.U.P; alle 14.45 l’aeronautica militare si confronterà con la guardia di finanza. Alle 16.00 si disputerà la finale per il 3° e 4° posto e infine, alle 16.45, si giocherà la partita finale. Alle 18.00 si terrà la cerimonia di premiazione.

L’evento, patrocinato dalla fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e dall’associazione Effemeridi, si realizza con il contributo di Unipol Sai, Finanza Italia e ANCoS.

Sponsor tecnico è Zeus.

Gli allenatori

Delio Rossi (Esercito Italiano)

Romagnolo, 54 anni, si è fatto conoscere al grande pubblico portando in Serie A la Salernitana nella stagione 1997-‘98. Ha guidato la Lazio dal 2005 al 2009 fino alla vittoria della Coppa Italia contro la Sampdoria. Bravo a lavorare con i giovani, continua ad ottenere buoni risultati sulle panchine di Palermo e Fiorentina. Ultima esperienza nel 2013 alla guida della Sampdoria, salvata dalla retrocessione.

“Il calcio nasce come un gioco, ma più si eleva di livello, più è inquinato dal discorso economico; diventa uno spettacolo e, come tutti gli spettacoli, ha delle storture. Noi scendiamo in campo per ricordare che il calcio è una passione, soprattutto per i giovani che si avvicinano. In Italia, per esempio, non serve la fedina penale pulita per essere dirigente di una squadra di calcio, e questo secondo me non ha senso. Se non rivediamo il nostro modo di fare calcio, un cambiamento è difficile, ma noi crediamo che sia possibile. Non è tutto oro quello che luccica, lo sport è sacrificio, voglia di migliorarsi ogni giorno e, come nella vita, devono andare avanti i più bravi”.

Emiliano Mondonico (Guardia di Finanza)

Tecnico di grande esperienza, nato a Rivolta d’Adda nel 1947, ha esordito in panchina alla guida della Cremonese portandola in Serie A nel 1984. Dal 1990 al 1994, alla guida del Torino, ha conquistato i migliori risultati della carriera, con un terzo posto in campionato e la vittoria in Coppa Italia nel 1993. Dopo aver sconfitto un tumore, nel 2012 è tornato ad allenare in Serie A con il Novara.

“Scendiamo in campo anche quest’anno perché dobbiamo insistere. A volte andiamo contro dei muri di gomma ma non dobbiamo fermarci affinché un cambiamento nel mondo dello sport diventi realtà. Quando si corre dietro a un pallone occorrono la giusta aggressività, voglia di far bene e portare a casa il risultato, perché non è vero che si deve giocare tanto per partecipare. In campo bisogna dare il meglio di sé, poi alla fine basta che nessuno abbia di che rimproverarsi”.

Fabio Liverani (Aeronautica Militare)

Romano, classe 1976. È stato il primo giocatore di colore a indossare la maglia azzurra. Dopo il debutto in A nel Perugia di Cosmi, viene ceduto alla Lazio dove ha vestito la maglia biancoceleste per cinque stagioni vincendo la Coppa Italia nel 2004. Poi le esperienze con Palermo e Fiorentina, allenato da Delio Rossi, e Lugano. Nel 2011 intraprende la carriera da allenatore nel settore giovanile del Genoa.

“Questa manifestazione è bella e pura. È un momento di incontro di sport, rappresenta la possibilità di divertirsi con il classico sogno che ciascun bambino nutre. Le problematiche e isterismi del calcio qui sono assenti, questo è un momento di gioco, passione e divertimento. Le soluzioni ai problemi esistono: se l’Inghilterra, dopo aver toccato il fondo, è ripartita da zero e ce l’ha fatta, anche noi ce la possiamo fare”.

Felice Pulici (Top C.U.P.)

Storico portiere della Lazio dal 1972 al 1977, contribuì alla vittoria dello scudetto sotto la guida di Tommaso Maestrelli nel 1974. In totale ha difeso la porta biancoceleste per 202 partite, diventando una bandiera del club. Nella Lazio è stato anche allenatore nel settore giovanile e ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali. 

“Non si tratta solo di 22 persone che scendono in campo, ma di un contesto che si muove, vuole assistere a un confronto e a un momento di gioia, non di violenza come spesso si vede ultimamente. È fondamentale nel calcio, ma nello sport in genere, creare dei presupposti di fraternità e condivisione. Anche il fatto di poter stare insieme pur essendo sotto bandiere diverse fa capire come lo sport sia una competizione giusta, sana e corretta ma deve rimanere nei suoi limiti. Si vince o si perde, comunque gioiosi per aver partecipato”.

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Fonte: Esercito Italiano

Esercitazione Transalpine Bond: nasce il comando brigata italo-francese

 

Bracciano (RM), 12 novembre 2014 – Dal 3 novembre è in corso l’esercitazione Transalpine Bond, presso il comando artiglieria di Bracciano, sviluppata con l’aiuto di sistemi di simulazione, sostenuta dalla NSBNBC (No Standing Bi-National Brigade Command).

La sede dell’esercitazione ha ricevuto oggi la visita del generale di corpo d’armata Alberto Primicerj, comandante delle forze operative terrestri, accompagnato dal generale Rivot, vice comandante delle forze terrestri francesi. Il comandante Alberto Primicerj, ha presenziato all’esercitazione di posto comando Transalpine Bond, organizzata e condotta dal centro simulazione e validazione dell’esercito per validare in questi giorni il comando brigata italo-fracese, basato sulla brigata alpina taurinense e la 27^ Brigata di fanteria da montagna francese.

