Viterbo, 17 settembre 2014 – I tre rapinatori, a volto scoperto e tutti e tre apparentemente italiani, erano riusciti a farsi aprire dai dipendenti spacciandosi per finanzieri: due indossavano pettorine con la scritta Guardia di Finanza e l’altro aveva in mano una cartellina con il logo delle fiamme gialle. Simulando un controllo di polizia, hanno proceduto alla chiusura temporanea della banca e hanno atteso, unitamente agli impiegati, l’apertura temporizzata dei vari dispositivi di sicurezza impossessandosi della somma contante di 188.000 euro, dandosi poi alla fuga dopo aver chiuso a chiave i due impiegati nell’archivio del piano di sotto. I due sono stati liberati dal Comandante della locale Stazione Carabinieri, intervenuto subito dopo essere stato avvisato da alcuni operai che lavoravano all’esterno della banca e che avevano sentito le urla degli impiegati intenti a chiedere aiuto.
Poco dopo i carabinieri, grazie ad un dispositivo di ricerca messo in atto dal comando provinciale di Viterbo e con l’ausilio di un elicottero del Nucleo di Pratica di Mare, che in pochi minuti ha raggiunto l’area, hanno trovato l’autovettura Fiat grande Punto utilizzata per la fuga ed appositamente riverniciata di grigio per farla sembrare un’autovettura in dotazione al Corpo della Guardia di Finanza, auto risultata rubata in Terni il 19 febbraio 2014.
Fondamentali per lo sviluppo investigativo le immagini del sistema di ripresa a circuito chiuso dell’istituto di credito e la loro diffusione a livello nazionale per poter risalire all’identificazione dei soggetti. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Viterbo e della Compagnia carabinieri di Ronciglione per quasi due mesi hanno lavorato analizzando un’enorme mole di dati di interesse investigativo e via via restringendo il campo dei possibili sospettati. Partendo dalla corrispondenza tra le caratteristiche antropometriche e inflessione dialettale, con ripetuti servizi di osservazione e pedinamento, gli investigatori sono arrivati al riconoscimento fotografico da parte dei due testimoni oculari e poi, attraverso l’esame e l’analisi dei tabulati telefonici, hanno ricostruito i movimenti dei rapinatori anche nelle fasi di sopralluogo il giorno precedente la rapina. I gravi indizi di colpevolezza così raccolti hanno consentito di individuare due degli autori della rapina nei confronti dei quali il pubblico ministero titolare delle indagini, il sostituto Stefano D’Arma della Procura della Repubblica di Viterbo, ha emesso nella mattinata di ieri un decreto di fermo.
I due, D.M.A. 47enne foggiano, senza fissa dimora e V.G. 53enne palermitano residente nella Capitale, entrambi pluripregiudicati, sono stati rintracciati ed arrestati nella serata di ieri a Ladispoli e a Roma.
Nel corso dell’operazione di ieri i militari hanno anche recuperato e sequestrato una scacciacani semiautomatica, copia di una Beretta 98 FS in uso alle forze di polizia, completa di serbatoio e con all’interno quattro proiettili, modificata e resa idonea allo sparo, due proiettili da guerra cal. 7,62 x 39, la somma contante di 1.540 euro ed una cospicua quantità di oggetti di vestiario, di equipaggiamento e per l’identificazione, riferibili alle forze di polizia: tre casacche senza maniche di colore blu recanti lo stemma del corpo e la scritta in giallo Guardia di Finanza, comunemente utilizzate nel corso dei controlli di polizia, due tessere plastificate e palesemente falsificate della GdF, un’uniforme completa della Polizia di Stato corredata di porta manette e fondina per pistola, un berretto della Polizia di Stato completo di fregio, due baschi verdi della Guardia di Finanza con fregio, due paia di manette, due targhe di autovettura della guardia di finanza visibilmente false e realizzate artigianalmente.
I due sono ora ristretti alle case circondariali di Roma Regina Coeli e Civitavecchia.
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