Mondragone (CE), 15 ottobre 2014 – All’alba di venerdì scorso, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno eseguito un fermo d ’indiziato di delitto nei confronti di 7 indagati, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita al traffico illecito di armi da fuoco e munizioni (art. 416 c. p. ), detenzione e porto di armi e munizioni comuni e da guerra (artt. 9, 10, 12, 14 L. 497/74, art. 697 c.p.) con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91). Ai provvedimenti cautelari d’urgenza a carico dei sette sono seguite idonee misure restrittive in carcere.
Le indagini, iniziate nel novembre del 2013, condotte prevalentemente attraverso attività tecniche e di pedinamento, giovandosi anche d’importanti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno permesso d ’indebolire il principale canale di approvvigionamento e distribuzione di armi delle diverse consorterie criminali casertane e partenopee.
L’operazione ha permesso di disarticolare un’organizzazione che operava trasversalmente nel territorio delle Provincie di Napoli e Caserta, fornendo il proprio apporto ai diversi gruppi criminali egemoni in quei territori, con la finalità di fornire, riparare e provare armi e munizioni.
A capo era C. A., guardia giurata, conosciuta negli ambienti criminali per le sue notevoli capacità nella manutenzione, alterazione e riparazione delle armi. Egli risulta aver messo le sue conoscenze tecniche in materia di armi a disposizione di vari gruppi criminali (Casalesi, Savarese, Giuliano), garantendone in più occasioni l’approvvigionamento necessario per rafforzarne la loro forza militare nelle faide che hanno caratterizzato gli ultimi anni, soprattutto nel territorio partenopeo.
L’associazione è risultata possedere una capillare diffusione: in ogni quartiere del capoluogo napoletano esisteva un uomo di fiducia, un intermediario con i diversi clan camorristici e con il compito preciso di prendere “le ordinazioni” in base alle richieste degli affiliati (nel quartiere Sanità, nel quartiere di Forcella, nell’area vesuviana).
Un’altra guardia giurata, D. G., è emerso avere il ruolo di gestire gli ordinativi e le consegne delle varie armi e munizioni.
Tra le “conoscenze” di C. A. sono stati individuati anche i titolari di note armerie dell’hinterland napoletano, grazie ai quali egli è riuscito ad ottenere munizioni, armi o parti di esse necessarie per soddisfare le esigenze e le richieste provenienti dai diversi gruppi criminali.
Nel corso della perquisizione a casa di uno dei denunciati, i militari hanno sequestrato un ingente numero di munizioni.
Il gruppo aveva un vero e proprio prezzario. Una pistola veniva venduta ad un prezzo oscillante tra i 500 ed i 900 euro, mentre per un fucile mitragliatore si raggiungevano anche i 2.700.
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