
Viterbo, 4 ottobre 2014 – Ieri notte oltre 150 carabinieri del comando provinciale di Viterbo, con l’ausilio di un elicottero del Nucleo di Pratica di Mare e di unità cinofile, hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti, quasi tutti di origine sarda, di un sodalizio criminale operante nella bassa Tuscia e dedito alla commissione di furti, danneggiamenti aggravati, incendi dolosi di aziende agricole, esercizi commerciali ed autovetture private con finalità estorsive nonché rapine, traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e possesso di armi clandestine.
Undici dei provvedimenti sono stati eseguiti nella provincia di Viterbo mentre gli altri due nella provincia di Roma. I destinatari delle misure sono tutti di origine sarda con esclusione di due individui originari due della Tuscia ed uno di area romana.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate 14 perquisizioni locali, 9 nel territorio di questa provincia e 4 in quella di Roma, con l’impiego di metal detector e di unità cinofile addestrate per la ricerca di armi occultate, che hanno consentito di raccogliere elementi di interesse investigativo nonché di arrestare in flagranza di reato un pregiudicato romano 40enne che nascondeva in casa 1,2 kg di hashish, 10 g di cocaina e materiale per il taglio e confezionamento delle sostanze.
L’indagine, denominata convenzionalmente Mamuthones, ha preso il via dalle investigazioni a seguito di incendi patiti da alcuni imprenditori della bassa Tuscia, che si sono rivelati essere invece atti ritorsivi per costringerli a soddisfare richieste avanzate dal gruppo criminale nei loro confronti.
Nel corso delle indagini si è dovuta abbattere una spessa resistenza delle vittime alla collaborazione per il forte timore nei confronti degli appartenenti al sodalizio per la loro “fama criminale”, ottenuta grazie a precedenti atti di violenza e di sopraffazione operati nella bassa Tuscia a carico di numerose vittime. Tale fama negativa si è rapidamente diffusa tra la collettività che ha iniziato a nutrire timore ed uno forte stato di assoggettamento.
L’autorità giudiziaria, sulla base delle investigazioni, ha delegato la compagnia di Ronciglione allo svolgimento di ulteriori approfondimenti, che hanno permesso di accertare una lunga serie di reati commessi da costoro, in concorso con soggetti non affiliati, ma comunque legati da vincoli malavitosi. In tale contesto sono emersi anche episodi criminali del passato rimasti sino ad allora impuniti.

Il Pubblico Ministero, concordando in toto le tesi investigative della P.G. operante, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare personale nei confronti di 13 pluripregiudicati, ritenuti responsabili di reati contro il patrimonio (furti, rapine, estorsioni, danneggiamenti, incendi ed altro), la persona (lesioni, sequestro di persona) il traffico nonché la illecita detenzione degli stupefacenti, la commercializzazione e la messa a disposizione dei sodali di armi comuni da sparo commessi tra i comuni di Ronciglione, Nepi, Castel Sant’Elia, Sutri, Carbognano, Monte Romano, Caprarola e Mazzano Romano.
È emerso anche che il sodalizio ha avuto a disposizione armi, utilizzate sia per la commissione di reati sia per assicurarsi il “silenzio” utilizzandole all’occorrenza a scopo intimidatorio contro le loro vittime.
Nel corso dell’attività sono, infine, trovati e sequestrati:
- due autocarri di provenienza furtiva opportunamente modificati per commettere
- un trattore agricolo di provenienza furtiva;
- 500 grammi di marijuana.
Identificati gli autori di:
- una rapina in villa con sequestro di persona;
- svariati furti aggravati;
- diversi incendi dolosi di autovetture, di aziende agricole e di esercizi
- altri furti di bestiame;
- commerciali;
- estorsioni;
- reati di detenzione porto e commercio illegale di armi comuni da sparo anche modificate;
- atti persecutori culminati con danneggiamenti a mezzo incendio.
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Fonte: Arma dei Carabinieri
(Comando provinciale di Viterbo)