Il comando brigata bi-nazionale è un’unità mista, non permanente ma flessibile, mobile, modulare ed espandibile, adattabile quindi all’assolvimento di missioni in ambito Nazioni Unite, NATO ed Unione Europea. Prontamente impiegabile, raccoglie in sé l’expertise di due unità specializzate ad operare in ambienti ostili ed in scenari ad elevata intensità, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.

Nel quadro di una nuova strategia europea di sicurezza, basata sui mutati equilibri geopolitici globali, il nuovo comando brigata risponde, fra l’altro, alle esigenze di una difesa europea maggiormente integrata e sostenibile, all’insegna di un impiego sinergico, razionale ed efficiente delle forze.

L’idea del comando brigata bi-nazionale è sorta nel 2009 a seguito dell’incontro di vertice delle autorità politiche francesi ed italiane, concordi sull’esigenza di affrontare le crisi emergenti nel nuovo scenario internazionale attraverso una più stretta cooperazione tra gli eserciti delle due nazioni. Nel 2010 il progetto entra a far parte dei colloqui bilaterali tra gli Stati Maggiori con la redazione di una lettera di intenti che ne delinea i punti chiavi di sviluppo. Nel 2011, quando i rispettivi ministri della difesa hanno firmato gli accordi tecnici, ha preso forma il concetto di impiego della brigata e sono state definite le fasi per il raggiungimento della capacità operativa del comando. Nel biennio 2012 – 13 è iniziato, e si è intensificato l’addestramento congiunto da parte dei reparti delle due brigate, impegnando alpini e chasseurs alpins in numerose attività bilaterali, operative e di coordinamento e standardizzazione.

Sviluppate sul naturale terreno delle due unità – la montagna – i reparti italiani e francesi hanno condiviso ascensioni, raid sciistici e addestramenti alpini in alta montagna.

L’esercitazione, sviluppata nell’arco di due settimane, ha lo scopo di addestrare, attraverso le attivazioni degli specialisti del CeSiVa, il personale della brigata alla soluzione di problemi operativi in uno scenario complesso ed alta intensità, all’apprezzamento di situazioni in tempo reale, alla reazione ad imprevisti generati dalla simulazione di eventi che richiedono rapidità decisionale ed al perfezionamento dell’organizzazione interna del posto comando e dei flussi di comunicazione e procedurali.

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Fonte: Comando Forze Operative Terrestri

L’aeronautica militare commemora l’eccidio di Kindu (Congo) avvenuto l’11 novembre del 1961, nel quale persero la vita 13 aviatori

Roma, 12 novembre 2014 – Sono passati 53 anni dai tragici giorni di Kindu, prima missione internazionale che l’Aeronautica Militare, con il personale e i mezzi della 46^ brigata aerea di Pisa, affrontava dopo il secondo conflitto mondiale.

Con quella missione, che cercava di riportare l’ordine nel Congo sconvolto dalla guerra civile, sotto l’egida dell’ONU, cominciavano a concretizzarsi quella serie di interventi di tipo umanitario, oggi genericamente identificati nelle attività di peace-keeping. L’Aeronautica Militare, per l’impegno profuso in quella operazione, senza risparmio di uomini e mezzi, raccolse il plauso internazionale. 

In quel fatale 11 novembre 1961, tuttavia, la Forza Armata pagò un alto prezzo in termini di vite umane: 13 aviatori, equipaggi di due velivoli C-119 della 46^ brigata aerea, furono catturati ed uccisi dai soldati congolesi, che li avevano scambiati per mercenari belgi coinvolti nel conflitto.

La notizia del brutale massacro colse il Paese di sorpresa. I drammatici resoconti, le cronache giornalistiche del raccapricciante massacro fecero inorridire e sussultare la Nazione, che si strinse idealmente alle famiglie dei caduti, in un’incredibile gara di solidarietà.

Per l’Aeronautica Militare, ricordare l’eccidio di Kindu è sempre motivo di commozione e, al tempo stesso, orgoglio. I 13 aviatori, i primi a cadere in una missione al servizio della comunità internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale, costituiscono ancora oggi un simbolo dell’impegno e del sacrificio che la lotta per la pace richiede.

Gli aviatori che persero la vita:

  • Onorio De Luca, 25 anni, Treppo Grande (UD) – Sottotenente pilota
  • Filippo Di Giovanni, 42 anni, Palermo – Maresciallo motorista
  • Armando Fausto Fabi, 30 anni, Giuliano di Roma (FR) – Sergente maggiore elettromeccanico di bordo
  • Giulio Garbati, 22 anni, Roma – Sottotenente pilota
  • Giorgio Gonelli, 31 anni, Ferrara – Capitano pilota e vicecomandante
  • Antonio Mamone, 28 anni, Isola Capo Rizzuto (CZ) – Sergente marconista
  • Martano Marcacci, 27 anni, Collesalvetti (LI) – Sergente elettromeccanico di bordo
  • Nazzareno Quadrumani, 42 anni, Montefalco (PG) – Motorista
  • Francesco Paga, 31 anni, Pietralcina (BN) – Sergente marconista
  • Amedeo Parmeggiani, 43 anni, Bologna – Maggiore pilota e comandante dei due equipaggi
  • Silvestro Possenti, 40 anni, Fabriano (AN) – Sergente maggiore montatore
  • Francesco Paolo Remotti, 29 anni, Roma – Tenente medico
  • Nicola Stigliani, 30 anni, Potenza – Sergente maggiore montatore
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Fonte: Stato Maggiore dell'Aeronautica

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